Pattumiera o no, questo il dilemma

RIVERA/MENDRISIO - Quasi nessuno si sogna più di andare, come si faceva una volta, dal ciabattino per rifarsi un tacco o dalla sarta ad aggiustarsi il vestito fattosi troppo stretto. L?andazzo, ormai, è quello del compra, usa (un po?) e poi butta nel cestino. Nemmeno un velo di malinconia nel liberarsi di armadi, televisori a tubo catodico, libri, telefonini, magliette e orpelli vari. Tanto i negozi sono pieni di articoli, meno cari delle riparazioni, che aspettano solo di essere acquistati. È così che va la vita, è così che gira il mercato. A ben guardare, però, anche in Ticino c?è qualcuno che rema controcorrente e ha fatto del riciclo la sua filosofia di vita (Emmaus, Area, Caritas, ecc.). E, forse complice la crisi, a questa sparuta comitiva di rigattieri si è aggiunto un esercito di «trafficanti dell?usato» che sfrutta le infinite possibilità offerte da Internet.Una comunità di robivecchi che vive ai piedi del Monte Ceneri, giusto accanto agli scivoli nuovi di pacca del mega acquaparco in costruzione. Una comunità, nata nel 1979, che s?ispira alle idee dell?Abbé Pierre, cappuccino francese che si batteva per i poveri e i rifugiati. Un uomo fuori dagli schemi che irritava la gerarchia ecclesiastica pronunciandosi, ad esempio, in favore del matrimonio dei preti o ammettendo di aver trasgredito il voto di castità. È la comunità Emmaus di Rivera, una delle sei presenti in Svizzera. Attorno al centro ruotano una trentina di persone, 18 delle quali senzatetto ticinesi e stranieri, oltre a una quindicina di caprette che sgambettano in giardino. «Accogliamo tutti senza distinzione di razza, età o capacità», dice il responsabile Yvan Winiger che incontriamo tra gli oggetti del negozio dell?usato. È questo lo scopo fondamentale della comunità che, proprio grazie agli oggetti «da buttare» – che recupera e vende o, sempre più spesso, elimina attraverso la raccolta differenziata dei rifiuti – riesce a finanziare tutte le sue attività...
Sapevate che il costo della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti ingombranti non riciclabili si avvicina ai 300 franchi ogni tonnellata? L?informazione proviene dall?ACSI (Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana), che da diversi anni promuove iniziative intelligenti per limitare gli sprechi. Come ad esempio il «salvataggio in extremis» di quei rifiuti in ottimo stato che troppo spesso vengono gettati e rischiano di andare distrutti. «Ridurre la quantità di ingombranti che i Comuni devono raccogliere favorendone il recupero», leggiamo sul sito dell?ACSI, «contribuisce alla riduzione delle spese di raccolta». «Il principio che sta alla base dello scambio dell?usato è lo stesso dei mercatini ACSI, nati per lottare contro lo spreco e far durare più a lungo capi di abbigliamento e attrezzature per la prima infanzia. Obiettivo dello scambio dell?usato è di ridurre la massa di rifiuti da eliminare, valorizzando il recupero di materie prime». Ne parliamo con Rosanna Tognini Braghetta, coordinatrice ACSI del progetto «scambio dell?usato»...