Il caso

Quello stabile con l'amianto avrà vita breve

Bellinzona, l'Edilizia dice sì alla demolizione del prefabbricato in via Lavizzari - Due rapporti favorevoli, ma divisi sulle modalità: per il futuro edificio amministrativo serviva (o servirà?) un concorso di architettura
© CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
06.06.2025 11:00

Dicono sì, ma le modalità per arrivare al punto sono diverse. Sono due i rapporti della Commissione dell’edilizia del Consiglio comunale di Bellinzona sulla demolizione del vetusto stabile prefabbricato di via Lavizzari costruito nel 1968 in cui è stata riscontrata la presenza di sostanze nocive, in primis di amianto come emerso durante i lavori di ristrutturazione nel novembre 2023. Il 16 giugno il plenum dovrà chinarsi sulla richiesta di credito di 755 mila franchi. In quello di maggioranza (relatore Tiziano Zanetti, PLR) si osserva che «l’intervento proposto rappresenta una scelta responsabile e coerente sia sul piano tecnico sia su quello strategico».

Scelta lungimirante, ma...

L’abbattimento non è soltanto considerato «opportuno», ma necessario per «la tutela della salute pubblica (vista la presenza accertata di materiali nocivi)» e per il «corretto utilizzo del patrimonio edilizio pubblico». Il consesso ritiene inoltre «lungimirante», anche se avrebbe preferito un concorso pubblico di «idee architettoniche», la decisione dell’Esecutivo di realizzare uno stabile amministrativo sotto il cui tetto troveranno spazio, dall’autunno 2027, la sede del Settore opere pubbliche, la direzione delle scuole comunali (oggi dislocata a Gnosca) e la direzione dell’ente autonomo Sport (ora all’interno del Centro sportivo). L’investimento dovrebbe essere pari a 6,3 milioni.

Quel comparto di pregio

Nel rapporto di minoranza (relatrice Maura Mossi-Nembrini, Avanti con Ticino&Lavoro-Più Donne-Il Noce), pure favorevole al credito, si evidenzia che «già solo per il pregio del comparto si ritiene che il Municipio debba promuovere a favore della sede del suo Settore opere pubbliche una forma di messa in concorrenza che possa garantire una qualità architettonica e urbanistica scelta dal committente tramite la valutazione di più progetti». Servono, insomma, per il gremio, un concorso d’architettura e una visione complessiva dell’area.

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