Il caso

Quell'area grande come 60 campi da calcio da riqualificare

Cadenazzo: la Zona per attività lavorative di 422 mila metri quadri accoglierà non solo il centro cantonale per gli inerti, ma anche altri contenuti legati alla formazione, alla ricerca e allo sport – Una passerella collegherà la stazione al Parco del Piano di Magadino – Investimento di 10 milioni solo per la mobilità
© CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
18.11.2025 06:00

Si mira ad «una doppia qualità: nella tipologia delle attività svolte e nell’architettura degli edifici che le accolgono nonché nel decoro della sistemazione esterna dei fondi». Ci risiamo. A distanza di quattro anni è di nuovo in pubblicazione la Zona per attività lavorative (Zal) di Cadenazzo che sostituirà, de facto, l’area industriale e quella artigianale situate a nord della linea ferroviaria dove sono presenti pure delle abitazioni. Si punta a riqualificare gli insediamenti. Stiamo parlando di ben 422 mila metri quadrati. Ossia quasi 60 campi da calcio, uno accanto all’altro. Da ieri fino al 16 dicembre la documentazione, molto tecnica, relativa alla variante di Piano regolatore (PR), che verrà poi trasmessa al Legislativo per l’adozione, è in consultazione; nel 2021 erano state trasmesse sei osservazioni. Abbiamo spulciato il rapporto di pianificazione di 45 pagine elaborato dal gruppo di esperti guidato dall’architetto ed urbanista Benedetto Antonini.

Beni, servizi e comparti distinti

La notizia principale è che tutte le attività di trattamento di materiali inerti per l’edilizia ed il genio civile nonché di quelli da riciclare verranno concentrate sui fondi destinati a tale scopo a PR. «Parallelamente le attività attualmente esistenti nella sottozona per la produzione di servizi dovranno essere trasferite nell’apposito comparto (Zona edifici e impianti d’interesse pubblico - realizzazione del Centro logistico di importanza cantonale). Quest’operazione per ragioni evidentemente economiche e tecniche si estenderà su un lasso di tempo relativamente lungo», si specifica.

Il tempo, eccoci. È dal 2012, quando era stato assegnato il mandato, che il Municipio si sta occupando della Zona per attività lavorative, dove ricordiamo sono ammesse attività di produzione intensiva o non intensiva di beni o di servizi, e all’interno della quale sono state definite tre distinte sottozone (o comparti) per le quali vige l’obbligo del Piano di quartiere. Dopo quattro anni l’incarto era pronto, ma in seguito si sono resi necessari degli approfondimenti di natura tecnica e giuridica, soprattutto alla luce dell’edificazione, appunto, del Centro per la lavorazione e il riciclaggio degli inerti per il Locarnese. Sorgerà su circa 28 mila metri quadri e verrà inserito nella Zona per edifici ed impianti d’interesse pubblico che accoglierà altresì le attrezzature dell’Azienda multiservizi di Bellinzona e l’ecocentro. L’altezza massima degli immobili potrà essere di 16 metri.

Il biotopo va spostato

Ma ci sarà spazio pure per l’amministrazione, la formazione, la logistica, la ricerca, la ristorazione e gli sport al coperto (1.400 metri quadri al massimo). «A sud della linea ferroviaria la presente variante considera anche una zona posta in posizione assai favorevole per una valorizzazione mediante cambiamento di destinazione, accogliendo così, con lungimiranza, le spinte di sviluppo economico che l’apertura della galleria ferroviaria del Monte Ceneri e la realizzazione della bretella verso Locarno hanno già comportato e il collegamento autostradale A2-A13 comporterà», si precisa nel documento. Il biotopo verrà «traslato» di alcune centinaia di metri, verso ovest, accanto al canale, così da consentire lo spostamento degli anfibi. Per quanto riguarda il traffico, si limiterà il numero dei posteggi favorendo il trasporto pubblico, dato che «la stazione FFS di Cadenazzo sta assumendo una centralità eccezionale. Essa diventerà il nodo ferroviario meglio servito in Ticino con treni di valenza regionale e sarà pure opportuno che la stessa diventi punto di convergenza anche del trasporto su gomma». Si favorirà inoltre la mobilità aziendale delle ditte con più di 100 collaboratori.

La viabilità sotto la lente

Ecco poi la costruzione di una passerella, con tanto di scale ed ascensori, che collegherà la stazione al Parco del Piano di Magadino. L’intera Zal avrà un tocco di verde dato che Comune e privati «dovranno creare un organismo per l’attuazione delle fasce alberate, o piantumate, di abbellimento, previste per favorire l’infiltrazione dell’acqua meteorica, ma anche per trattenere le polveri e dare ordine e armonia». Quanto bisognerà investire? «Una valutazione di carattere economico-finanziario è possibile in questa sede, tuttavia l’esame della sostenibilità degli investimenti indispensabili può avvenire solamente mediante il coordinamento con altre varianti in corso di studio». Solo per la riorganizzazione viaria si stimano 10 milioni (di cui il 30% a carico del Comune). Occorrerà prestare attenzione alla rotatoria prima del nodo FFS (che fa capo al sottopasso in via Ala Capelina), già molto trafficata.

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