Svizzera, c'è profumo di Germania

Ostrava, la città in cui la Svizzera disputerà il suo quarto di finale, non evoca ricordi particolarmente felici. Nel 2015, anno dell’ultimo Mondiale nella Repubblica Ceca, i rossocrociati guidati allora da Glen Hanlon uscirono di scena allo stesso stadio della competizione al termine di un campionato del mondo grigio quanto il capoluogo della regione della Moravia-Slesia. A mandarci a casa furono gli Stati Uniti, avversario che - chissà - la nazionale elvetica potrebbe ritrovare giovedì sul suo cammino verso una semifinale che manca dal 2018. Solo nella giornata odierna si saprà il nome dell’avversario della squadra di Patrick Fischer: sono ancora parecchi gli scenari possibili, ma nell’aria inizia ad aleggiare un acre profumo di Germania. Già, tra la Svizzera e la lotta per una medaglia potrebbero stagliarsi ancora una volta i tedeschi. C’è allora chi ha già iniato a fare gli scongiuri, ricordandosi delle sconfitte rimediate nei quarti dello scorso anno (1-3), nel 2021 (2-3 ai rigori) e negli ottavi alle Olimpiadi di Pyeongchang nel 2018 (1-2). Una vera e propria bestia nera, questa Germania, che la selezione rossocrociata soffre soprattutto a livello psicologico. La squadra guidata da Harold Kreis - campione svizzero con il Lugano nel 2006 - ha trovato un buon ritmo di crociera, dopo un inizio di torneo piuttosto balbettante.

Paradossalmente, però, potrebbe essere proprio la Germania il rivale ideale della Svizzera. Non solo per il desiderio di rivincita che animerebbe i rossocrociati. Un quarto di finale con i tedeschi ci permetterebbe di capire se questa Svizzera ha davvero effettuato un salto di qualità a livello mentale rispetto alle passate edizioni dei campionati del mondo. È stato pure ingaggiato un «mental coach», Stefan Schwitter, per colmare queste lacune. Sì, la Germania rappresenterebbe allora il miglior test possibile.