Quattro anni all'ex ministro Fitto

BARI - Una tangente di 500 mila euro per un appalto da 198 milioni: è per questo presunto episodio di corruzione che è stato condannato a quattro anni di reclusione l'ex ministro italiano agli affari regionali Raffaele Fitto, parlamentare del Pdl. L'ex presidente della Regione Puglia, oggi capolista alla Camera in Puglia nelle liste del Pdl, è stato riconosciuto colpevole anche di illecito finanziamento ai partiti e per un episodio di abuso d'ufficio. È stato invece assolto dall'accusa di peculato e da un'altra contestazione di abuso d'ufficio. Il tribunale ha invece disposto la restituzione degli atti al pubblico ministero per un altro episodio di corruzione. L'ex ministro è uno dei 30 imputati (ci sono anche 10 società, quasi tutte del gruppo Angelucci), 13 dei quali sono stati condannati a pene comprese tra un anno e quattro anni e sei mesi di reclusione. Tra i nomi noti spicca quello di Giampaolo Angelucci, il re delle cliniche romane, editore e immobiliarista al quale i giudici hanno inflitto la pena di tre anni e sei mesi per corruzione e illecito finanziamento ai partiti. I fatti contestati si riferiscono al periodo 1999-2005, quando Fitto era presidente della Regione Puglia.