Perché Sam Altman era stato silurato da OpenAI?

Non è stato sempre «candido nelle sue comunicazioni» con l'organo di vigilanza, «ostacolando le sue capacità all'esercizio delle sue responsabilità. Il CdA non ha fiducia nelle sua capacità di continuare a guidare OpenAI». Con queste parole, a metà dello scorso novembre, OpenAI aveva annunciato il siluramento del CEO Sam Altman. Una notizia bomba, che aveva immediatamente portato dubbi e tenebre nel mondo dell'intelligenza artificiale. Microsoft – il principale investitore e partner di OpenAI – aveva subito annunciato che avrebbe assunto Altman e il presidente dimissionario di OpenAI, Greg Brockman, per guidare un team di ricerca sull'intelligenza artificiale avanzata. Ed era partita la battaglia. Gran parte dei dipendenti di OpenAI avevano minacciato dimissioni di massa per trasferirsi a Redmond, e l'azienda aveva fatto un passo indietro, reintegrando il cofondatore quale amministratore delegato. Quindi, venerdì, la notizia: Sam Altman è stato riammesso con «piena fiducia» nel Consiglio di amministrazione a conclusione di un'indagine interna secondo cui è idoneo a guidare la startup al centro della rivoluzione dell'intelligenza artificiale.
Tre nuovi membri del CdA
OpenAI annunciato con un post nel blog aziendale di avere nominato Altman e tre esperte dirigenti come nuovi membri del board della società. Le nuove entrate sono tutte donne: Sue Desmond-Hellmann, ex ad della Bill & Melinda Gates Foundation, Nicole Seligman, già direttrice degli affari legali di Sony, e Fidji Simo, ad e presidente della società di delivery Instacart ed ex dirigente di Facebook.
«Ho imparato molto»
L'indagine interna era stata commissionata da tre membri del CdA ed è stata condotta dallo studio legale WilmerHale. Secondo la sintesi pubblicata da OpenAI, la rimozione di Sam Altman è stata causata da una «interruzione della fiducia», nonostante la sua condotta «non ha reso necessaria la rimozione». «Sono contento che questa storia sia finita», ha commentato il numero uno di OpenAI, «è stato demoralizzante vedere alcune persone con un secondo fine che cercano di sfruttare le fughe di notizie sulla stampa per danneggiare l'azienda e la sua missione. Ho imparato molto da questa esperienza». Il cofondatore della startup ha quindi spiegato «di essere pentito per un episodio che ha coinvolto un membro del CdA».
A chi fa riferimento? La persona in questione, scrive Wired, sembra essere Helen Toner, ricercatrice del think tank Center for security and emerging technology ed ex membro del CdA di OpenAI. Quando la ricercatrice aveva pubblicato un'analisi che criticava la velocità con cui l'azienda prendeva decisioni legate al lancio dei suoi prodotti, Altman avrebbe cercato di allontanarla dal board: «Penso che avrei potuto gestire la situazione con più eleganza e attenzione, e mi scuso per questo», ha dichiarato. «Ci auguriamo che il nuovo consiglio di amministrazione faccia il suo lavoro, governando OpenAI e facendole rendere conto della sua missione – ha scritto Toner su X –. Come abbiamo detto agli investigatori, l'inganno, la manipolazione e la resistenza a una supervisione scrupolosa dovrebbero essere inaccettabili».
Cosa rivelano le conclusioni dell'indagine interna?
Nell'indagine, WilmerHale ha analizzato oltre 30 mila documenti e colloqui. Ma OpenAI ha pubblicato solo una sintesi dei risultati. Ne è emerso che i quattro membri del CdA che avevano allontanato Sam Altman – sostenendo che avesse messo in pericolo la missione dell'azienda, ovvero sviluppare un'AI generale che andasse a beneficio dell'umanità – non si aspettavano che il suo allontanamento «avrebbe destabilizzato l'azienda».
«WilmerHale ha anche scoperto che la decisione del consiglio di amministrazione non è scaturita da preoccupazioni riguardanti la sicurezza dei prodotti, la velocità di sviluppo, le finanze di OpenAI o le sue dichiarazioni agli investitori, ai clienti o ai partner commerciali, ma è stata la conseguenza di un deterioramento dei rapporti e della perdita di fiducia tra il precedente CdA e Altman», si legge nel riassunto di OpenAI. CdA che «ha agito in maniera affrettata, senza dare preavviso ai principali stakeholder, condurre un'indagine completa o fornire al CEO opportunità di rispondere».
Detto di quello che è successo, OpenAI ha fatto sapere che le modifiche alla struttura della società e l'espansione del CdA a sette membri aiuteranno a gestire meglio la società.