Retrospettiva

Perché la foto dell'anno è Trump con l'orecchio insanguinato

La Redazione di CdT.ch ha scelto la fotografia scattata da Evan Vucci come immagine più significativa del 2024 – Nel bel mezzo del caos di un attentato, il tycoon ha avuto la lucidità di sfruttare l'occasione
Giacomo Butti
31.12.2024 09:00

Avrebbe potuto essere un'immagine proveniente da Israele o dalla Striscia di Gaza. L'ultima fotografia scattata ad Alexei Navalny o una figura – come l'anno scorso – generata dall'intelligenza artificiale, sempre più impressionante nella sua capacità. Ma abbiamo preferito scegliere, come foto dell'anno, quella scattata da Evan Vucci (AP) al comizio elettorale di Butler, Pennsylvania. Nell'immagine, Donald Trump è circondato da agenti dei servizi segreti statunitensi dopo il tentativo di assassinio da parte del 20.enne Thomas Matthew CrooksL'orecchio destro insanguinato, Trump ha avuto la prontezza, nel caos, di alzare al cielo il pugno: un gesto di sfida che – quel 13 luglio – ha incendiato gli animi dei sostenitori e ottenuto la stima di una fetta di oppositori ed elettori indecisi. Difficile, oggi, dire se sia stato o meno l'attentato a volgere l'ago della bilancia in favore del tycoon nella lotta contro Joe Biden prima e Kamala Harris poi. Certo è che, in un anno contraddistinto, a livello politico, proprio dalla corsa alla Casa Bianca, quello catturato nell'immagine rappresenta un momento topico.  

Di seguito riproponiamo l'articolo stilato dalla redazione di CdT.ch nei concitati minuti dopo l'attentato, e il commento di Giacomo Butti, pubblicato nelle ore immediatamente seguenti.

Donald Trump ferito durante il suo comizio: ucciso lo sparatore

di Red. Online, pubblicato il 14.07.2024, ore 00.24

 

(Aggiornato alle 04.17) Colpi d'arma da fuoco sono stati esplosi, durante un comizio a Butler, Pennsylvania, mentre l'ex presidente statunitense Donald Trump si rivolgeva alla folla. Le informazioni sono ancora frammentarie, ma il tycoon, visto sanguinare dall'orecchio destro, è stato subito circondato dalla sicurezza e si è rialzato: era cosciente ma ferito.

Circa una decina, secondo le prime analisi, i colpi uditi. Urla tra la folla, ma non c'è stato un fuggi fuggi generale: i fan hanno gridato «USA, USA», mentre Donald Trump alzava il pugno, portato via dal Secret Service,  al grido di: «Lottiamo lottiamo, lottiamo».

Il Secret Service ha fatto immediatamente allontanare la stampa dal comizio. La zona, hanno fatto sapere i media, è stata dichiarata «scena del crimine», mentre è stata aperta un'indagine per tentato assassinio.

«In ospedale, ma sta bene»

Trump, ha fatto sapere il portavoce della campagna Steven Cheung, è stato portato in un ospedale nella zona di Butler per un controllo ma «sta bene». «Il presidente Trump ringrazia le forze dell'ordine e i primi soccorritori per la loro rapida azione dopo questo atto atroce», ha aggiunto.

«Shooter is down»

Lo sparatore è stato abbattuto dallo US Secret Service. La notizia, inizialmente anticipata dalla CNN – che nei video raccolti evidenziava le parole della sicurezza: «Shooter is down», lo sparatore è a terra – è stata confermata dal procuratore di Butler, Richard Goldinger. L'attentatore è stato ucciso dalle polizia e c'è almeno una vittima fra i partecipanti del comizio, ha fatto sapere l'Associated Press. Secondo CNN, due altre persone che stavano assistendo all'evento sono state ferite e si trovano in gravi condizioni.

Secondo quanto riferito da Goldinger, l'attentatore si trovava sul tetto di un edificio adiacente al luogo del comizio, fuori dall'area dell'evento. «Era necessario un fucile per compiere l'attentato perché era a diverse centinaia di metri di distanza», ha detto il procuratore.

Le parole di Biden

Donald Trump è stato ferito mentre stava tenendo un comizio nello Stato in bilico della Pennsylvania, a Butler, un'area a lui favorevole. Era l'ultimo evento in programma prima della convention repubblicana di Milwaukee, che inizia lunedì e che giovedì deve incoronarlo nominee del partito per la Casa Bianca.

Joe Biden si trovava a messa nel momento in cui Donald Trump è stato colpito durante un comizio in Pennsylvania. Ricevuto un briefing iniziale, il presidente ha commentato tramite una nota diffusa dalla Casa Bianca: «Sono grato di sapere che Donald Trump è salvo e sta bene. Prego per lui, la sua famiglia e per tutti coloro che erano presenti alla manifestazione, in attesa di ulteriori informazioni. Io e Jill siamo grati al Secret Service per averlo portato in salvo. Non c'è posto per questo tipo di violenza in America. Dobbiamo unirci come un'unica nazione per condannarla». Biden ha in seguito lasciato la sua residenza di Rehoboth Beach in Delaware per parlare in diretta di fronte ai media: «Non possiamo essere così, tutti devono condannare quello che è avvenuto», ha sottolineato il presidente statunitense. «Spero di poter parlare con Donald Trump questa sera».

Le reazioni

«Prego per Donald Trump», ha dal canto suo scritto su X lo speaker della Camera americana Mike Johnson, mentre Chuck Schumer, leader dei democratici al Senato, ha commentato: «Sono inorridito da quello che è successo al comizio di Trump in Pennsylvania e sollevato dal fatto che l'ex presidente sia al sicuro. Non c'è posto per la violenza politica nel nostro Paese».

Simili le parole dell'ex presidente Barack Obama, che ha affidato a X il proprio pensiero: «Non c'è assolutamente spazio per la violenza politica nella nostra democrazia. Anche se non sappiamo ancora esattamente cosa sia successo, dovremmo essere tutti sollevati dal fatto che l'ex presidente Trump non sia stato gravemente ferito e sfruttare questo momento per impegnarci nuovamente nella civiltà e nel rispetto nella nostra politica. Michelle e io gli auguriamo una pronta guarigione».

«Essendo una persona la cui famiglia è stata vittima di violenza politica, so in prima persona che non c'è posto per la violenza politica nella nostra società. Ringrazio Dio che l'ex presidente Trump sia salvo», ha scritto l'ex speaker dem Nancy Pelosi su X.

Rischio strumentalizzazione

Mentre Joe Biden predica unità contro l'intollerabile violenza politica, lato repubblicano c'è qualcuno che non ha tardato a puntare il dito. Ad aprire le danze è stato il senatore dell'Ohio J.D. Vance, da molti ritenuto uno dei papabili per la vicepresidenza di Trump. «Quello di oggi non è solo un incidente isolato. La premessa della campagna di Biden è che il presidente Donald Trump è un fascista autoritario che deve essere fermato a tutti i costi. Quella retorica ha portato direttamente al tentato assassinio del presidente Trump». 

Incendiari i toni utilizzati anche da altri repubblicani: «Per settimane i leader democratici hanno alimentato un'isteria ridicola secondo cui la vittoria della rielezione di Donald Trump sarebbe la fine della democrazia in America», ha detto il numero due del Grand Old Party alla Camera, Steve Scalise, lui stesso gravemente ferito durante una sparatoria nel 2017 il cui responsabile apparteneva a diversi gruppi anti-repubblicani. Qualcuno si è spinto oltre: «È stato Joe Biden a dare l'ordine», ha addirittura commentato su X il deputato Mike Collins.

Il tentato assassinio di Donald Trump e quella bravura nel fare limonate

di Giacomo Butti, pubblicato il 14.07.2024

 

«Se la vita ti dà limoni, fanne una limonata», dice un adagio americano. Il consiglio è chiaro: sii in grado di vedere e sfruttare gli aspetti positivi di ogni situazione, anche la più aspra.

Se c’è qualcosa che pure un incallito detrattore deve riconoscere a Donald Trump, è proprio questo: la sua capacità di cogliere l'attimo, spremendo il massimo da ogni occasione.

Lo ha dimostrato 8 anni fa quando – subodorato il malcontento degli americani – era stato in grado di cavalcare un animale pericoloso, quello populista, per trascinare una ben più preparata Hillary Clinton nella polvere e vincere l’improbabile corsa alla Casa Bianca. 

A maggior ragione lo farà oggi, dopo l’arrivo di un proiettile che per centimetri (o anche meno) ci permette di parlare soltanto di «tentato» assassinio. Nel bene e nel male, del resto, le immagini prontamente diffuse dai media americani sono già passate alla Storia. L’orecchio destro improvvisamente insanguinato, gli agenti di sicurezza che subito lo attorniano, lui che – a terra nel marasma – chiede: «Lasciatemi prendere le scarpe». E poi eccola, la capacità di fare una limonata: la lucidità di alzare il pugno al cielo, incitando la folla. Non c’è dubbio: al netto del grosso, grossissimo pericolo corso a Butler, Pennsylvania, Donald Trump saprà sfruttare l’occasione per accrescere il consenso fra sostenitori e oppositori.

In condizioni simili, seppur non identiche, lo aveva già fatto Ronald Reagan. L'attore era presidente (entrato in carica il 20 gennaio 1981) e non candidato, quando – il 30 marzo 1981 – scampò per pochissimo a un attentato. Un attacco non dettato da ragioni politiche, ma con il quale, come allora sottolineato dal giornalista del Washington Post David Broder, Reagan aveva guadagnato l'indefesso supporto degli americani: «Una nuova leggenda è nata. Finché la gente ricorderà il presidente ricoverato che scherzava con i suoi medici e infermieri - e lo ricorderà - nessun critico potrà dipingere Reagan come un uomo crudele, insensibile o senza cuore». La voglia di scherzare non venne mai meno a Reagan, che nel 1987 – interrotto nel bel mezzo di un discorso dallo scoppio di un palloncino – liquidò con uno scanzonato «missed me», mancato, le paure di un secondo attentato.

È un ricordo, quello di quanto accaduto al presidente-attore, che in queste ore sarà già venuto a noia ai lettori. Eppure rende bene l'idea di somiglianze e, soprattutto, differenze fra il clima che regnava negli anni Ottanta e quello di cui oggi sono preda gli Stati Uniti.

Complice la forte connotazione politica dell'attentato a Trump – il fatto che sia avvenuto durante un comizio lascia poco spazio a interpretazioni – nessuno ha più voglia di scherzare. Peggio: nonostante il pronto intervento del presidente Joe Biden e di altri leader democratici, che immediatamente hanno condannato ogni forma di violenza politica e assicurato il proprio supporto al rivale, il Paese non sembra pronto ad abbandonare la propria polarizzazione.

Nessun abbraccio: anche nella disgrazia (un morto e due feriti, al momento, il bilancio fra gli spettatori del comizio) i fronti mantengono una granitica solidità, mentre alcuni alleati di Trump – fra questi anche uno dei papabili alla vicepresidenza, il senatore J.D. Vance – sembrano anzi disposti a scavare ulteriori fossati: «Quanto avvenuto oggi non è un incidente isolato. La premessa centrale della campagna di Biden è che il presidente Donald Trump è un fascista autoritario che deve essere fermato a tutti i costi. Questa retorica ha portato direttamente al tentativo di assassinio», ha affermato su X il politico dell'Ohio.

Per chi ha seguito, negli ultimi mesi, il discorso elettorale, non sarà difficile distinguere fra piromane e pompiere. Ma parafrasando un altro detto, chi semina... limoni raccoglie limoni. Fino a quando il gioco delle divisioni reggerà? A lungo andare, pure la miglior limonata può far male, o scatenare violenze diffuse. Il 6 gennaio 2021 insegna.

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