Quando l’astratto prende forma nei nuovi spazi di Villa dei Cedri

Un’astrazione capace di prendere la forma della concretezza: è quella protagonista - da domani fino al 26 gennaio - negli spazi di Villa dei Cedri a Bellinzona con la mostra «Looking for Lissitzky. El Lissitzky e la Svizzera (1919-1929)». Una nuova esposizione dedicata a Eliezer Morduchovic Lissitzky, detto El Lissitzky (1890-1941), artista visionario e poliedrico esponente del costruttivismo russo. Grafico, fotografo, architetto e teorico che con le sue idee è stato capace di riscrivere le coordinate dell’astrattismo e della grafica lasciando una forte impronta nel panorama artistico moderno. La mostra vuole celebrare il centenario dall’unico soggiorno che l’artista fece in Svizzera (a cavallo tra il 1925 e il 1925 a Locarno e ad Ambrì) e si inserisce nel contesto del 40. anniversario di Villa dei Cedri. L’evento è stato presentato stamattina in una conferenza stampa alla quale erano presenti Carole Haensler, direttrice di Bellinzona Musei e curatrice di Villa dei Cedri, Renato Bison, capodicastero Educazione, cultura, giovani e socialità oltre che presidente di Bellinzona Musei e Linda Schädler, direttrice della Graphische Sammlung ETH di Zurigo che ha collaborato all’allestimento della mostra.
Interventi necessari
Mostra che rappresenta anche un momento importante per la Città e per il suo museo: è infatti la prima ad essere ospitata nei rinnovati spazi di Villa dei Cedri, dopo la conclusione delle importanti le opere di adeguamento, fatte soprattutto al pianterreno e che hanno riguardato il sistema di sicurezza (furto e incendio) e l’impianto di videosorveglianza, necessaire per mettere a norma la struttura e per poter ospitare esposizioni importanti. Come ha spiegato a tal proposito Renato Bison: « Abbiamo da poco terminato gli interventi all’interno della villa e ora l’edificio è pronto per accogliere mostre di grande rilievo e di respiro internazionale, rafforzando la possibilità per Villa dei Cedri di intraprendere progetti ambiziosi, nuove collaborazioni e prestiti prestigiosi. Questa mostra ne è la prova concreta». Si tratta infatti di un’esposizione speciale - prosegue il capodicastero - che è il risultato «di collaborazioni significative con istituzioni quali la Graphische Sammlung ETH di Zurigo, il Musée d’art e d’histoire di Ginevra e il Kunstmuseum di Basilea». Interventi che permettono quindi al museo di ricoprire al meglio quella che è la sua missione. «Quando è stato istituito l’ente autonomo Bellinzona Musei, il suo mandato era chiaro: rafforzare l’apertura internazionale e ampliare la rete di scambi. I lavori fatti non solo consentono a Villa dei Cedri di continuare la sua missione culturale ma anche di svolgere appieno un ruolo di polo attrattivo per Bellinzona».
Un progetto ambizioso
«In effetti - gli fa eco Carole Haensler - questa mostra è un progetto ambizioso. Abbiamo iniziato l’anno del 40. anniversario di Villa dei Cedri con un’esposizione, ‘‘Tra universi pubblici e privati, Bellinzona e oltre’’, che racconta i profondi legami tra museo e Città e che ha chiesto parecchio lavoro sulla collezione per rispondere alle domande sulla sua costituzione e sulla sua provenienza. E ora ne apriamo una che è il risultato di un lungo processo di ricerca e di collaborazioni con importanti realtà artistiche». L’idea di base è stata quella, come detto, di rendere omaggio ai 100 anni trascorsi dal soggiorno in Svizzera di Lissitzky. Un soggiorno che ha portato l’artista a intrecciare relazioni importanti sul territorio e che ha lasciato un segno tangibile nella produzione grafica dell’epoca. «Si tratta di qualcosa che nessuno aveva mai fatto», evidenzia Haensler. «Per questo ci siamo impegnati a trovare i ricercatori e le risorse per mettere campo una mostra così ambiziosa e c’è voluto diverso tempo».
Legami e influenze
«La forza di questo progetto - prosegue la direttrice - e anche la sua connessione con Villa dei Cedri, sta nel far capire al pubblico quanto per Lissitzky le varie discipline non si escludono l’una con l’altra: abbiamo la stessa visione che si applica nella grafica, nell’editoria, ma anche nella saggistica, nell’architettura, nella pittura e nella stampa. In un mondo trasversale e transdisciplinare». E nel seguire queste opere - che possono essere guardate da più prospettive (c’è chi le espone in verticale e chi in orizzontale) e che comunicano con lo spazio pur essendo bidimensionali - è fondamentale il ritmo delle sale di Villa dei Cedri, spiega Haensler: «Permette l’interazione e l’interconnessione di queste dimensioni. Ciò che un grande museo non potrebbe fare». La mostra mette poi in evidenza il legame tra Lissitzky e la Svizzera, le cui tracce si ritrovano anche nella fondazione Marguerite Arp di Locarno, come spiega la direttrice: «Una delle testimonianze più importanti di quanto successo in Ticino durante questo soggiorno è stata “Gli Ismi dell’arte”, una panoramica dei movimenti d’avanguardia dell’epoca che segna l’incontro con Jean Arp». Ma non solo. «Senza le influenze di Lissitzky, la grafica svizzera come la conosciamo oggi non esisterebbe».