Niente birra e vino sugli scaffali, i soci di Migros sono per la tradizione

Niente alcolici sugli scaffali di Migros. Nei suoi supermercati, il gigante del commercio al dettaglio non venderà bibite alcoliche nemmeno in futuro. Chiamati a esprimersi per voto entro il 4 giugno, i suoi soci hanno respinto l’idea di revocare il divieto in vigore dal 1928 e presente negli statuti. Dei 2,3 milioni di soci oltre 630.000 (quasi un terzo) ha partecipato alla votazione. E oltre il 70% ha detto no. Il rifiuto è giunto da tutte e dieci le cooperative regionali. Migros Ticino ha registrato il 45% circa di sì alla vendita di alcolici su 22.300 voti validi. Presso Migros Vallese quasi il 40% era propenso al cambiamento. Sul fronte opposto si sono trovati Migros Zurigo e Migros Aare, che hanno votato all’80% a favore del mantenimento dello status quo. Il risultato non sorprende: tutti i sondaggi indicavano un no. Il quorum richiesto per una modifica statutaria era pari ai due terzi.
Ursula Nold, presidente dell’amministrazione della Federazione delle cooperative Migros (FCM), citata in un comunicato, afferma: «Sono felice che le socie e i soci abbiano preso una decisione chiara e concorde a livello nazionale».
Per segnare la decisione, a partire dal 2023 nei punti vendita e nei ristoranti Migros verrà offerta la birra analcolica «NON», un prodotto che, secondo l’azienda, è «un simbolo visibile della democrazia Migros». In realtà ormai da anni il gigante non pratica l’astinenza, perché società controllate come Migrolino o Denner offrono alcol sui loro scaffali. E nel negozio Online di Migros è possibile comprare - oltre a farina, latte e dentifricio - anche vino e birra.
«I giovani accedono sempre ancora troppo facilmente a queste bibite»
Dipendenze Svizzera si rallegra del netto risultato, che dimostrerebbe la consapevolezza che l’alcol non è un prodotto come tutti gli altri. Questo infatti, ricorda l’organizzazione impegnata a combattere le dipendenze, è la prima causa di morte tra la popolazione maschile fra i 15 e i 24 anni. «Ora la politica deve agire», afferma il portavoce Markus Meury: «I giovani infatti accedono sempre ancora troppo facilmente al consumo di alcol». Indagini della Croce blu, organizzazione che si occupa di lotta all’alcolismo, mostrano che ancora troppi alcolici vengono venduti illegalmente ai minorenni. Nella maggior parte dei casi, possono facilmente procurarsi l’alcol quando ordinano in Rete, anche nel negozio online di Migros. «Ma è urgente interveniresu tutti i negozi Online». Migros e altre aziende hanno già promesso di migliorare. «Tuttavia, potrebbero essere necessari requisiti legali più chiari, in modo che tutti i fornitori rispettino la protezione dei minori».
Urge poi – continua Meury – agire sulla pubblicità e lo sponsoring. «Da nostri studi emerge che i giovani vengono stimolati a consumare alcol ogni cinque minuti. Questo tramite immagini, ma anche presenza di alcolici un po’ ovunque nella quotidianità. Il consumo di alcol viene infatti ancora parecchio banalizzato». A febbraio il popolo si è espresso a favore dell’iniziativa «Sì alla protezione dei fanciulli e degli adolescenti dalla pubblicità per il tabacco» con quasi il 57% di sì. Per Dipendenze Svizzera è chiaro che i cittadini siano chiaramente a favore di un’azione politica ed economica per una forte prevenzione delle dipendenze. Esecutivi e Legislativi cantonali e federali «sono chiamati ora più che mai ad attuare finalmente questo mandato».
Ultima misura auspicata da Dipendenze Svizzera: «Un prezzo minimo contro l’alcol a basso costo - come accade in Scozia, Galles e Irlanda - o aumenti delle tasse in base al contenuto di alcol per ridurre il consumo da parte dei giovani e dei bevitori ad alto rischio».
Sulle ragioni delle differenze regionali è ancora presto trarre conclusioni, conclude Meury. Una possibile interpretazione del numero più basso di «no» alla vendita di alcol da Migros nella Svizzera italiana e in Vallese è che in queste regioni il consumo quotidiano di alcol è parte della tradizione locale. Cosa che per conseguenza comporta più casi di alcolismo, ma che potrebbe anche essere alla base di una maggiore apertura verso la vendita di alcol.
«Un colpaccio a livello di PR»
Di sicuro con la votazione Migros ha fatto parecchio parlare di sé. In bene o in male? Poco importa: il colosso «ha messo a segno un vero colpaccio a livello di PR», afferma, citata da Watson, Johanna Gollnhofer, professoressa di marketing all’Università di San Gallo. Scatenando un acceso dibattito ha generato attenzione dall’opinione pubblica. E questo, senza costose campagne. Lasciare decidere i consumatori su punti fondamentali della propria strategia non è qualcosa di cui si sente parlare ogni giorno. Una mossa che si allaccia perfettamente al mito della democrazia diretta elvetica. L’immagine della cooperativa potrebbe uscirne rafforzata.