Sanità

Nel paradiso dei premi bassi: il caso di Appenzello interno

Gli abitanti del semicantone, i più longevi del Paese, sono gli svizzeri che meno sborsano ogni mese per l’assicurazione malattia obbligatoria - Il segreto? Un medico locale e un esperto ticinese parlano di tariffe, densità dell’offerta, mentalità e medicina alternativa

Con un aumento del 9,3% del premio medio mensile per l’assicurazione sanitaria obbligatoria nel 2023 (a confronto in Ticino sarà del 9,2%), Appenzello interno è il secondo cantone - dopo Neuchâtel (+9,5%) - a registrare il peggior incremento previsto. Eppure, il semicantone rurale resta un paradiso dei premi: mentre in Ticino il premio medio mensile per l’assicurazione obbligatoria (su tutte le classi di età) sarà di 396 franchi, in Appenzello interno sarà di 233.20, il più basso del Paese.

Tutti giovani e in piena forma gli appenzellesi? In piena forma forse, giovani non per forza. Il cantone della Svizzera orientale infatti, come il Ticino, ha una buona porzione di popolazione sopra i 65 anni di età. Si tratta di circa un quinto dei residenti.

Nel 2020 e nel 2021, l’aspettativa di vita alla nascita di un appenzellese era ad ogni modo di 87,6 anni, addirittura la più alta della Svizzera (e oltre due anni in più rispetto alla media). E gli esperti affermano: in Appenzello interno le persone non stanno peggio di salute rispetto al resto del Paese. Ma come fanno gli abitanti del semicantone a invecchiare bene pagando così pochi premi? Sarà un segreto come la ricetta della salamoia del formaggio locale?

«Non corriamo dal medico per ogni scoreggia», cita un colorito e recente titolo del Tages-Anzeiger.

A dirlo: un 84.enne appenzellese intervistato sullo stesso tema. Hai un dolore? In Appenzello fin dall’infanzia impari ad attendere che passi e usare metodi casalinghi imparati dalla nonna: il disturbo sarà così presto scacciato. Stoici, questi appenzellesi. E anche poco spenderecci. Poiché i premi servono a coprire i costi della sanità, meno sono le prestazioni richieste, meno i premi aumentano.

«In Appenzello interno abbiamo a che fare con una mentalità particolare», ci dice ridendo Lukas Pfenninger, oftalmologo e membro del consiglio dei medici appenzellesi. «Ho avuto un paziente con una cataratta in stadio avanzato che sosteneva di vederci ancora benissimo. Le mie mucche al pascolo le vedo ancora tutte, mi ha risposto quando ho chiesto perché non era venuto a farsi visitare prima. Solo quando ho comunicato che la qualità della vista non era buona abbastanza per poter guidare l’auto, ha accettato di sottoporsi a un'operazione. Un altro paziente mi ha detto che non è riuscito a venire prima a farsi visitare perché il dolore era troppo forte. Un altro ancora, appena operato, avrebbe potuto chiamare senza problemi il servizio telefonico a qualsiasi ora della notte, ma ha aspettato fino alle 8 del mattino per una consultazione. Per principio. Per non disturbare».

I guaritori, una tradizione

Gli aneddoti non mancano. E a non mancare non sono nemmeno i guaritori alternativi, i «Geistheiler», parte integrante della cultura locale, che aiutano le persone leggendo l’energia e con la preghiera.

Ogni famiglia appenzellese ne conosce uno. Accettati dalle autorità e rispettati dagli autoctoni, le loro prestazioni non vengono quasi mai rimborsate dalla cassa malati. Molti sembrerebbero venir pagati in natura. Altri elementi che probabilmente aiutano a tenere bassi i premi dell’assicurazione malattia.

A Lukas Pfenninger dà fastidio la fiducia data alla terapia alternativa nella sua regione? «Se si tratta di guarire bagatelle mi sta bene. Ma ci sono pazienti con gravi problemi agli occhi, magari a causa di un diabete in corso, che non ricevono il giusto trattamento». Pfenninger crede però anche alla possibilità che alcuni pazienti possano essere aiutati solo dalla medicina naturale. In quel caso, secondo il medico, gioca un grande ruolo l’effetto placebo e l’amorevolezza con cui i pazienti si sentono presi a carico.

Prezzi bassi

La poca fretta a recarsi dal medico e la fede nella medicina tradizionale locale non sono però l’unica ragione per cui i premi in Appenzello interno restano i meno cari. Le tariffe nella Svizzera orientale sono infatti tra le più basse.

Prendiamo il cosiddetto valore del punto nella medicina ambulatoriale (negoziato in prima istanza dalle casse malattia con i fornitori di prestazioni), uno dei fattori che determinano il costo delle prestazioni in uno studio medico. Per Appenzello interno il valore del punto è di 83 centesimi. A Zurigo di 89 centesimi. «In Ticino di 93», sottolinea Luca Crivelli, economista specializzato in salute pubblica, economia delle assicurazioni malattia e nel campo delle politiche sanitarie, nonché vicedirettore della Swiss School of Public Health.

Ma le tariffe non sono tutto: in campo medico, l’offerta tende a creare la propria domanda. «E nei cantoni rurali, l’offerta è meno ampia».

Il numero di medici per abitanti in Appenzello interno è addirittura il più basso in Svizzera. L’anno scorso (questi gli ultimi dati forniti dall’Ufficio federale di statistica), ogni 100.000 abitanti si contavano 104 medici (settore ambulatoriale). In tutta la Svizzera orientale ce n’erano 193. In Ticino 256.

Dall’estate 2021, gli abitanti di Appenzello interno non hanno più un ospedale. Molti specialisti possono essere trovati solo in un altro cantone. Di conseguenza, molto lavoro viene svolto dai medici di famiglia. Più l’area è urbana, prima il medico di famiglia o il paziente stesso si rivolgono a uno specialista, che a sua volta è più costoso.

Franchigia da raggiungere

Questi quindi alcuni elementi importanti che spiegano la differenza dei premi. «Studi però dimostrano che nei cantoni latini, al netto di tutte le altre variabili, si trova un sovraconsumo non spiegato se non con un fattore culturale», continua Luca Crivelli.

«La fiducia nella medicina naturale e l’approccio olistico alla salute è di norma legato a un maggiore scetticismo verso la medicina moderna occidentale. Questo aiuta ad autodisciplinare ulteriormente i consumi». Ma, secondo Crivelli, c’è di più. «Ho una convinzione, suffragata da alcune evidenze dell’economia comportamentale, che il fatto di avere aumenti continuativi dei premi porti a modificare la comprensione di cos’è un'assicurazione, ossia uno strumento di diversificazione del rischio e di solidarietà tra sani e malati. Il meccanismo mentale che si innesca è: se spendo tot devo incassare tot. Questo anche se il beneficio è vicino a zero».

La franchigia, insomma, per molti va raggiunta, anche se non veramente necessario. A ogni costo, verrebbe da dire. «E se non esiste un anticorpo a questo meccanismo di contabilità mentale, come una sana diffidenza verso l’onnipotenza della medicina moderna, si finisce per consumare troppo», conclude l’economista.