Sogni e speranze delle badanti dell'Est

OCCHI SULL'EST/UCRAINA - Sotto la lente la dura realtà professionale di questa categoria- Reportage tra Cernivtsi (Ucraina), Milano e il Ticino
Dall'Ucraina all'Italia.
Andrea Colandrea
22.10.2018 06:00

CERNIVTSI/MILANO/LUGANO - Ogni anno un esercito esteuropeo tutto al femminile lascia le nazioni d'origine per recarsi all'estero a lavorare. Sono donne che più di frequente provengono da Paesi come la Romania, la Moldavia, l'Ucraina, la Bulgaria e la Polonia. Hanno tra i trenta e i settant'anni di età e vengono impiegate nelle famiglie occidentali come collaboratrici domestiche o in qualità di assistenti di cure a domicilio, le cosiddette badanti (un termine d'origine incerta e dialettale, ma di uso sempre più comune). Ne abbiamo incontrate alcune di nazionalità ucraina, tra la Bucovina e Milano, facendo il punto su questa categoria di lavoratrici anche in Svizzera e in Ticino in particolare. Ecco i loro racconti e l'analisi dei problemi professionali e sociali che le riguardano. 

"Fin quando sarò in vita mio figlio non andrà in guerra"

"Fin quando sarò in vita, mio figlio non dovrà andare in guerra, a costo di dover restare all'estero altri dieci anni". A parlare è Caterina, 42 anni, una delle badanti che abbiamo incontrato nel lungo viaggio in pulmino, uno "Sprinter" Mercedes, tra Milano e Chernivtsi, una piovosa serata di agosto. La donna era salita sul vissuto mezzo di trasporto un sabato sera, in fretta e furia, dopo aver fatto una telefonata sul cellulare di un trasportatore ucraino che le aveva confermato un posto a sedere all'ultimo momento per fare quel lungo viaggio in modo economico. La donna aveva lasciato definitivamente l'abitazione milanese dove aveva lavorato per tre anni. "La signora che mi ospitava aveva raggiunto i 102 anni d'età, negli ultimi tempi non si sentiva più bene" (...).

"In Italia sto bene"Uliana, 35 anni, vive a Milano da sette ed è da poco rientrata dal suo paese natale, situato a una trentina di chilometri dallo stesso capoluogo della Bucovina. "In Ucraina ho svolto molti lavori: barista, cassiera, sarta, sono stata anche impiegata in una fabbrica di bomboniere". Quando parla, Uliana, mostra un sorriso che ha del beffardo, quasi a voler irridere alle numerose "mazzate" che ha subito nella sua vita: "Mi sono sposata a 19 anni, un'età che in Ucraina non è certo precoce dato che in alcuni villaggi del mio Paese, fin poco fa, se non ti sposavi a 15-16 anni non ti voleva più nessuno" (...).

Il quadro ticinese (di John Robbiani)

Anche in Ticino le badanti dell'Est sono numerose, e la loro vita spesso non è facile. Anche solo per il fatto di ritrovarsi a duemila chilometri dalla propria famiglia, magari lasciata in patria per andare "a servire" un'altra famiglia. Per alcuni il termine "badante" equivale in realtà a "servitù". "E uno degli obiettivi più importanti fino ad ora raggiunti – ci spiega Giangiorgio Gargantini di UNIA – riguarda proprio il fatto di essere riusciti a far ottenere alle badanti uno status lavorativo chiaro. Far riconoscere la loro professione" (...).

IL REPORTAGE E IL SERVIZIO SONO STATI PUBBLICATI SUL CdT DEL 22 OTTOBRE IN PRIMO PIANO

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