La notizia storica

Quel (breve) articolo di 96 anni fa: «Battellino affondato da un piroscafo»

Lo scorso 6 marzo i «cacciatori di relitti» del Nautic Discovery hanno scovato (per sbaglio) i resti del battello Mercedes, al largo di Brissago, in un tratto di lago profondo 270 metri – La notizia sul Corriere del Ticino del 1928

«Battellino affondato da un piroscafo. Un motorista morto». Così titolava il Corriere del Ticino di martedì 10 luglio 1928, ricostruendo quanto accaduto due giorni prima, domenica 8 luglio. Il riferimento è all'incidente avvenuto 96 anni fa nel Lago Maggiore. Lo scorso 6 marzo i «cacciatori di relitti» del Nautic Discovery hanno scovato (per sbaglio) i resti del battello a più di un chilometro dal luogo dell'incidente, al largo di Brissago, in un tratto di lago profondo 270 metri.

Ma torniamo alla notizia letta dai lettori del tempo, sulle pagine del nostro giornale.

Il battello «Mercedes» della Ditta Bader era partito con una comitiva di 10 persone, alla volta dell'Isola Bella [Isole Borromee, ndr.]. Giunto all'altezza della nuova fabbrica di tabacchi di Brissago, a 30 metri dalla riva, il «Mercedes» incrociava col «Magnolia» della Società di Navigazione del Lago Maggiore [che] faceva rotta verso Locarno. Erano le undici. La prua del «Mercedes» batté sul fianco del «Magnolia», schiacciandosi. Il battello si spaccò in due, calando a fondo in appena tre minuti. Come l'urto sia avvenuto è un mistero. In un momento il personale del «Magnolia», a mezzo di corde, per il valore di un prode doganiere italiano, certo Trulli della brigata Arona, nuotatore, traeva in salvo tutti i passeggeri del battello affondato, meno il motorista Ferdinando Vigini, di 22 anni, di Lanzo d'Intelvi, domiciliato a Genestrerio, che andava travolto dai gorghi. La catastrofe è stata così istantanea che non si fece neppure in tempo a calare il salvagente. Il battello si è sprofondato in un punto molto alto del nostro bacino e sarà impossibile ripescarlo. Il «Mercedes» era stato varato tre mesi fa ed era assicurato. Poteva valere circa 50.000 franchi. La polizia fu subito sul posto per stabilire le responsabilità.

Corriere del Ticino, 10 luglio 1929. © CdT/archivio storico
Corriere del Ticino, 10 luglio 1929. © CdT/archivio storico

L'eroe e la vittima

Il team di Nautic Discovery, nel ricostruire quanto accaduto al relitto – scovato con tecnologia avanzata, come l’uso di sonar ad alta risoluzione e l’impiego di un ROV per l’ispezione a bordo del sottomarino P-63 – ha trovato sul sito dell'Associazione ticinese Terza Età (ATTE) un articolo in francese dell'epoca. Corredato dallo scatto di Ernesto Bucher-Egli, «attivo in ambito fotografico a Locarno nel 1927» come viene descritto in Storie di fotografia. Il Ticino, i ticinesi e i loro fotografi nella collezione fotografica dell'Archivio di Stato 1855-1930, a cura di Gianmarco Talamona.

«Il motoscafo affondato vicino a Brissago», titola la notizia. «Il Mercedes, un motoscafo che opera tra Locarno e Pallanza [frazione del comune di Verbania nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, ndr.], si è scontrato l'altro giorno con un piroscafo italiano. L'urto è stato così violento che il Mercedes, gravemente danneggiato, è affondato quasi subito, insieme al suo pilota. I sette passeggeri e il secondo marinaio sono riusciti a salvarsi con i propri mezzi o con l'aiuto di un carabiniere italiano che si è coraggiosamente gettato in acqua. Incredibilmente, fu l'unico uomo del piroscafo italiano a soccorrere i naufraghi».

© ATTE (foto Erneso Bucher-Egli)
© ATTE (foto Erneso Bucher-Egli)

Ma non è tutto dall'archivio dell'Associazione ticinese Terza Età. Il fotografo Ernesto Bucher-Egli, di Locarno, ha infatti immortalato anche l'eroe. Colui che il Corriere del Ticino definì «prode doganiere italiano, certo Trulli della brigata Arona, nuotatore».

Il milite Francesco Trulli, alle dipendenze della Brigata di Arona. © ATTE (foto Erneso Bucher-Egli)
Il milite Francesco Trulli, alle dipendenze della Brigata di Arona. © ATTE (foto Erneso Bucher-Egli)

Il motorista morto, Ferdinando Vigini, – «travolto dai gorghi» – era domiciliato a Genestrerio. Aveva solo 22 anni ed era originario di Lanzo d'Intelvi (Como).

Un incidente senza spiegazioni, considerata «la giornata quieta e luminosa» con «il lago terso come uno specchio». «La prua del Mercedes batté sul fianco del Magnolia, schiacciandosi. Il battello si spaccò in due, calando a fondo in appena tre minuti».

Una «grave sciagura» sul lago, come titolò la Gazzetta Ticinese: «Il cozzo violentissimo ha avuto conseguenze fatali per il battellino, nel quale si è aperta una falla che ha provocato il naufragio avvenuto in pochi minuti». Quindi, il racconto dell'atto eroico: «I passeggeri del Mercedes si gettarono in acqua cercando scampo, ma non tutti sarebbero sfuggiti ad impietosa fine senza il sangue freddo di una guardia di finanza che si trovava a bordo del Magnolia: il milite Francesco Trulli, alle dipendenze della Brigata di Arona, che con mirabile sprezzo del pericolo e senza un attimo di esitazione si è lanciato in acqua ed è riuscito a portare in salvo i naufraghi. [...] Ultimi a lasciare lo scafo del Mercedes, prima che si inabissasse nelle acque, sono stati il signor Bader [secondo marinaio] e il Vicini, i quali si diressero a nuoto verso il Magnolia. Ma quando il Bader fu issato a bordo del motonave, si accorse della scomparsa del pilota».

A distanza di 96 anni, il Nautic Discovery team descrive le condizioni del relitto come «molto buone». La cozza invasiva «quagga» non lo ha ancora colonizzato. Tuttavia, a causa del lungo periodo trascorso in acqua, si può presumere che il legno abbia perso la sua forza. Anche per questo motivo, l'idea dei «cacciatori di relitti» è di lasciare i resti del Mercedes dove si trovano, limitandosi a documentarne la presenza. Un’operazione di recupero sarebbe molto complessa e difficile, inoltre rischierebbe di rovinare i resti dell’imbarcazione (soprattutto le parti in legno).

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