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Quando si dice giocarsi la casa

Al campo di Taverne si disputa una partita di prestiti e ricorsi
Burà al campo di Taverne.
Davide Illarietti
10.12.2023 15:15

Il campo di Taverne è pronto: dopo l’ultima sfida disputata in casa l’11 novembre (con il Grasshopper U21, 1-1) gli operai si sono messi subito al lavoro. Questa settimana hanno terminato la posa del nuovo manto sintetico, che verrà «testato» dai giocatori il prossimo 24 febbraio contro l’FC Uzwil. Ma un’altra partita altrettanto importante si è giocata nelle scorse settimane e terrà i tifosi con il fiato sospeso ancora per un po’. Una partita legale.

Il riscorso last-minute

I contendenti sono il Comune e l’Associazione Calcio Taverne da una parte, che hanno siglato una convenzione per finanziare i lavori, e due cittadine contrarie al progetto. Proprio il giorno prima del pareggio con il Grasshopper - termine ultimo per le opposizioni - hanno presentato ricorso al Consiglio di Stato. Una brutta sorpresa per il presidente dell’As Carlo Burà, pensionato 74.enne che ha dedicato la vita al calcio «minore» e che improvvisamente si è trovato tra l’incudine e il martello. «Non nego di esserci rimasto molto male» racconta mentre a bordo campo ispeziona i fili verdi appena posati. «Questo è un luogo vissuto dalla comunità e fondamentale per la vita sociale del nostro paese, ma a qualcuno sembra non importare».

Burà ha dovuto prendere una decisione. Per la posa del nuovo campo era stato chiesto un prestito bancario - 350 mila franchi - garantito dall’impegno del Comune, che è proprietario del terreno, a restituire i soldi in dieci anni. Una votazione in Consiglio Comunale aveva approvato la manutenzione - 14 favorevoli su 25 -, cosa mai poteva andare storto? Le ricorrenti eccepiscono che non di «manutenzione» trattavasi ma di un «investimento» da parte del Comune. Quindi da approvare a maggioranza assoluta.

La casa in pegno

Di fronte al ricorso la banca ha chiesto nuove garanzie. Al pensiero di ritrovarsi senza un campo su cui giocare - quello vecchio era diventato fuori norma - e quindi rinunciare al campionato o trasferirsi in affitto (quindi in perdita) presso altre strutture, Burà e gli altri nove soci volontari dell’AS Taverne si sono messi una mano sul cuore. L’altra sul portafogli. Hanno fornito all’istituto di credito garanzie personali tra cui anche la casa di uno dei membri. La banca ha accettato: se le cose andranno male, potrà rifarsi su un bene immobiliare.

«È stato un passo sofferto ma non avevamo altra scelta» spiega Burà. Dopotutto, non è nemmeno la prima volta che l’Associazione sportiva ci mette la faccia e una certa dose di generosità a favore della collettività di Taverne: lo stesso campo sportivo, 16 mila metri quadri di superficie, è stato donato nel... dalla Fondazione Campo Sportivo al Comune dopo una permuta ricevuta dalle Strade Nazionali per il vecchio campo (che si trovava dove ora sorge l’autostrada). Il «regalo» valeva, ai prezzi odierni, circa 5 milioni di franchi.

Verso le elezioni

Secondo Burà dietro al ricorso ci sarebbero anche motivazioni «politiche». Se il ricorso dovesse essere accolto l’Esecutivo si troverebbe in difficoltà: non finanziare i lavori - eseguiti in forza di una licenza edilizia già concessa in passato - costringerebbe i soci dell’AS Taverne (che conta 216 allievi di cui 125 domiciliati, una squadra in Prima Lega e una Seniori) a rimetterci di tasca propria. «Abbiamo fatto tanto per la comunità, e questo è il ringraziamento?» lamenta Burà, esasperato dai tempi amministrativi. La decisione sul ricorso dovrebbe arrivare tra mesi, probabilmente in primavera. Proprio sotto elezioni. 

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