Lugano

Niente bonifico extra per i rincari, ma Lugano qualcosa farà

Si va verso un Regolamento sociale comunale più generoso
© Chiara Zocchetti
Giuliano Gasperi
20.12.2022 20:15

Il bonifico una tantum per il 2023 proposto da PS, PC, Verdi e Centro è sfumato, ma il Consiglio comunale di lunedì ha lasciato una netta sensazione, se non una certezza: Lugano, per le famiglie più colpite dal carovita, qualcosa farà. Lo ha promesso il sindaco Michele Foletti: «Non lasceremo indietro nessuno». Come? Potenziando uno strumento che la Città e i luganesi (non tutti magari, ma su questo si può lavorare) conoscono già: il Regolamento sociale comunale. Andando nello specifico, come ci spiega il municipale responsabile della socialità Lorenzo Quadri, l’idea è alzare le soglie sotto le quali si accede ai contributi, aumentando di conseguenza la cerchia dei potenziali beneficiari. Una proposta in tal senso potrebbe arrivare a breve dalla Commissione delle petizioni, già alla prese con una revisione del citato regolamento. La sua nuova versione, quindi, terrà conto della nuova situazione in cui si trova il mondo, Lugano compresa. Ma un ritocco a favore dei cittadini potrebbe arrivare anche prima: il Municipio ha infatti la facoltà di aumentare le soglie attuali del 2,5%. La cosa dovrebbe essere discussa nella seduta di domani. «È chiaro che questo strumento non può essere considerato la panacea – conclude Quadri – però garantisce un aiuto mirato e si possono ricevere cifre non irrilevanti». La somma massima che può ottenere una persona sola, ad esempio, è tremila franchi l’anno, e sale se la famiglia è più numerosa. «Questo aiuto ha poi il vantaggio di essere su richiesta: non possiamo dare soldi a innaffiatoio» aggiunge il municipale leghista riferendosi al bonifico una tantum bocciato. «Non sapremmo neanche a chi darli. E basarsi solo sulla cifra imponibile a livello fiscale non è sufficiente per capire la reale situazione finanziaria dei beneficiari». I fautori del contributo extra sono comunque soddisfatti, certi di aver dato un impulso per lo stanziamento di maggiori aiuti.

Aumentando il numero di beneficiari del sostegno, dovrà verosimilmente salire anche il budget messo a disposizione. Oggi è di 1 milione, ma finora non è mai stato superato, forse anche perché il Regolamento comunale, come detto, non è noto a tutti. Da gennaio a novembre di quest’anno sono stati elargiti aiuti per 754 mila franchi contro i 682 mila dell’anno scorso, gli 823 mila del 2020 e i 681 mila del 2019, con un aiuto medio attorno ai 900 franchi. I dati sono ancora pochi e influenzati da altri fattori come i contributi Covid: difficile tracciare tendenze. Un elemento però lo segnaliamo: lo scorso novembre c’è stato un picco di domande, con una media di circa 1.000 franchi per aiuto.

Stesso copione a Capriasca

Capriasca come Lugano: stessa proposta, dalla stessa area politica e con lo stesso risultato. Anche nel Comune ai piedi del monte Bar l’idea di un fondo sociale (di 150 mila franchi) per affrontare il carovita è stata bocciata dal Consiglio comunale. Ne ha dato notizia il gruppo Onda rossa, che l’aveva lanciata. «Con questa somma si voleva distribuire, nella misura più consona possibile, un aiuto alle fasce sociali più colpite dell’inflazione, ad esempio tramite un versamento diretto, uno sconto su alcune tasse o imposte, dei buoni spesa eccetera, ma purtroppo il Legislativo ha detto no». Solo 11 i voti favorevoli. «La maggioranza di centrodestra, parlando di una presunta difficoltà nella distribuzione degli aiuti e ritenendo sufficienti i normali meccanismi di protezione sociale, ha dunque rifiutato di riconoscere l’eccezionalità della situazione attuale». Situazione che per Onda rossa è paragonabile a quella pandemica, «durante la quale il Comune di Capriasca si era dotato di un fondo sociale da 130 mila franchi». Il movimento tuttavia non intende arrendersi: «Proporremo l'istituzione di un regolamento sociale comunale che possa fare chiarezza sui criteri di erogazione degli aiuti sociali comunali», come a Lugano. Intanto, vista la bocciatura del fondo sociale, il gruppo ha bocciato il preventivo (comunque passato) e questo «malgrado le sue numerose note positive come il riconoscimento del carovita ai dipendenti comunali, il potenziamento dell’organico in alcuni servizi e l’internalizzazione del servizio mensa della scuola dell’infanzia».

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