Quelle stazioni che la politica vuole riaprire

«Quale altro posto, meglio di una stazione, riflette lo spirito di un paese, lo stato d’animo della gente, i suoi problemi?» si chiedeva il compianto scrittore Tiziano Terzani. Perché è più di un nodo ferroviario o di un «non-luogo», come lo definisce l’antropologo Marc Augé. È il fulcro delle relazioni sociali, è un brulicare di vite. Lo sanno benissimo a Riviera e a Giornico, Comuni nei quali si auspica, rispettivamente, la riapertura delle infrastrutture di Osogna-Cresciano e di Giornico. Oggi quartieri, in virtù delle aggregazioni del 2017 e del 2025, ma ancora «cuori» pulsanti dell’ente locale. Eccome.
Un progetto «importante»
Il nostro viaggio parte, risalendo simbolicamente da sud verso nord, da Riviera. Il Municipio, rispondendo ad un’interpellanza di Adriano Alari (PLR), ha osservato che più che uno svincolo autostradale (come chiedeva il consigliere comunale) occorre rimettere… sui binari la stazione, attiva dal 1882 al 1994, quando era stata dismessa alla pari di quelle di Claro, Bodio, Lavorgo ed Ambrì-Piotta in concomitanza con l’apertura della linea di AutoPostale Bellinzona-Airolo.
Quella risposta di due anni fa
Se ne parla da anni. Vero. Tant’è che nel gennaio 2024 il Governo, sollecitato da alcuni deputati del Centro, aveva tenuto aperto uno spiraglio. È un punto sul quale l’Esecutivo è da «sempre attivo e che si ritiene essere un progetto indubbiamente importante in termini di ricaduta positiva sul territorio, su chi abita e lavora in Riviera, come pure a livello di visibilità e attrattiva nei confronti delle realtà economiche. Si tratta di un obiettivo complesso, non vi è dubbio, ma tuttavia estremamente sentito non solo in Riviera ma anche dalle varie istanze regionali (Commissione dei trasporti, Organizzazione turistica, eccetera)».
Energie e risorse
Dal canto suo il Municipio mostra il pollice verso all’idea di realizzare un nuovo svincolo lungo l’A2. Da un lato in quanto si ritiene «confacente» la situazione attuale, dall’altro dato che non c’è una richiesta in tal senso né da parte della popolazione né del mondo economico ed industriale. Il consesso preferisce «investire le proprie energie e risorse finanziarie in un’ottica di rafforzamento del trasporto pubblico e della mobilità lenta e sostenibile: un obiettivo, questo, che risulterebbe un fattore importante di attrattiva per nuovi cittadini e famiglie.
Si punta sul trasporto pubblico
In questo senso l’Esecutivo ritiene che vi siano altri progetti per i quali attivarsi in maniera proattiva, laddove possibile nel contesto di autonomia comunale, attraverso un’attività politica con le altre istanze istituzionali coinvolte. Esempi concreti in tal senso sono il prospettato rafforzamento del trasporto pubblico per connettere i quartieri del Comune (e Riviera agli altri centri), gli investimenti sulla mobilità lenta attualmente attivi (di cui la passerella ciclopedonale Lodrino-Osogna è la misura principe)» e, appunto, la rimessa in funzione della stazione di Osogna-Cresciano. Che è però legata, specificava il Governo, alla realizzazione della circonvallazione ferroviaria di Bellinzona. Quindi vuol dire che se ne riparlerà, semmai e se va bene, dopo il 2050.
Pressing a più livelli
A Giornico prima dei granconsiglieri Alessandro Corti (Il Centro), Diana Tenconi (PLR) e Michele Guerra (Lega) - come abbiamo riferito negli scorsi giorni - era stata un’interpellanza di Nuova Giornico Progressista a riportare sotto la lente la possibilità di riaprire la stazione FFS (attiva dal 1920 al 1994). E ciò per assicurare un miglior servizio a favore dei residenti e dei turisti. Oggi non vi è «la possibilità di approfittare del collegamento ferroviario fornito dalla Südostbahn che serve anche le stazioni della linea storica del Gottardo riattivate dopo numerosi anni di inattività (Bodio, Lavorgo ed Ambrì-Piotta)».
Acquistare gli stabili?
Il movimento chiede addirittura al Municipio, se necessario, di presentare un messaggio al Legislativo con la richiesta di credito per l’acquisto degli stabili e la progettazione di eventuali lavori di ammodernamento del nodo ferroviario. Il Consiglio di Stato, quasi due anni fa, aveva puntualizzato che le stazioni di Giornico e di Rodi-Fiesso sono destinate a rimanere non servite a seguito dell’orario dell’ex regia federale, che non consente l’inserimento di ulteriori fermate in valle.

