L'iniziativa

Musica classica esclusiva? L'OSI non ci sta (e suona a scuola)

Nuovo appuntamento dell'Orchestra della Svizzera italiana a Bellinzona: «Portiamo i grandi compositori agli studenti della Commercio, per abbattere i confini»
L'idea è parte della rassegna «Be connected» («Essere connessi», ndr)
Jona Mantovan
30.11.2022 17:00

Viole, violini, timpani, flauti... I musicisti dell'Orchestra della Svizzera italiana, lunedì pomeriggio, hanno suonato nell'atrio della Biblioteca cantonale di Bellinzona. Il gruppo di artisti, soliste comprese, è «tornato a scuola», come suggerisce il titolo del progetto, «Back to School», messo a punto nell'ambito della rassegna «Be Connected». È il secondo appuntamento del genere e questa volta i protagonisti sono gli studenti della Scuola cantonale di commercio, che hanno dedicato alcuni moduli della loro formazione, nell'ambito di materie didattiche, alla sua messa a punto. Cinque classi in tutto per sviluppare non solo l'aspetto comunicativo, volantini, libretti, promozione, ma anche lo studio dei testi che hanno accompagnato la scaletta dei brani, letti da loro stessi di fronte alla platea di coetanei. Lo scopo dell'operazione? Avvicinare i giovani ai grandi compositori del passato, spesso un po' bistrattati e considerati «alieni» rispetto ai ben più moderni Drake, Ghali, Sfera Ebbasta, Capo Plaza. Il menu della giornata, infatti, propone Rossini, Mozart, Beethoven e, per finire, Mendelssohn. «Vogliamo abbattere quei confini eretti dalle nuove generazioni nei confronti dei classici che hanno rivoluzionato il panorama sonoro del loro tempo», sottolinea Barbara Widmer, direttrice artistica a interim dell'Orchestra della Svizzera italiana nonché una delle menti del progetto, entusiasta della buona riuscita.

«No, non ascolto musica classica», dice Chiara, studentessa di Pianezzo al quarto anno, che ha preso parte al gruppo di lettori. «Ma mi ha colpito molto il fatto di poter ascoltare questa musica dal vivo. È un'esperienza molto più coinvolgente rispetto a quanto possa offrire una piattaforma digitale», dice la 19.enne. «È un genere diverso da quel che ascoltiamo noi giovani», esclama Ian, di Lodrino. «Facevo parte del pubblico e l'ho trovata un'ottima iniziativa. Il fatto di coinvolgere gli studenti, poi, ha contribuito ad avvicinare questi linguaggi molto diversi», sottolinea il 18.enne che, come molti suoi coetanei, indossa scarpe da ginnastica e un maglione di cotone nero con un cappuccio.

Molte cose date per scontate all'Accademia musicale, in realtà, siano del tutto estranee a chi vive la propria quotidianità con altri interessi e altre priorità
Massimo Zicari, docente Conservatorio della Svizzera italiana

«Una doccia gelata!»

«Parlare di musica classica in una scuola commerciale? È una bella sfida», dice Massimo Zicari, docente del Conservatorio che ha accompagnato gli studenti della Commercio nel percorso didattico. «È stato molto interessante, ma d'altra parte è stata anche una doccia gelata: si scopre come molte cose date per scontate all'Accademia musicale, in realtà, siano del tutto estranee a chi vive la propria quotidianità con altri interessi e altre priorità».  

Zicari non esita a elencare una serie di elementi che fungerebbero da deterrente nei confronti degli adolescenti: «Un certo abbigliamento, il silenzio, l'ascolto assorto. Sono tutti ostacoli che impediscono ai ragazzi di apprezzare un'esperienza del genere». E così ecco la soluzione: espandere i confini dell'orchestra stessa. «Una delle missioni della nostra istituzione è proprio quella di avvicinarsi ai giovani», evidenzia Widmer.

Hanno scoperto tanto, soprattutto quanto lavoro ci sia dietro un appuntamento come questo
Francesco Pervangher, docente

Dentro la musica classica

«Nella platea si percepiva la presenza di un pubblico che ha partecipato alla realizzazione di questo progetto», spiega Matteo Rossi, vicedirettore della Scuola cantonale di Commercio di Bellinzona. «Non si tratta di un pubblico estraneo che ha partecipato solo oggi. Ogni persona presente, qui, ha messo almeno una parte di sé nella realizzazione dell'evento», afferma il 37.enne.

«L'ambito è stato quello di una materia denominata Area di sperimentazione», specifica Francesco Pervangher, uno dei docenti della scuola che ha seguito i ragazzi. «Hanno scoperto tanto, soprattutto quanto lavoro ci sia dietro un appuntamento come questo. Dal punto di vista logistico ma anche sul fronte del suono e dell'acustica», dice il 48.enne.

«Sì, abbiamo simulato il lavoro che potrebbe esserci in una sorta di agenzia di pubblicità e promozione», racconta Rita, studentessa di 15 anni. «Abbiamo potuto vedere più da vicino come funziona il mondo della musica classica e la comunicazione che vi ruota attorno». Qualche metro più in là, ecco la collega Carola, 19.enne di Camorino. «È stata una bella opportunità, tutta la classe era coinvolta ed entusiasta nel prendere parte all'idea».

Non penso che questi ragazzi, appena tornati a casa, decidano all'improvviso di ascoltare Mozart o Rossini... Spero, però, che siamo riusciti a stimolare la loro curiosità
Massimo Zicari, docente Conservatorio della Svizzera italiana

Un grande coinvolgimento

«Sì, in effetti c'è stato un livello di coinvolgimento molto alto», afferma Zicari. Che, tuttavia, resta con i piedi per terra: «Quanto poi rimarrà, forse è un po' presto per dirlo. Non penso che i ragazzi, appena tornati a casa, decidano all'improvviso di ascoltare Mozart o Rossini... Spero, però, che l'occasione abba stimolato la loro curiosità». 

«Abbiamo analizzato il Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare», spiega Michele, 18.enne di Arbedo. «Può essere un testo anche ostico, da affrontare in maniera tradizionale, ma attraverso un processo di analisi orientato a questa iniziativa l'abbiamo apprezzato in maniera anche più leggera». Il giovane aggiunge pure che è rimasto impressionato dalle sonorità del violino. «Non pensavo che questo strumento potesse avere una tale espressività. Non ho mai avuto l'occasione di frequentare corsi di musica, ma forse dopo questo evento potrei farci un pensiero». Altri sono rimasti sorpresi dalla presenza delle due soliste. «Hanno una voce straordinaria e hanno rinnovato l'attenzione del pubblico», dice Chiara. Le fa eco anche Rita: «Sì, mi sono piaciute molto, hanno suscitato davvero tante emozioni».

Sarebbe un vero peccato perdere pubblico e vedere gli spettatori più giovani diminuire, soltanto perché non sanno, non conoscono o lo ritengono un mondo poco familiare e distante
Barbara Widmer, direttrice artistica a interim dell'Orchestra della Svizzera italiana

«Continueremo così»

«La nostra idea è continuare questo lavoro con le scuole», anticipa ancora Barbara Widmer. «Per noi, è importantissimo avvicinare i giovani a questo mondo che non conoscono. Sarebbe un vero peccato perdere pubblico e vedere gli spettatori più giovani diminuire, soltanto perché non sanno, non conoscono o lo ritengono un mondo poco familiare e distante», dice la 36.enne.

«Abbiamo visto tanti spunti positivi, soprattutto in una scuola come la nostra che non prevede materie come storia dell'arte, musica o filosofia», aggiunge Rossi. «Un approccio di questo tipo può essere una strada da percorrere, anche in collaborazione con altre istituzioni», conclude il vicedirettore.

Tra le prossime iniziative dell'Orchestra della Svizzera italiana un evento a Locarno, nella discoteca Vanilla (Riazzino) con OSI@Vanilla, il 14 marzo 2023 alle 20.30, mentre il 19 aprile 2023 si ripeterà «Lunch with OSI» (pranzo con l'Orchestra) alle 12.30, con la Sinfonia Manfred di Čajkovskij spiegata e commentata dal maestro Poschner.

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