Rammstein, archiviata l'indagine per reati sessuali nei confronti di Till Lindemann
La procura di Berlino ha archiviato le indagini nei confronti di Till Lindemann, frontman dei Rammstein, accusato di reati sessuali e violazione della legge sugli stupefacenti. «La valutazione delle prove non ha portato a sospetti sufficienti per proseguire con le indagini», riportano i media tedeschi.
Le indagini erano state avviate nel mese di giugno. Diverse donne si sono fatte avanti, durante l'estate, per affermare di essere state drogate e «reclutate» per fare sesso con Lindemann, 60 anni, dopo i concerti. Ma si tratta, secondo la procura di Berlino, di «testimonianze anonime» rilasciate principalmente alla stampa. Finora le presunte vittime «non si sono rivolte alle forze dell'ordine», ma hanno «contattato esclusivamente giornalisti che, dal canto loro, hanno fatto valere il diritto a non testimoniare».
Le prime accuse sono arrivate dall'irlandese Shelby Linn, che ha denunciato su internet di avere subito i presunti abusi dopo un concerto dei Rammstein a Vilnius. Diverse donne avevano poi affermato di essere state selezionate «specificamente» per le feste e avere poi avuto rapporti sessuali con il frontman. Nei racconti si parla di inviti ai concerti via social, oppure di «reclutamento» alla fine dello show per party a base di alcol e sesso. Due giovani hanno rivelato di essere state drogate e di avere subito atti sessuali non consenzienti.
Till Lindemann ha sempre negato le accuse. La band si era affidata a una lettera, diffusa sui social: «Le dichiarazioni degli ultimi giorni hanno causato sconcerto tra il pubblico e i nostri fan. Le accuse ci hanno colpito duramente e le stiamo considerando con la massima serietà. Ai nostri fan vogliamo dire che è importante per noi che sentiate sempre a vostro agio e al sicuro quando venite ai nostri concerti, sia davanti che dietro al palco. Condanniamo ogni tipo di trasgressione e vi chiediamo di non alimentare pregiudizi di alcun tipo nei confronti di coloro che hanno mosso le accuse. Hanno il diritto di dire ciò che secondo loro è accaduto. Ma anche noi, come band, non tolleriamo pregiudizi nei nostri confronti».