Cultura

«Natura e tecnologia in connessione per far evolvere la società»

Il Bally Art Awards 2022 a Dominique Koch, che rende udibili le vibrazioni ambientali della natura, non udibili dall'orecchio umano, trasformandole in oggetti fisici – VIDEO
© CdT

Dal 2006 la Fondazione Bally si è impegnata a promuovere gli artisti contemporanei legati alla Svizzera, incoraggiando l'innovazione culturale che si esprime attraverso opere creative ispirate al rapporto tra tecnologie del futuro e natura. Venerdì scorso, dopo 15 anni, la Fondazione ha però inaugurato una nuova era del suo percorso, mantenendo tuttavia intatto lo spirito. Da quest'anno il Bally Artist Award viene assegnato non solo agli artisti ticinesi bensì a quelli provenienti da tutta la Svizzera, che verranno premiati non per un'opera a tema bensì per l'intera ricerca artistica. La prima premiata di questo nuovo corso della Fondazione Bally è Dominique Koch, artista lucernese che ha stupito tutti i presenti alla cerimonia del 9 settembre con la sua «Moving Knots Across Strings». Una mostra nella quale immerge il pubblico in una dimensione immaginaria: un «ecosistema in dialogo» in cui l'umano può unirsi alla natura e alla tecnologia. 

Koch, che da anni segue le tematiche legate all'ambiente e concepisce il suo lavoro artistico come un laboratorio di pensiero, collocandolo in diversi campi di ricerca, vanta prestigiosi riconoscimenti come lo Swiss Art Awards e mostre in tutto il mondo. La vittoria del premio Bally tuttavia la emoziona particolarmente: «Ero a conoscenza del fatto di essere una delle candidate ma mai avrei immaginato di poterlo vincere. È stata una sorpresa bellissima, sono felice non solo per il riconoscimento in sé ma perché in questo lavoro ho provato a rispondere a delle domande sulla società e sul mondo. Durante la pandemia ho fatto una parte di questi lavori, che solo con questa mostra sono esposti pubblicamente. Un'altra parte l’ho fatta negli ultimi mesi ed è dunque anche per loro la prima esposizione. Ora le mie opere avranno un'importante piattaforma e le persone potranno confrontarsi con loro, per poi magari iniziare insieme una discussione».

Un'installazione, quella visitabile fino al 2 ottobre a Palazzo Reali, dove emerge l'approccio interdisciplinare di Koch, che spesso si avvicina a campi di ricerca scientifici. Attraverso speciali registrazioni, l'artista rende udibili le vibrazioni ambientali della natura, altrimenti non percepibili all'orecchio umano, e le trasforma addirittura in oggetti fisici. «La connessione tra ambiente e tecnologia è fondamentale nelle mie opere – prosegue la 39enne lucernese -. Ho infatti registrato dei suoni che effettivamente esistono ma che il nostro orecchio non è in grado di concepire utilizzando tecnologie molto avanzate, per questo processo mio fratello, musicista, è stato fondamentale. In questa mostra troverete materiali diversi ma sempre connessi tra di loro. È quello che dovremmo fare come società, trovare delle connessioni e basarci su quelle per guardare avanti, invece mi pare che ci soffermiamo troppo sulle differenze, rimanendo fermi».

In questo lavoro ho provato a rispondere a delle domande sulla società e sul mondo
Dominique Koch

Non solo suo fratello: Koch è solita collaborare con ricercatori ed esperti. «Persone con cui confrontiamo il loro approccio scientifico con il mio più artistico sui temi che voglio affrontare. Sono persone che sono riuscite ad aprire la mia mente e farmi immaginare nuovi orizzonti: anche la divergenza di idee, quando costruttiva, diventa un momento di arricchimento. E a volte di sorpresa: la nascita di situazioni imprevedibili, la capacità di lasciarsi sorprendere mentre si trovano nuove domande o nuove risposte, oppure mentre si studiano nuove tecniche per la lavorazione dei materiali, come ho fatto per questa installazione con il vetro, dà senso a tutto il percorso di realizzazione di un'opera».

Una capacità di sorprendersi che non terminerà certo con la mostra luganese: «Continuerò a lavorare con i suoni e con i materiali e a parlare con chiunque mi darà spunti per riflettere: così come l'attualità ci presenta nuove sfide, la mia arte si evolverà provando a raccontare questi tempi».

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