Ombre nella vita di Carsten Schloter

ZURIGO - La Svizzera è ancora sotto shock per la prematura scomparsa di Carstern Schloter, CEO di Swisscom, che ieri è stato trovato morto nella sua casa di Friburgo, per quello che pare essere con sempre maggiore certezza, al di là del silenzio degli inquirenti, un suicidio. Considerato tra i più brillanti e rispettati manager a livello nazionale, 49 anni, Schloter lascia dietro se un grande vuoto, che quest'oggi viene sottolineato da tutta la stampa del Paese. Di origine tedesche, questo manager entrato nell'ex regia federale delle telecomunicazioni nell'ormai lontano 2000, per assumerne, nel 2006, il timone in sostituzione di Jens Alder, ha saputo rilanciare la prima società di telefonia elvetica in modo convincente rinvigorendo il comparto "mobile" ed espandendola anche sui mercati internazionali (cfr il Corriere in edicola quest'oggi, a pagina 5).
"Nessun tempo per staccare la spina"
Schloter, dietro alla facciata di manager dinamico, moderno e instancabile (veniva considerato da tutti un vero "workaholic") aveva una vita privata che secondo quanto emerge, apparentemente non riusciva a compensare il logorante ritmo che gli imponeva la nave di cui era diventato timoniere con grande successo. Durante le sue ultime interviste aveva fatto trapelare considerazioni di carattere privato che solo qualche anno fa non trovavano spazio nelle sue dichiarazioni pubbliche. Forse il manifesto segnale di un logoramento personale che Schloter ha comunque cercato di nascondere abilmente fino alla fine, nel rispetto del suo ruolo di leader di una grande società. "Un tempo, quando avevo l'esigenza di staccare la spina, potevo sdraiarmi in un prato e guardare il cielo per rilassarmi e riflettere. Oggi non lo posso più fare", aveva dichiarato di recente a un giornale. I riferimenti allo stress di cui sono vittima i top manager, insomma, sono trapelati poco a poco in tempi più recenti, e con il senno del poi potrebbero essere interpretati come un tenue grido d'aiuto. I figli, inoltre, li vedeva regolarmente, "ma non quanto vorrei".
"La pressione ti attanaglia la gola"
"Faccio sempre più fatica a ritagliarmi del tempo, a trovarlo per me stesso". Oppure, ancora, "la pressione, delle volte, ti attanaglia la gola". Affermazioni che Schloter, tuttavia, compensava sempre con dichiarazioni che indicavano una smisurata passione per il propro lavoro, che in effetti, il CEO di Swisscom concepiva come una vera e propria missione. Che avesse raggiunto obiettivi ambiziosi e ben al di là di un semplice successo aziendale, emerge anche dalla pagina d'addio che la società gli ha dedicato: una grande foto e le sue date di nascita e di morte impresse sotto: 1963-2013. Mezzo secolo di vita per un grande manager che lascia dietro se tre figli, l'ex moglie e la convivente e la costernazione di un Paese che aveva contribuito a sviluppare tecnologicamente.