Quella «superbomba» da 13,6 tonnellate che gli USA potrebbero lanciare sull'Iran

Gli Stati Uniti potrebbero prendere parte attivamente alla guerra tra Israele e Iran e, secondo Bloomberg, potrebbe succedere presto: già nel fine settimana. Il Pentagono avrebbe già preparto i piani di attacco, ma al momento, il presidente USA Donald Trump starebbe valutando se utilizzare o meno la «superbomba» GBU-57, in quanto sarebbe capace di colpire il sito di arricchimento dell’uranio di Fordow, una fortezza nascosta tra le montagne e interrata – si stima – a circa 90 metri di profondità nel suolo roccioso.
Secondo il Guardian, Trump non sarebbe pienamente convinto dell’intervento e avrebbe spiegato ai funzionari della Difesa che un attacco americano contro il Paese mediorientale avrebbe senso solo se la cosiddetta bomba «bunker buster», un ordigno da 13,6 tonnellate, riuscisse a distruggere l’impianto di Fordow.
L'efficacia delle GBU-57 è stata oggetto di accesi dibattiti al Pentagono. Secondo due funzionari della Difesa citati dal Guardian, infatti, per danneggiare la fortezza iraniana interrata servirebbe una bomba nucleare tattica, cosa che starebbe facendo riflettere il tycoon sul ruolo degli USA in Iran.
La GBU-57A/B MOP (Massive Ordnance Penetrator), la quale non è mai stata utilizzata operativamente, è stata progettata per «raggiungere e distruggere le armi di distruzione di massa dei nostri avversari situate in strutture ben protette», stando a una scheda informativa dell'Aeronautica militare statunitense.
L'arma è in grado di trasportare circa 2,5 tonnellate di «esplosivo ad alto potenziale» e ha un «guscio molto spesso e duro» per consentire all’esplosivo di «resistere all'impatto con il terreno e di penetrare fino in profondità», ha spiegato alla CNN Masao Dahlgren, ricercatore del Center for Strategic and International Studies Missile Defense Project, aggiungendo che «il guscio deve essere abbastanza resistente da scendere in profondità e colpire duramente. La testata deve resistere all’impatto e alla discesa e "capire" quando esplodere. È un sistema davvero complesso».
Le dimensioni esatte dell'impianto di arricchimento dell'uranio di Fordow non sono chiare. L'emittente americana stima che i suoi locali si trovino a una profondità compresa tra gli 80 e i 90 metri sottoterra. Un think tank con sede nel Regno Unito, il Royal United Services Institute, ha affermato che la «superbomba» potrebbe non essere in grado di raggiungere Fordow, affermando in un recente rapporto che «probabilmente richiederebbe impatti multipli nello stesso punto per avere buone probabilità di penetrare nell'impianto». Insomma, servirebbero diversi passaggi di B-2 Spirt americani (velivoli stealth in grado di trasportare l’ordigno, Israele non li possiede) per cercare di sfondare la roccia e la struttura in calcestruzzo interrata.
I test sulla GBU-57 sono iniziati nel 2004, in un contesto di crescente preoccupazione per le armi di distruzione di massa. Di fatto, l’arma è stata studiata proprio per colpire possibili bersagli in cui si sviluppano programmi nucleari, come in Corea del Nord e in Iran.
Il B-2 Spirit, prodotto da Northrop Grumman, è la «spina dorsale della tecnologia stealth», secondo l'azienda. L'aereo decolla dalla base aerea di Whiteman, in Missouri, ed è stato presentato al pubblico per la prima volta nel novembre 1988. Gli Stati Uniti hanno utilizzato bombardieri B-2 nel 2024 per colpire gli Houthi, sostenuti dall'Iran, in Yemen, prendendo di mira i depositi sotterranei di armi.
Il bombardiere, pilotato da un equipaggio di due uomini, può raggiungere i 1000 km/h ed è in grado di volare per 11 mila km senza rifornimento. Le sue capacità «stealth» gli consentono di «penetrare le difese più sofisticate del nemico e minacciare i suoi obiettivi più preziosi e difesi», stando all'Aeronautica militare USA.