Partiti insoddisfatti: «Non si tiene conto del voto sui premi»

Diciamolo subito: il Preventivo 2026 presentato dal Governo non piace a nessuno. I partiti, chi per un motivo, chi per l’altro, si dicono tutti «insoddisfatti». Ed emerge con forza un aspetto: il Governo non ha tenuto conto di quanto deciso dal popolo domenica sui premi di cassa malati.
Servirà un accordo
«Abbiamo appreso con stupore e una certa delusione che il Governo ha proposto tagli alla RIPAM, soprattutto dopo il chiaro segnale uscito dalle urne», sottolinea ad esempio la co-presidente del PS Laura Riget. «L’Esecutivo sembra voler continuare a battere questa strada nonostante tutti i messaggi ricevuti, anche dal Parlamento». Colpire di nuovo il sistema dei sussidi appare quindi «incomprensibile». «Il Preventivo 2026, se si fa astrazione da quanto deciso domenica dal popolo, è quello che ci aspettavamo», commenta invece Fiorenzo Dadò, presidente del Centro. «Ma a fronte dei risultati sulle due iniziative, il documento non corrisponde alle spese future che dovrà sopportare il Cantone». Bisognava dunque agire diversamente, «anche perché nei prossimi anni serviranno interventi molto più pesanti», rilancia ancora Dadò. Sulla stessa linea anche il presidente del PLR Alessandro Speziali, che parla di un «preventivo che nasce già vecchio». E questo proprio a causa del voto sulle due iniziative. Che «produrrà importanti conseguenze finanziarie. Per fortuna, il Gran Consiglio gioca la sua parte e di fronte a un Preventivo 2026 stanco abbiamo deciso di presentare due mozioni che chiedono una riforma del sistema di sussidi e alcuni scenari sulla pianificazione ospedaliera». Quanto alle tempistiche rispetto al messaggio del Governo sul finanziamento delle due iniziative, Speziali pretende che il Governo presenti «entro pochi mesi una proposta. Solo a quel punto, potremo capire la reale situazione dei conti del Cantone». Un messaggio che tuttavia, come è stato ribadito, dovrà per forza di cose rispondere a una domanda centrale: come finanziare le due proposte di PS e Lega? In questo senso, il primo incontro fra iniziativisti e Governo è in programma già la settimana prossima. «Come Partito socialista siamo pronti a discutere delle soluzioni», ribadisce Riget. «Ma ci vuole apertura su tutti i fronti, non solo sui tagli, anche a livello fiscale». Della partita vuole essere anche il PLR di Speziali, che tuttavia parte dal presupposto che «non si deve percorrere la scorciatoia fiscale, soprattutto dopo che con grande fatica siamo riusciti a riportare il Ticino nella media nazionale». Ciononostante, «siamo coscienti che i partiti dovranno trovare una quadra per riuscire da un lato a tenere in piedi lo Stato, i suoi servizi e i suoi investimenti. E dall’altra dare doverosamente seguito alle iniziative popolari». «È nell’interesse di tutti trovare un’intesa», rilancia dal canto suo Dadò. «Sia degli iniziativisti, sia di chi è chiamato a gestire il Cantone. Penso che nessuno voglia una chiamata alle urne della popolazione a getto continuo su questi aspetti. Si può trovare una soluzione ragionevole in tempi celeri se tutti sono disposti a fare concessioni». Per i Verdi, invece, «il Governo è vittima di un ‘‘trumpismo della destra nostrana” che vuole tagliare le imposte ai ricchi e diminuire gli aiuti alle fasce fragili. Sapeva che avremmo votato due iniziative per diminuire il peso della cassa, ma non si è trattenuto dall’inserire nel preventivo un altro taglio ai sussidi, mentre non ha il coraggio di prendere i soldi dove ci sono». Sul tema del preventivo «vecchio» si inserisce a gamba tesa anche l’UDC: «Ancora una volta il Governo si piega alla logica dello scaricabarile e dimostra che la volontà popolare per lui non conta nulla», attacca il partito in un comunicato.
La sveglia deve suonare
Lo ribadiamo: a caldo (anche perché si tratta di un documento di quasi 300 pagine) il Preventivo 2026 non piace a nessuno. Non solo a causa del mancato «anticipo» di misure riguardanti le casse malati. Ma anche per le varie voci che compongono la manovra di rientro da 120 milioni. «Il documento non ci soddisfa perché non asseconda i bisogni della cittadinanza ed è sbilanciato verso i tagli», riferisce a questo proposito Riget. «Tagli ingiusti, bisognava al contrario mostrare più coraggio sul fronte delle entrate». I socialisti puntano il dito anche sui risparmi effettuati sul settore sociosanitario «con effetti su ospedali, servizi d’aiuto a domicilio, istituti per invalidi e altri servizi fondamentali». Oltre a ciò, a preoccupare la sinistra sono anche le minori risorse destinate all’amministrazione pubblica con la decisione di non sostituire i partenti e gli interventi nel settore della migrazione. I socialisti «salvano» solo due aspetti del preventivo: l’assenza di tagli nella scuola e nella pedagogia speciale «e le parole dette in conferenza stampa dal Governo», spiega la co-presidente socialista. «Abbiamo notato che da parte governativa c’è la consapevolezza che nel prossimo futuro non si potrà agire solo sui tagli, ma si dovrà intervenire anche sulla leva fiscale». Come è stato ribadito dall’Esecutivo, infatti, il possibile «rosso» delle finanze, una volta entrate a regime tutte le iniziative votate domenica, la riforma EFAS e i tagli della Confederazione, è troppo importante per pensare di agire solo su un fronte. E preoccupato si dice anche il PLR. «Più che le singole misure messe a preventivo - dice Speziali - ci impressiona la proiezione del 2028: vedere un ammanco di 700 milioni di franchi fa ben capire che la sveglia deve suonare per tutti». Sul fronte degli investimenti, invece, Speziali ritiene che siano «il termometro della salute di un Cantone». Tuttavia, «credo anche sia giusto avere una lista delle priorità. Per questo intendo chiedere una mappa degli investimenti previsti, in modo che il Parlamento possa decidere dove investire con più coraggio». Inoltre, dice, «mi sarei aspettato una proposta concreta di semplificazione burocratica, per permettere al territorio di svilupparsi, e creare così ricavi». l documento convince poco anche la Lega, secondo la quale «non si notano le 40 misure da noi proposte», come rileva il coordinatore Daniele Piccaluga. Tra i provvedimenti giudicati «inaccettabili» figurano anche «il riversamento di altri oneri sui Comuni, con gli enti locali chiamati ancora alla cassa, malgrado Vitta sostenga che l’onere sarà compensato dall’aggiornamento dei valori di stima» e l’aumento di 5 milioni dell’imposta di circolazione. «Davvero minima» è anche la proposta sul personale partente: «Ci saremmo aspettati senza dubbio qualcosa di più deciso su questo fronte». La misura non convince neppure l’UDC: «Negli ultimi cinque anni, il personale cantonale è cresciuto di 800 unità. La decisione di non voler sostituire solo il 10% dei partenti è ridicola», sostiene il presidente Marchesi. Per quanto riguarda invece l’aumento dei valori di stima, Marchesi ricorda che è pendente un’iniziativa popolare che chiede di neutralizzarli: «Invece di forzare la mano, si dovrebbe portare l’iniziativa al voto e lasciar decidere ai cittadini». Per l’UDC è anche inaccettabile l’ipotesi di riversare ulteriori costi sugli enti locali: «È una decisione in contrasto con il Decreto Morisoli, votato dal popolo e valido fino a fine anno». In generale, poi, anche con il Preventivo 2026 il Consiglio di Stato «ha dimostrato di avere poco coraggio», dice Marchesi. «Il percorso di risanamento delle finanze andava iniziato anni fa. Invece, l’Esecutivo è rimasto ad aspettare».
I sindacati non ci stanno
Il preventivo non piace ai partiti. E neanche ai sindacati. In una presa di posizione congiunta, le parti sociali esprimono «profonda preoccupazione e contrarietà». «Il Governo ha confermato una politica di contenimento della spesa che imporrà sacrifici al settore pubblico, sociosanitario e socioeducativo», sottolineano OCST, SIT e VPOD. «Questo orientamento si tradurrà in misure di risparmio a scapito della qualità dei servizi e delle condizioni di lavoro».

