Preoccupati nove lavoratori su dieci

Il rapido cambiamento delle condizioni di lavoro peggiora la salute fisica e psichica dei lavoratori? A questa domanda ha voluto dare una risposta un?inchiesta svolta dall?Unione Europea e, per la Svizzera, una della Segreteria di Stato per l?economia (SECO). Emerge che i lavoratori svizzeri, in media, lamentano discriminazioni legate all?età, al sesso e minacce o umiliazioni in misura maggiore rispetto alla media europea: le molestie sessuali, al contrario, sono meno della media UE. Sul fronte fisico, invece, circa il 55% dei lavoratori del nostro Paese lamenta dolori muscolari alle spalle e alla schiena (la media nell?Unione europea è del 43%), dolori ossei (50%, UE 46%), mal di testa e disturbi agli occhi (47%, UE 39%), dolori muscolari alle gambe (31%, UE 30%), disturbi del sonno (27%, UE 18%), depressione o ansia (12%, UE 9%). Per Giovanni Costa, professore di Medicina del lavoro presso l?Università Statale di Milano "i rischi tipici di chi lavora in fabbrica -assai frequenti nei decenni passati - sono in parte diminuiti perché è cambiata l?organizzazione del lavoro. Per esempio certe mansioni pericolose o ripetitive le fanno i macchinari automatici. Al contrario, crescono i fattori psico-sociali che sono all?origine dello stress lavorativo, indicato come la condizione maggiormente associata con il deterioramento della salute di un lavoratore su tre, con prevalenza tra chi non svolge un?attività industriale". Per il professor Gianfranco Domenighetti dell?Università della Svizzera Italiana, invece, su mille lavoratori interpellati in Ticino nell'ambito di una ricerca dell'USI, "uno su sei teme di perdere il lavoro, ben due su tre temono che - in caso di licenziamento - sarà abbastanza o molto difficile trovare un?attività equivalente: solo una persona su dieci si sente sicura della propria condizione. Ovviamente, questa condizione di insicurezza lavorativa si riflette sulla salute psicofisica - soprattutto psichica - che molti degli intervistati definiscono peggiorata".