L'idea

«Per il futuro ponte di Visletto chiamiamo Santiago Calatrava»

Il cavista Cesare Maurino e la moglie Natascia propongono di affidare al celebre architetto svizzero di origini spagnole la ricostruzione del manufatto distrutto dall’alluvione - «Diverrebbe un’attrazione turistica con ricadute per l’Alta Vallemaggia
L’opera non ha retto alla furia del fiume Maggia la notte tra il 29 ed il 30 giugno 2024 © CdT/Gabriele Putzu
Spartaco De Bernardi
05.02.2025 06:00

Marmo di Peccia per i basamenti; acciaio e cemento armato per la struttura aerea. Così Cesare e Natascia Maurino s’immaginano il futuro ponte di Visletto. Ed affinché il manufatto distrutto dall’alluvione del 29 e 30 giugno scorsi diventi qualcosa di unico, hanno pensato di contattare l’«archistar» Santiago Calatrava per sondare la sua disponibilità a progettare l’opera. «Il futuro ponte non dovrà solo semplicemente sostituire quello spazzato via dalla furia del fiume. Dovrà essere qualcosa di più: un simbolo di resilienza che testimoni la capacità dell’Alta Vallemaggia di rispondere alla natura con la propria identità più forte, ossia la pietra», spiega al CdT il titolare di Cristallina SA e Graniti Maurino SA, che insieme alla moglie Natascia attende una risposta dal famosissimo architetto svizzero di origini spagnole. Così come una risposta la attendono dal Consiglio di Stato al quale hanno sottoposto la loro idea.

Il progetto consentirebbe di valorizzare una preziosa risorsa: il marmo di Peccia
Cesare Maurino, CEO Cristallina SA e Graniti Maurino SA

Spronati ad andare avanti

«Nel frattempo abbiamo però ricevuto molte attestazioni di fiducia per questa nostra iniziativa e ci invitano a fare in modo che il progetto possa andare a buon fine». Si tratta di una cinquantina di messaggi di posta elettronica che riportano i complimenti a Maurino e a sua moglie per la loro proposta illustrata in un’inserzione pubblicata la scorsa settimana sulla stampa. Il Ticino, argomenta l’architetto che rappresenta la quarta generazione della nota famiglia di cavisti della Riviera con attività estrattiva anche in Alta Vallemaggia, potrebbe essere il primo cantone ad ospitare un’opera simile progettata da Calatrava. Un’opera che, oltre a valorizzare un’importante risorsa dell’Alta Valle qual è il marmo di Peccia, diverrebbe anche una grande attrazione, un punto di riferimento architettonico, ingegneristico e culturale. «Un ponte che non si attraversa, ma si vive. Proprio per questo motivo Cevio e tutta la Vallemaggia potrebbero beneficiare di importanti ricadute economiche grazie al flusso di appassionati di architettura o di semplici turisti desiderosi di ammirare un’opera progettata da un architetto di fama mondiale», specifica ancora Maurino, secondo il quale proprio queste ricadute permetterebbero di compensare gli eventuali maggiori costi che la costruzione del futuro nuovo ponte di Visletto potrebbe comportare rispetto a quelli di un manufatto «normale».

Benefici per le ditte locali

Secondo il nostro interlocutore, anche il cantiere per la costruzione del nuovo ponte favorirebbe la crescita locale grazie al coinvolgimento di aziende, di artigiani e professionisti del settore della pietra naturale, dalla sua estrazione fino al suo utilizzo per la realizzazione di infrastrutture pubbliche. «Nuovi posti di lavoro verrebbero creati non solo per la costruzione del nuovo ponte di Visletto, ma anche nella manutenzione e nella promozione del manufatto sul lungo termine», sottolinea Maurino concludendo: «Sappiamo che è un’idea ambiziosa, ma sono le visioni audaci quelle che cambiano un territorio».

Ora anche a noi non resta che attendere le risposte di Santiago Calatrava e del governo ticinese.

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