La politica

Scatta la corsa alle Federali: «Sappiamo cosa fare, e di tutte queste liste diciamo...»

Ticinesi pronti per l'appuntamento politico del 22 ottobre, molti hanno già votato per corrispondenza: «Ci piacerebbe sentire Berna più vicina a noi»
Dalla confusione per le centinaia di nomi in corsa per gli otto posti del Nazionale al voto per corrispondenza nettamente favorito: la corsa per le elezioni federali 2023 è partita anche in Ticino
Jona Mantovan
04.10.2023 16:00

Il conto alla rovescia è ormai iniziato. L'appuntamento è per il 22 ottobre e anche in Ticino nell'aria si respira l'atmosfera delle elezioni federali. Non c'è angolo senza cartellone, volantino o giovane rappresentante intento a distribuire inviti per questo o quel volto politico, più o meno popolare, di qualsivoglia spettro cromatico. Anche la rete, e i media sociali in particolare, sono inondati da annunci promozionali. D'altronde le liste proposte a questa tornata sono da primato: trentatré per il Nazionale, con la bellezza di 256 candidate e candidati, un terzo in più, o poco meno, rispetto a quattro anni fa. Quasi tutti hanno ricevuto il materiale di voto. Come Aleandra, di Pollegio, che studia a Bellinzona. «Ma non ho ancora aperto nulla», dice la 22.enne. Grandi occhiali tondi, capelli lunghi e una giacca leggera bianca con un maglioncino blu scuro, in tinta con il colore dello smalto. «Ho intenzione di capire di che cosa si tratta e, ovviamente, di andare a votare», aggiunge la giovane, alle prese con il suo primo appuntamento del genere. «Anche se in passato ho già votato. Sempre per posta». Ammette di non seguire molto la politica e che, finora, non si è riconosciuta in nessuna corrente in particolare. 

A Locarno, intanto, Veronica si è appena accomodata sulle file di tavoloni installati in centro città, a pochi passi da Piazza Grande. «Ho ricevuto il materiale e siccome ho ancora 25 anni ho trovato anche la documentazione di Easyvote», spiega l'assistente di farmacia che vive in Vallemaggia, riferendosi al programma della Federazione svizzera dei Parlamenti dei Giovani che intende coinvolgere gli elettori più difficili da intercettare, spiegando loro la politica in modo accessibile. «Devo ancora informarmi per bene e verificare il contenuto». La ragazza fa sapere di conoscere alcuni dei candidati che si sono messi in lista. «Io voto chi conosco o chi ha già fatto qualcosa in passato. Ma sono di partiti differenti, non riesco a riconoscermi in uno preciso. Per le strade vedo molti cartelloni, ma devo ancora farmi un'idea chiara». 

Qualche metro più avanti c'è Graziano, che ha le idee decisamente più chiare anche perché ha votato. «Prima ero per la destra-destra», dice il 61.enne che vive a Minusio. «Ma adesso sono più verso il centro. Il partito che mi rappresentava prima, oggi non mi rappresenta più. E quindi ho deciso di fare questo spostamento. È la prima volta in trent'anni», ammette l'uomo mentre si sfila la giacca da motociclista rivelando una maglietta gialla. «Io sono deluso, però voto. Certo, il mio dovere di andare al voto lo voglio compiere, altrimenti non sarei responsabile. Non posso reclamare se poi sono il primo a non esercitare il mio diritto al voto».  

Giuseppe, al contrario, sta pensando di rinunciare al suo diritto di esprimersi alle urne. Incrociato nei dintorni di una fermata dell'autobus nel Luganese, non vede di buon occhio questo appuntamento elettorale. «Non so se aprirò la busta», dice il 74.enne, il quale ci tiene a sottolineare come sia ancora in attività con la sua azienda di impianti sanitari e riscaldamenti. «Perché sono deluso, non saprei nemmeno chi votare... Magari è anche l'età che mi ha portato a questo. In passato partecipavo di più», ammette l'imprenditore, sottolineando come fosse più nell'area «del centro, centrosinistra. Ma non mi illudo più. Mi sembra che anche nelle campagne dicano tutti più o meno le stesse cose, da tanto tempo».

Non mi sento molto coinvolta e non ho l'impressione che tramite il voto a queste elezioni federali le cose possano davvero cambiare
Maja (21 anni), studentessa CSIA di Ronco sopra Ascona

«Troppi candidati»

Un po' diversa la situazione di Maja, studentessa alla CSIA appena uscita dalla sede della Posta a Lugano. «Non me la sento di essere una voce per altre persone di cui non so nulla», spiega la 21.enne che vive nel Locarnese, a Ronco Sopra Ascona. «Non mi sento molto coinvolta e non ho l'impressione che tramite il voto a queste elezioni federali le cose possano davvero cambiare, però vado a votare ai vari appuntamenti quando ci sono in gioco delle leggi che mi toccano direttamente». Piercing, capelli mossi e varie collanine, la ragazza ha le idee chiare: «Ad esempio i temi legati al clima o alla natura, che mi sembrano importanti per il futuro. O anche per i passi avanti nei diritti LGBT». Quindi i Verdi? «Beh, va bene che sono ecologista, ma non voto i Verdi alla cieca. Devo valutare con attenzione».

Diego, a Bellinzona, ammette di essere «di centrosinistra. Avevo le idee più chiare anni fa, ma adesso... le sto perdendo un po'», esclama il 59.enne, che nella vita si occupa di informatica. «Adesso dipende, perché per certi argomenti vai a sinistra,... ecco, beh. Forse la destra è l'area politica che mi attira di meno». 

Il nostro interlocutore tira in ballo subito il tema sotto gli occhi di tutti: il numero di candidati, mai così alto: «Con tutte queste liste... non si sa più cosa fare. Sono tantissime, è un marasma». Anche se non tutti sono d'accordo. Primo fra tutti Graziano: «È una cosa positiva». E gli fa eco Veronica: «Di candidati non ce n'è mai abbastanza. Anzi. È bello che molti vogliano mettersi a disposizione ed è anche bello vedere anche dei giovani che vogliono provarci». In Piazza del Sole a Bellinzona, Gabriella si sta godendo la bella giornata di inizio ottobre dal sapore quasi estivo. «Sono per il PLR. E sì, è positivo vedere tutte queste liste. Ci sono giovani, ci sono donne... Questa cosa potrebbe dare la possibilità a nuove persone di far sentire la loro voce», afferma la 31.enne che lavora per l'amministrazione cantonale come ispettrice finanziaria.

Non ho ancora aperto la busta, ma sicuramente voterò. Ho sempre votato. Per fortuna c'è ancora un po' di tempo
Martina (59 anni), collaboratrice sanitaria di Locarno

«Qualche Verde in più»

Anche a lei, comunque, serve ancora qualche giorno per riflettere. «Non voglio lasciare il mio voto così, senza pensarci». Come Niccolò, che però ha già votato: «Appena è arrivata la busta ho compilato e inviato». Il 21.enne si sta gustando il sole in un noto locale in centro a Locarno, in Piazza Castello. Il giovane è consigliere comunale a Minusio nei Giovani Liberali. «Ma sono sempre abbastanza aperto, quando voto. Non mi chiudo a non sporcare la lista, come si dice». E a proposito di liste, come si fa con questo gran numero di candidati? «Ah, certo. Sono tantissimi! Ho perso parecchio tempo a scorrere tutti i nomi, a capire chi fossero e a cercare informazioni».

Stessa opinione al tavolino di un altro bar in Piazza Grande. «Voto in generale di sinistra», dice Martina, 59 anni e impiegata come collaboratrice sanitaria in una casa per anziani a Losone. «Non ho ancora aperto la busta, ma sicuramente voterò. Ho sempre votato. Per fortuna c'è ancora un po' di tempo. E sì, ammetto di essere un po' confusa con tutte queste piccole liste». Annuisce, di fronte a lei, anche Raymond, pure lui con il pensiero rivolto a sinistra. «Con o senza campagna, le mie opinioni restano sempre quelle. Anche se quest'anno forse metterò la crocetta su qualche verde in più. Però tutti questi candidati per soli otto posti (in consiglio Nazionale, ndr) mi sembrano un po' un'esagerazione. Ho come l'impressione che si rischi di perdere sulla sostanza, sulle cose importanti». 

È troppo facile creare una lista. Persino io e lei, con un po' di impegno, potremmo formarne una... che a quel punto si sarebbe aggiunta alle oltre trenta già esistenti
Diego (59 anni), informatico di Bellinzona

«Meccanismo semplice»

Diego, poi, si spinge anche oltre: «Bisognerebbe mettere delle cauzioni più alte. So che è democrazia, però si cercherebbe almeno di limitare il numero delle liste. Qualora non si raggiungesse una certa quota, non dovrebbe più essere possibile ricevere indietro la somma consegnata da chi si voleva proporre». Il 59.enne pensa che il meccanismo per portare il proprio nome sulle schede di voto sia troppo semplice e troppo economico da mettere in atto. «Sì, è troppo facile. Persino io e lei, con un po' di impegno, potremmo formare una lista. Che a quel punto si sarebbe aggiunta alle oltre trenta già esistenti». 

Secondo Graziano, però, non c'è possibilità di confondersi: «Ma no, e perché mai? Siamo abbastanza intelligenti per poter scegliere i nostri candidati, no?».

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