Lo scenario

Quando il metallo si fa «pesante»

Il settore della metalcostruzione è messo a dura prova dalle conseguenze della guerra in Ucraina – Piergiorgio Rossi: «Il prezzo dell’acciaio è praticamente raddoppiato» – Fabio Cameroni: «I rincari mensili possono superare il 10%» – Particolare apprensione a Lugano
Nico Nonella
29.04.2022 17:12

Venerdì 4 febbraio: +12 percento. Lunedì 28 febbraio: + 14 percento. Totale del rincaro in poco meno di un mese: + 28 percento. Sul tavolo ci sono almeno una ventina di lettere, inviate da vari fornitori della Svizzera interna; contengono una serie quasi infinita di rincari dei prezzi delle materie prime. A mostrarcele è Fabio Cameroni, neopresidente di AM Suisse Ticino – l’associazione mantello che rappresenta gli interessi del settore della metalcostruzione – e membro di direzione delle Officine Cameroni. Le missive, che abbiamo consultato a margine della conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2022 della rivista MetallGlass, confermano un aumento dei prezzi continuo e inesorabile. Quasi regolare. «Parliamo di rincari del 5-10% mensili», dice Cameroni. Colpiti dall’impennata sono l’acciaio e l’alluminio , ma anche le guarnizioni e il materiale isolante. A titolo di esempio va segnalato che già al 3 dicembre il prezzo della produzione di lamiere ha registrato un’importante impennata: le lamiere nere hanno registrato un +62,9%, quelle zincate un +71,2% e quelle da treno un +42,5%.

Da 800 a 1.500 franchi

«Il prezzo dell’acciaio è praticamente raddoppiato», rimarca il presidente uscente di AM Suisse Ticino, Piergiorgio Rossi. «Si è passati da 800 franchi alla tonnellata agli attuali 1.500». E la causa principale di questa impennata, inutile dirlo, è la guerra in Ucraina. «Il nostro settore è stato colpito meno rispetto ad altri dalla pandemia di COVID-19, ma il conflitto sta creando grossi problemi, sia di prezzi sia di reperibilità del materiale», spiega Rossi in conferenza stampa. E a risentirne, rammenta, sono in particolare le grosse forniture.

Le aziende di Lugano

Il fatto che le sanzioni contro la Russia stiano avendo importanti ripercussioni anche nel nostro cantone è confermato anche da Fabio Sacchi, editore di MetallGlass. «Il Ticino è un importante centro mondiale di commercio di prodotti siderurgici provenienti dall’Est Europa», scrive infatti nell’editoriale della rivista. E le sanzioni stanno creando «particolare apprensione» soprattutto a Lugano: «Nella Città sul Ceresio hanno sede diverse società (si stimano in una cinquantina per 575 impieghi) che commerciano acciaio e che operano con materie prime provenienti dalla Russia e dall’Ucraina. Società che vedono paralizzate in parte le loro attività commerciali».

Un effetto a catena

Ma la Svizzera e il Ticino sono così dipendenti da Russia e Ucraina? «Noi tentiamo di non dipendere da un solo fornitore, ma la politica non la vede così», replica Rossi. «C’è indubbiamente anche una componente speculativa», afferma dal canto suo la direttrice di AM Suisse Ticino, Cristina Resmi. Tra rincari e speculazione, i problemi per il settore sono bene evidenziati dalle lettere mostrate da Cameroni. Lettere che portano con sé un immancabile effetto a catena: «Se oggi stipulo un contratto con il commettente a prezzi bloccati per tre mesi devo fare i conti con un rincaro del prezzo delle materie prime che può arrivare anche al 30 percento», spiega ancora Cameroni. «Per l’azienda è un aumento importante e per recuperarlo, almeno in parte, ci dobbiamo affidare alla sensibilità del committente».

Ritocchi quasi settimanali

A influire su questi repentini aumenti del prezzo delle materie prime, va precisato, è anche l’aumento del costo dell’energia in tutta Europa. Facile dunque comprendere come i fornitori debbano ritoccare il proprio listino quasi settimanalmente. «Alcuni di loro mi hanno scritto dicendo di non poter garantire le consegne di alcuni materiali», conclude Cameroni. «Effettuiamo preordini, ma spesso senza garanzie. Non posso montare i vetri senza prima avere sistemato i serramenti».

Da sinistra: Fabio Cameroni, presidente AM Suisse Ticino – Fabio Sacchi, editore – Piergiorgio Rossi presidente uscente AM Suisse Ticino 
Da sinistra: Fabio Cameroni, presidente AM Suisse Ticino – Fabio Sacchi, editore – Piergiorgio Rossi presidente uscente AM Suisse Ticino 

Sfogliando le pagine della rivista MetallGlass appare evidente come alcuni dei grandi progetti citati, se realizzati in questi mesi, avrebbero subito ritardi importanti, se non addirittura stop improvvisi. Basti pensare, per esempio, alla Gottardo Arena, oppure alla passerella ciclopedonale Gorduno-Castione, oppure ancora alla passerella Negrellisteg di Zurigo, che sovrasta i binari della stazione ferroviaria ed è stata realizzata proprio in Ticino.

In questo articolo: