Paoli non voleva "scudare" quei soldi

GENOVA - Cresce l'attesa per il Consiglio d'indirizzo della Società degli editori italiani (Siae) convocato per domani per conoscere le decisioni del presidente Gino Paoli indagato a Genova per evasione fiscale e nel frattempo si susseguono le indiscrezioni sulle intercettazioni ambientali nello studio del commercialista Andrea Vallebuona, coinvolto nell'inchiesta della maxi truffa a Carige, e che sarà ascoltato il 25 febbraio come teste assistito nel caso che vede coinvolto il cantante. Quei due milioni di euro, provento "al nero" di alcune prestazioni artistiche rese dal cantautore genovese, sarebbero stati portati in una banca svizzera in fasi successive e Paoli, intercettato dalle microspie collocate dalla Guardia di finanza nell'ufficio di Vallebuona, aveva tutte le intenzioni di rientrarne in possesso senza però "scudarli". In una di queste intercettazioni infatti lo stesso cantautore esprime la volontà di non fruire dello scudo fiscale su quel denaro.