Stati Uniti

Perché Donald Trump è stato riammesso su Facebook?

Meta, con un lungo post, ha spiegato le motivazioni e ha aggiornato la policy: «Mr. Trump si troverà a dover fare i conti anche con sanzioni più severe in caso di violazioni ripetute» – La reazione del tycoon non si è fatta attendere
© KEYSTONE (AP Photo/Andrew Harnik)
Jenny Covelli
26.01.2023 14:33

Donald Trump torna su Facebook (e Instagram). Sono trascorsi sette giorni tra la richiesta da parte dell'entourage dell'ex presidente a Meta e la sua decisione. «Noi crediamo che il divieto imposto all'account del presidente Trump su Facebook abbia distorto drasticamente e inibito il dibattito pubblico. Chiediamo un incontro per discutere una sua veloce riammissione sulla piattaforma», si leggeva nella lettera indirizzata al social di Mark Zuckerberg. Da parte sua, Facebook aveva fatto sapere che avrebbe annunciato «una decisione nelle prossime settimane in linea con il processo stabilito», che prevedeva la revisione del divieto imposto dopo 48 mesi. Ieri, l'annuncio: nelle prossime settimane finirà la sospensione degli account su Facebook e Instagram dell’ex presidente degli Stati Uniti.

La nota di Meta

È un lungo post quello che Nick Clegg, presidente dei global affairs di Meta, ha scritto sul blog ufficiale. Che può essere riassunto in due frasi estrapolate dal testo: «La sospensione è stata una decisione straordinaria presa in circostanze straordinarie (era il gennaio del 2021, dopo l'assalto al Congresso, ndr.). Lo stato normale delle cose è che il pubblico dovrebbe essere in grado di ascoltare un ex presidente degli Stati Uniti, e di nuovo un candidato dichiarato per quella carica, sulle nostre piattaforme. Ora che il periodo di sospensione è scaduto, la questione non è se scegliamo di ripristinare gli account di Trump, ma se sussistono circostanze straordinarie tali da giustificare l'estensione della sospensione oltre il periodo di due anni originario».

Insomma, gli account del tycoon saranno ripristinati nelle prossime settimane. Perché, scrive ancora Clegg, «i social media sono radicati nella convinzione che il dibattito aperto e il libero flusso di idee siano valori importanti, soprattutto in un momento in cui in molti luoghi del mondo questa liberà non è data. Come regola generale, non vogliamo intralciare il dibattito aperto, pubblico e democratico sulle piattaforme di Meta, specialmente nel contesto delle elezioni democratiche. Il pubblico dovrebbe essere in grado di ascoltare ciò che dicono i loro politici – the good, the bad and the ugly (il buono, il brutto e il cattivo, ndr.) – in modo che alle urna possa fare scelte "informate" e consapevoli. Ma ciò non significa che non ci siano limiti a quello che le persone possono dire sulla nostra piattaforma. Quando c'è un chiaro rischio di danni nel mondo reale – un livello deliberatamente alto per Meta di intervenire nel discorso pubblico – agiamo».

In questo Meta ha fatto un passo in più: ha aggiornato la policy per tenere conto dei contenuti che, seppure non violino esplicitamente le sue regole, potrebbero incoraggiare comportamenti violenti (simili all'attacco a Capitol Hill del 6 gennaio 2021). Se la piattaforma dovesse identificare un contenuto di questo tipo, ne limiterà la distribuzione, con la possibilità di limitare anche la capacità di condivisione dell'utente che lo ha pubblicato. Meta ha messo una pezza, insomma, per evitare che episodi simili riaccadano. «Come qualsiasi altro utente di Facebook o Instagram, Mr. Trump è soggetto agli standard della community - scrive ancora il presidente dei global affairs di Meta-. Alla luce del suo "trascorso", ora si troverà a dover fare i conti anche con sanzioni più severe in caso di violazioni ripetute, sanzioni che si applicheranno ad altri personaggi pubblici i cui account sono stati ripristinati a seguito di sospensioni legate a disordini civili». Lo dice il protocollo aggiornato. «Nel caso in cui il signor Trump pubblichi ulteriori contenuti che implicano delle violazione, lo stesso verrà rimosso e l'account sarà sospeso per un periodo compreso tra un mese e due anni, a seconda della gravità della violazione». Tutto bene, insomma, o più o meno. «Sappiamo che qualunque decisione venga presa su questo tema sarà aspramente criticata. Qualcuno non sarà d'accordo su quanto è stato deciso. Ma una decisione doveva essere presa, abbiamo quindi cercato di farlo nel miglior modo possibile. Un modo coerente con i nostri valor e con l'Oversight Board», il comitato indipendente istituito per dirimere le questioni etiche più complesse di Facebook».

La reazione

La reazione di Trump non si è fatta attendere. Il tycoon ha affidato le sue parole al social Truth, da lui stesso fondato proprio per reagire alla sospensione dalle altre piattaforme. «Facebook, che ha perso miliardi da quando ha defenestrato il vostro presidente favorito, ha appena annunciato che reintegrerà il mio account». Cominciamo bene, verrebbe da dire. Anche perché ha aggiunto: «Il divieto è una cosa che non sarebbe mai dovuta accadere a un presidente in carica».

Trump tornerà su Facebook e Instagram? Staremo a vedere. Già a fine novembre l'account Twitter del tycoon è infatti stato ripristinato dopo quasi due anni di sospensione, dopo il lancio di un sondaggio da parte di Elon Musk. Ma di cinguettii neppure l'ombra. Con l'avvicinarsi delle elezioni del 2024, però, la visibilità di Facebook, Instagram e Twitter potrebbe riaccendere il desiderio di visibilità.

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