Sprangate e sputi al poliziotto

ESCLUSIVA CdT - Aggredito dai black bloc, Antonio D'Urso, dirigente della Polizia di Stato, fa il punto sugli scontri del 1. maggio a Milano - Anche in Ticino due sospettati
Il vicequestore di Quarto Oggiaro Antonio D'Urso.
Andrea Colandrea
20.05.2015 06:00

MILANO - Le immagini dello scorso primo maggio, con i black bloc che hanno messo a ferro e fuoco Milano unendosi al corteo «No Expo», hanno fatto il giro del mondo. In quella giornata di ordinaria follia scaturita in undici feriti tra gli agenti in campo e in tre milioni di euro di danni, Antonio D'Urso, vice questore della Polizia di Stato, si trovava al fronte con numerosi altri colleghi, per cercare di frenare l'impeto degli anarchici. D'Urso è rimasto vittima di un'imboscata, che racconta al nostro giornale e fa il punto sulle indagini, che hanno condotto già a sei arresti - l'ultimo proprio ieri - e a un'appendice ticinese.

Proveniente da Legnano, dove  è stato vicequestore fin dall'inizio del 2013, Antonio D'Urso ha ottenuto una lunga serie di riconoscimenti, ben visibili nel suo ufficio, dove gli attestati di «encomio solenne» e di «valore al merito» – con tanto di fotografie con il ministro dell'Interno Angelino Alfano e il capo della Polizia Alessandro Pansa – sono ben visibili affissi alle pareti ed esposti ordinatamente sui mobili dell'ufficio. C'è però ora un elemento in più, che resterà francobollato sul curriculum di questo poliziotto dalle indiscutibili credenziali, ma dal profilo basso come si addice a chi rappresenta  autorevolmente lo Stato e ne fa rispettare le leggi:  i fatti del primo maggio scorso, quando D'Urso, in via Mario Pagano, nel centro di Milano, è stato circondato e aggredito con bastoni e mazze di ferro da un gruppo di quattro o cinque facinorosi sbucati improvvisamente da dietro a una siepe.

Quell'imboscata avvenuta nella cornice del noto assalto black bloc, è stata fotografata «in presa diretta», ed ha avuto un'eco immediata sui media di tutto il mondo, mentre Milano veniva messa a ferro e fuoco da parecchie centinaia di anarchici, in un pomeriggio di guerriglia urbana nel quale il blocco nero che si riconosce nella frange più violente del movimento, ha distrutto e bruciato negozi, banche, automobili e commesso violenze contro la polizia, dopo essersi associato al corteo di protesta «No Expo». Il commissario capo racconta la sua esperienza al nostro giornale e fa il punto sulle indagini, mentre proprio ieri un 28.enne che avrebbe partecipato alla sua aggressione, è stato arrestato: è il sesto fermo legato ai tumulti di Milano dello scorso primo maggio.

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