Nodo intermodale di Locarno: «No ai bus nel nostro salotto» - «Progetto vitale, ora o mai più»

Manca poco al 15 giugno, quando le urne di tutto il Ticino decreteranno il «Sì» oppure il «No» al nodo intermodale alla stazione ferroviaria di Locarno. Un progetto che - se fosse accettato - potrebbe rivoluzionare la viabilità dell’agglomerato sulle rive del Verbano con una nuova pensilina sul piazzale della Stazione, oggi occupato da parcheggi e dal prefabbricato che ospita un negozio e un’edicola, oltre a proporre un nuovo concetto che favorisce il cambio da un mezzo di trasporto all’altro.
Il piano prevede la salita degli autobus (solo quelli che lì hanno il capolinea, mentre per le linee passanti il cambiamento sarà minimo) lungo viale Cattori, un punto contestato dall’omonimo comitato che intende «salvare» gli 80 metri del «boulevard di quartiere» e che, con successo, ha lanciato una raccolta firme (9.779 sono state le adesioni, a fronte delle 7.000 necessarie) contro il credito concesso dal Gran consiglio quale contributo cantonale (7,11 milioni su un totale di 16.63, approvati lo scorso 17 settembre con 52 pareri favorevoli, 2 contrari e 5 astensioni).
C’è chi lo vuole
Le realtà istituzionali e politiche, anche sovradistrettuali, che sperano nella riuscita non si contano: dal convivio dei sindaci del Locarnese («Un’opera che non si può più rinviare») alla sezione ticinese dell’Associazione traffico e ambiente («Evitare di rinviare la riqualifica del comparto»), passando per i partiti (PLR in primis) nei vari Comuni e un comitato trasversale nato appositamente (denominato «Sì alla porta d’accesso del Locarnese»).
Appelli i cui autori sperano siano ascoltati anche nel Sottoceneri, dove verosimilmente si deciderà la partita. In gioco c’è un’opera di grande impatto per la mobilità regionale, e non solo, che permetterebbe di rispondere meglio alle esigenze dei viaggiatori, pendolari o turisti che siano. Una filosofia, tra l’altro, la cui applicazione è in corso (se non già messa a punto) negli altri principali centri del Cantone, con ottimi riscontri da parte di chi ha scelto di spostarsi con il treno e relative corrispondenze.
Tra sogni e soldi
Per tornare all’oggetto in questione, il «sogno» sarebbe accompagnato da una rivalorizzazione come non se ne vedono da tempo da queste parti, perlomeno su suolo pubblico: pavimentazione di qualità, aree distinte riservate ai pedoni - così da poter camminare in sicurezza - più verde e una nuova illuminazione. Pure sul «conteso» viale Cattori, il quale si vedrebbe ridurre il passaggio di veicoli dagli oltre 3.000 al giorno a mille (più 250 autobus, elettrici entro pochi anni). Il risultato di due lustri di studi - senza contare i primi passi, ancora più indietro nel tempo - e le diverse varianti messe alla prova dagli ingegneri tramite simulazioni. Una bocciatura rischierebbe di mandare in fumo anche i sussidi della Confederazione, quantificati in 5,4 milioni.
E c’è chi non lo vuole
Secondo il comitato «Salva viale Cattori», i finanziamenti di Berna non andrebbero comunque persi, se dovessero vincere i contrari, e sarebbero destinati a un progetto alternativo. La questione è stata fatta analizzare da esperti di diritto. Gianluigi Varini, in prima fila nel gruppo del «No», ha più volte affermato che per risolvere l’inghippo ci vorranno al massimo «alcuni mesi, non un altro decennio». Se dalle urne dovesse uscire un «No», rispondono tuttavia i favorevoli, da Berna non arriverebbe nemmeno un franco visto che il sussidio è legato a questo preciso progetto.
Gli oppositori, che non vedono in modo negativo una riqualifica del comparto, sostengono che comunque, previo qualche correttivo, lo status quo per il momento funziona. E insistono sullo spostamento del terminale degli autobus poco più avanti rispetto a dove si trova oggi, proprio sul terreno di proprietà delle FFS che oggi ospita il Park & Rail. Sennonché, l’idea richiederebbe la non scontata cessione di una superficie di 10.000 metri quadrati da parte che delle ferrovie federali, superficie in futuro destinata ad accogliere un autosilo da 400 posti. I tecnici ritengono però che con questo scenario i conducenti continueranno a essere confrontati con manovre pericolose e scomode.
Attraversamento critico
Altro punto sollevato dai detrattori è il problematico attraversamento pedonale di via della Stazione: a loro dire, la posa di semafori per regolare i flussi dei pedoni, del traffico motorizzato usuale e degli autobus in uscita dal nuovo terminale non farebbe che peggiorare la situazione. Ma il proposto sottopassaggio, che sarebbe la soluzione ottimale, è stato scartato da Bellinzona per motivi di ordine finanziario e tecnico.
