Meteo

«Qualche centimetro di neve sopra i 1000-1200 metri»

Il limite è previsto dapprima a questa altitudine, verso sera in calo a circa 800 metri
© CdT/archivio
Red. Online
08.01.2023 11:39

Dopo la nebbia a basse quote, la giornata odierna è coperta e uggiosa in tutto il cantone. Ma MeteoSvizzera ha previsto che arriverà anche la neve. Il limite è previsto dapprima sui 1000-1200 metri, verso sera in calo a circa 800 metri; dovrebbero accumularsi sopra i 1.200 metri circa 10 centimetri di neve fresca, fino a 15-20 centimetri dalla zona del San Bernardino, passando per la Val Bregaglia, fino al Bernina.

Domani lungo le Alpi e in Engadina è previsto tempo molto nuvoloso, con alcune nevicate portate da nord (limite sui 700-1000 metri). Sul Ticino centro-meridionale tempo abbastanza soleggiato con favonio. A basse quote temperature minime vicine agli 8 gradi, nei luoghi riparati dal vento anche fino a 4 gradi, massime attorno a 12 gradi. In montagna vento forte da nordovest. Lungo le Alpi entro sera sopra 1000 metri di quota circa 10 centimetri di neve fresca, verso la Bassa Engadina localmente fino a 20 centimetri. Anche martedì sarà una giornata di favonio in Ticino. Lungo le Alpi e in Engadina nuvoloso con nevicate portate da nord, con limite sui 700 metri.

Pericolo valanghe

A nord delle Alpi, la perturbazione che sta interessando la Svizzera porterà fino a 70 centimetri di neve fresca sopra i 1.500 metri entro martedì.  MeteoSvizzera ha emesso un'allerta di livello 2 (pericolo moderato) per le aree al di sopra dei 1.200 metri dalle 21.00 di oggi e le 09.00 di martedì. Anche l'Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF) ha pubblicato un bollettino di livello 2: slavine possono staccarsi in particolare sui pendii molto ripidi, ma non sono da prevedere eventi di dimensioni importanti. White Risk - la piattaforma web interattiva dedicata alla prevenzione contro le valanghe realizzata dalla SUVA e dallo stesso SLF - mette in guardia: la nuova neve cadrà su un «vecchio» manto nevoso sfavorevole. Il pericolo è quindi destinato ad aumentare.

L'anno più caldo mai registrato a sud delle Alpi

Ieri, sul suo blog, MeteoSvizzera ha ripercoso il 2022 dal punto di vista climatico. «Con un’anomalia di +1.5 °C rispetto alla norma 1991-2020, il 2022 è stato l’anno più caldo mai registrato a sud delle Alpi». A Lugano e a Locarno Monti la temperatura media annuale è stata pari a 14.4 °C, valore che in passato non era mai stato registrato.

Nel corso del 2022 sono stati davvero pochi i periodi che hanno fatto registrare temperature inferiori alla norma 1991-2020. Mediata sull’intero territorio sudalpino, a livello mensile solamente la temperatura media di settembre è risultata inferiore alla norma (-0.4 °C). Il mese di aprile ha fatto registrare una temperatura in linea con la media pluriennale, mentre tutti gli altri mesi sono risultati più caldi del normale. Cinque mesi hanno fatto registrare un’anomalia positiva addirittura superiore a 2 °C, con un picco di +3.3 °C nel mese di ottobre. I periodi molto più caldi rispetto alla norma sono stati i primissimi giorni di gennaio, la seconda parte di gennaio e di febbraio, le giornate intorno a metà aprile, gran parte del mese di maggio, di giugno e di luglio e il mese di ottobre, così come la seconda parte di dicembre. I periodi molto più freddi sono stati meno numerosi di quelli molto più caldi della norma e anche i valori assoluti della stessa anomalia sono stati più piccoli. Giornate con temperature inferiori alla media si sono verificate soprattutto in marzo, aprile, a fine maggio, nella seconda metà di settembre e nella prima parte di dicembre.

E le precipitazioni sono state molto scarse. Mediate su tutto il territorio sudalpino, la somma delle precipitazioni annuali del 2022 è stata pari al 70 % della norma 1991-2020. A partire dall’inizio delle misure nel 1864, solamente nove anni sono stati ancora più asciutti. Per ritrovare un anno ancora più povero di precipitazioni bisogna risalire al 2005 (quinto più asciutto) o al 1921 (secondo più asciutto). Nel 2022 alcune stazioni del Ticino centrale hanno misurato il 75 % della media, mentre sulle regioni più meridionali e lungo le Alpi è caduta poco più della metà della pioggia attesa (Stabio 52 %, Comprovasco 53 %, Piotta 61 % della norma). Per molte stazioni di misura si è trattato di un anno da primato, in quanto in un anno non era mai stata registrata così poca precipitazione.

© MeteoSvizzera
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Dopo una stagione invernale 2021/22 caratterizzata da precipitazioni estremamente scarse, in cui su tutto il territorio sudalpino esse non hanno superato il 22 % della norma 1991-2020, a sud delle Alpi la siccità è continuata anche nei mesi primaverili, quando è caduto circa il 40 % della precipitazione media. L’estate è stata particolarmente siccitosa sul Mendrisiotto, dove le precipitazioni non hanno superato il 35 % della norma, mentre nel Ticino centrale, soprattutto grazie agli episodi temporaleschi del mese di giugno, sono stati registrati valori compresi fra l’85 e il 95 % di essa. Fra il Bellinzonese, il Locarnese e il Luganese si sono verificate precipitazioni abbondanti anche in settembre, ma considerando la stagione autunnale nel suo complesso è piovuto meno della media in tutte le regioni, ad eccezione del Luganese. In dicembre le precipitazioni hanno superato la norma solo sul Ticino occidentale.

La combinazione di temperature elevate e scarsità di precipitazioni è stata da primato. In tutti gli altri anni più asciutti, infatti, la temperatura media annuale era stata di almeno 2 °C più bassa di quella del 2022. L’anno 2022 è stato anche il più soleggiato misurato a sud delle Alpi a partire dal 1961, anno di inizio dei rilevamenti. A Lugano e a Locarno Monti sono state registrate rispettivamente 2513.6 e 2577.5 ore di sole, a Cimetta addirittura 2607.

«Bisognerebbe pensare al 2022 non come a un anno eccezionalmente caldo paragonato al passato, bensì come a un anno eccezionalmente freddo paragonato al futuro», ha dichiarato negli scorsi giorni al CdT Julia Steinberger, coautrice dell’ultimo rapporto dell’IPCC (il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), professoressa di Economia ecologica all’Università di Losanna e direttrice del Center for Climate Impact and Action (CLIMACT), organo di UNIL e EPFL. E allora MeteoSvizzera dà i numeri dei primi giorni del 2023: il 1. gennaio 2022 a Poschiavo (1078 m) sono stati registrati 19.2 °C, il valore più elevato mai registrato in gennaio in questa località dall’inizio delle misurazioni nel 1959. I 16.6 °C misurati a Cimetta (1661 m) costituiscono il valore più alto mai registrato in inverno dalla messa in servizio della stazione di misura nel 1982.