Il dibattito

Locarno ribolle per la pensilina mentre s’avvicina il referendum

Una serata pubblica fiume dà il via alla rassegna di eventi in vista del voto del 15 giugno sul nodo intermodale - I contrari: «La politica non ci ha ascoltati» - I tecnici: «È la soluzione migliore, se si rifiuta addio ai fondi della Confederazione»
Ecco come diventerà viale Cattori, che sale verso la stazione di Locarno, qualora dalle urne il «Sì» dovesse uscire vincitore; nell'adesivo in primo piano, Giorgia Abrate, studentessa 24.enne di Minusio, presidente dei Giovani liberali di Locarno e Valli.
Jona Mantovan
16.05.2025 23:15

Una serata pubblica fiume, giovedì nella sala della Sopracenerina, ha dato il via alla rassegna di eventi dedicati alla presentazione dettagliata del cosiddetto nodo intermodale alla stazione di Locarno, allo scopo di informare la cittadinanza sul referendum del 15 giugno. Il progetto, di livello regionale, intende rilanciare il comparto tramite una riqualifica dell’area con pavimentazioni di qualità e alberature, più una pensilina al posto dell’attuale negozio Avec, accompagnata da un nuovo concetto di viabilità che favorisce le manovre degli autobus, lo scambio dal trasporto su rotaia a quello su gomma e la sicurezza dei pedoni.

In ballo, i soldi del Cantone (7 milioni su un totale di 16,6) e di Berna (5,4) più altri contributi dai Comuni e dalle stesse Ferrovie federali, per un’idea osteggiata dal comitato «Salva viale Cattori» che ha lanciato un referendum contro il credito, contestando il passaggio dei mezzi pubblici lungo la salita di 80 metri definita «boulevard di quartiere». E così, tutto il Ticino andrà a votare per decidere se questo «treno» s’ha da prendere.

«Sono pessimista»

Un tema sentito, tanto che sono stati in molti ad aver preso parola, dopo le relazioni dei tecnici del Dipartimento del Territorio (Fabiano Martini, capoarea operativa, e Nicola Richina, capoprogetto sempre della Divisione delle costruzioni) e il dibattito tra favorevoli e contrari (rispettivamente, il vicesindaco di Muralto, Renato Canziani e l’albergatore Gianluigi Varini), soltanto per condividere le loro sensazioni. «Una realtà come la nostra, ad alta vocazione turistica, non può perdere questa partita», ha dichiarato al Corriere del Ticino Luca Renzetti, presidente distrettuale del Partito liberale radicale e organizzatore dell’incontro. «Già l’abbiamo tirata per le lunghe, infatti sul tema arriviamo dopo che qualsiasi altra località ha avuto la sua bella operazione di “maquillage”», ha aggiunto il 39.enne. Tra gli astanti anche Tiziano, che riassume bene il quadro della situazione: «Sono pessimista. Temo che andrà come con il collegamento autostradale», si è rammaricato il 51.enne. «Allora ci eravamo già sparati su un piede, proprio con una votazione e oggi rischiamo che finisca allo stesso modo, sparandoci pure sull’altro».

«La politica non ci ha ascoltati e abbiamo raccolto le firme. Contestiamo il passaggio degli autobus su viale Cattori, ma non il resto», ha ribadito Varini. Il sindaco, Nicola Pini, ha replicato: «Non è vero e sono state prese in considerazione tutte le possibilità». Anche sulla questione dei fondi, gli esperti sono stati categorici: «Non ci sono le motivazioni per rinviare i finanziamenti e, in caso di bocciatura alle urne, questi saranno persi. Abbiamo portato avanti la soluzione migliore e non ne abbiamo altre».

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