«Serve più libertà negli orari per favorire i commercianti»

«La situazione attuale non è facile. Ma se chiudiamo tutti non si va più da nessuna parte, bisogna cercare di resistere per quanto possibile». Alessandra Alberti, direttrice di Chocolat Stella, commenta con amarezza la crisi dei commerci che sta colpendo diversi colleghi, soprattutto nel centro storico di Bellinzona. Per cercare di contrastare questa tendenza, Alberti mette sul tavolo una proposta concreta: «Personalmente, come incentivo, mi farebbe piacere venissero liberalizzati un po’ di più gli orari di apertura dei negozi, per permettere una maggiore elasticità nei confronti della clientela».
Un po’ come avviene nelle località turistiche, spiega l’imprenditrice, «perché Bellinzona è una città turistica: è la prima porta a Sud delle Alpi, è la capitale e attira molte persone». «Sarebbe quindi bello avere l’opportunità di tenere i negozi un po’ più aperti». Non obbligare nessuno a farlo, beninteso, ma semplicemente dare la possibilità a chi lo desidera, «soprattutto nei momenti di grande affluenza turistica». «Siamo una città che si trova a un’ora e mezza da Zurigo, qui c’è un buon potenziale». Importante in questo senso il dialogo: «È necessario parlare di questi temi in modo positivo e costruttivo, coinvolgendo la Città, il Comune e la Società dei commercianti per ideare e promuovere eventi. Soprattutto in questo periodo autunnale, che è ricchissimo di manifestazioni».
Un posto privilegiato
Alessandra Alberti ci risponde direttamente dal cuore rumoroso e produttivo della fabbrica di Chocolat Stella, attiva a Giubiasco. Sono passati ormai nove mesi da quando il negozio di cioccolato alla Stazione FFS di Bellinzona ha dovuto abbassare definitivamente le serrande. Dietro alla chiusura, la decisione delle Ferrovie di non rinnovare più il contratto con l’azienda. Allora la direttrice, interpellata dal CdT, aveva espresso rammarico per questa scelta. «Al momento stiamo riflettendo e valutando quale sarà il nostro futuro, pure nell’ottica di una nuova filiale». Anche perché, «quello della stazione era un posto particolare e privilegiato», spiega l’imprenditrice. «La stazione ha una grandissima affluenza di persone che transitano da lì a ogni ora, anche il sabato e la domenica. E il nostro negozio era aperto 7 giorni su 7, c’era sempre movimento. Era qualcosa di speciale rispetto al resto». Una ragione per cui alla direttrice di Chocolat Stella sarebbe piaciuto poter riaprire in quella zona, anche se ora non è possibile.
Tuttavia l’idea di una nuova filiale nei dintorni della capitale c’è: «Abbiamo effettivamente visto due o tre posti, ma stiamo riflettendo e ci stiamo guardando ancora un po’ in giro». L’azienda - prosegue Alberti - sta anche valutando al proprio interno il daffare per capire se, effettivamente, riaprire un negozio nel Bellinzonese o in un’altra località. «Anche perché abbiamo già una bella sede a Giubiasco e stiamo pensando se valga la pena guardare anche a città come Lugano, Locarno, Ascona». Ma per il momento all’orizzonte non c’è ancora nulla di certo: «È tutto un po’ in divenire». Quanto alla sede di Giubiasco, dopo la chiusura del negozio alla stazione, è stata potenziata: «Abbiamo, appunto, ampliato gli orari di apertura e una parte della nostra clientela si è spostata qui. Ma sono andati comunque persi tutti i clienti di passaggio. I turisti sì, ma anche le persone della zona che magari alla domenica venivano a prendere un regalino da portare a casa».
L’affetto c’è sempre
In ogni caso l’affetto non è mai mancato: «Abbiamo sentito una grande vicinanza da parte dei nostri clienti una volta che è stato chiuso il negozio alla stazione di Bellinzona, ci hanno detto che quel posto gli manca tanto. Noi, come detto, se ci fosse la possibilità, torneremmo ben volentieri in quella zona. Vediamo, mai dire mai». Anche perché l’attenzione al mercato locale è importante per Chocolat Stella, spiega Alberti. «Nonostante oltre il 70% del nostro prodotto sia esportato all’estero, abbiamo molto a cuore il nostro territorio». Un sentimento che sembra essere sempre ricambiato: «Veniamo chiamati spesso per delle fiere o degli eventi e vediamo che i nostri prodotti e servizi sono apprezzati, c’è una clientela affezionata e ne siamo felici».