Aviazione

Biglietto aereo, ma quanto mi costi?

Il rincaro corre veloce anche nei cieli, complice l'investimento per la transizione ecologica – Ma a contribuire agli aumenti, spiegano gli esperti, sono anche altri fattori – La parola a Davide Nettuno di Hotelplan e Giancarlo Leonardi di Kuoni
© KEYSTONE/GAETAN BALLY
Marcello Pelizzari
02.05.2023 21:00

Biglietto aereo, ma quanto mi costi? Tanto, troppo secondo alcuni. L’allarme, ne avevamo già parlato, suona oramai da settimane. E Swiss, la compagnia di bandiera, da noi contattata ha ammesso: «Al momento, per il 2023 prevediamo che i prezzi di Swiss rimarranno al di sopra dei livelli pre-pandemia». E il motivo, beh, è sempre quello: «L’offerta è ancora limitata e, di conseguenza, c’è una minore disponibilità di biglietti a basso prezzo». Per tacere della scarsità di pezzi di ricambio, in particolare per la fornitura di motori degli Airbus A220, che ha spinto il vettore elvetico a rivedere (al ribasso) le operazioni da Ginevra.

Ma c’è di più. Molto di più. Il settore sta investendo – e pure parecchio – per raggiungere gli obiettivi di neutralità carbonica entro il 2050. Puntando sul cosiddetto SAF, il combustibile sostenibile per l’aviazione. Una transizione che, fronte Swiss, dovrà essere sostenuta anche dal cliente finale, il passeggero. «Sul medio e lungo periodo prevediamo che i biglietti aerei diventeranno sempre più costosi, visti gli sforzi per aumentare la sostenibilità del settore» ha chiarito la compagnia.

Bisogna contestualizzare

«Gli aumenti ci sono, è inutile negarlo» ha spiegato, da parte sua, il portavoce di Hotelplan Davide Nettuno. Che puntualizza: «In queste analisi viene sottaciuto un aspetto, e cioè il momento del viaggio e della prenotazione. Se, ad esempio, qualcuno mi dice che nel 2019 per un viaggio a Los Angeles effettuato a settembre e prenotato a febbraio aveva speso X, non può lamentarsi che per la stessa tratta, prenotata ora con partenza a luglio, spenda fino a 500 franchi in più. Parliamo, infatti, di una riservazione tardiva e di una partenza in alta stagione».

Il consiglio, oggi come ieri, rimane quello di muoversi con un certo anticipo. Soprattutto «per destinazioni lontane come Stati Uniti, Asia, Australia».

Dello stesso avviso Giancarlo Leonardi, portavoce di Kuoni Ticino: «È difficile fare paragoni, la biglietteria aerea è molto dinamica. Il prezzo per una determinata tratta può variare anche dopo pochi minuti. È un continuo equilibrio fra domanda e offerta, perciò ai nostri clienti diciamo: chi primo arriva, meglio alloggia».

Risparmiare qualcosa, insomma, è ancora possibile. A maggior ragione se il cliente, ha proseguito Leonardi, può permettersi una certa flessibilità. «A volte, basta anticipare o posticipare una partenza o un ritorno per avere voli a prezzi migliori» ha indicato Nettuno.

La spinta a partire, nonostante i rincari, c’è ancora. Viene da chiedersi: fino a quando? «Con il rincaro del cherosene e con la chiusura dello spazio aereo russo – ha detto ancora Nettuno – servono più ore per raggiungere l’Asia. Più ore significa, banalmente, un maggior uso di carburante. Ed è chiaro che un consumo più alto bene o male va spalmato sui passeggeri». Non solo, «le compagnie non hanno ancora raggiunto i livelli di capacità e offerta pre-pandemia, mentre la domanda è in continuo aumento. Significa che, a fronte di una richiesta forte, ci sono meno voli del previsto. E i prezzi, automaticamente, lievitano. Quest’anno, sono aumentati in maniera più sensibile rispetto al 2022».

«Ma l’aspetto ecologico, se così vogliamo chiamarlo, al momento non è un tema» gli ha fatto eco Leonardi. «L’aumento, appunto, è più legato al prezzo del cherosene e a questo squilibrio fra domanda e offerta. Le compagnie non sono ancora ai livelli del passato, ci stanno arrivando, ma intanto la richiesta da parte dei passeggeri è forte. La vediamo anche noi».

Che ne sarà dei prezzi?

Quindi, come saranno i prossimi anni? Pagheremo davvero sempre di più per volare? «Credo che il sistema, piano piano, si normalizzerà» ha sintetizzato Nettuno. «Le compagnie aeree, va detto, al momento stanno anche gestendo i ritardi nelle consegne dei pezzi di ricambio e di velivoli nuovi. Airbus e Boeing, al riguardo, sono indietro. I prezzi dei biglietti, detto ciò, potrebbero comunque rimanere alti proprio perché, come annunciato da Swiss, la questione ambientale giocherà un ruolo. Già oggi quasi tutti i vettori sensibilizzano i propri clienti inserendo, nella tariffa, non vere e proprie tasse ma compensazioni per le emissioni di CO2. Non siamo ancora alla situazione per cui il viaggio in aereo, un po’ come i viaggi a fine Ottocento, diventerà una questione per soli ricchi. Sarà un esercizio più costoso, sì, ma d’altronde anche tutto ciò che ruota attorno a una vacanza sta conoscendo rincari».

Il pensiero va alle tariffe degli hotel o dei trasferimenti aeroportuali. «Ahimè – ha riconosciuto Leonardi – tutto sta aumentando, non solo i biglietti aerei. Ma è difficile dire in che percentuale, se del 5, 10 o 15%. Ogni mercato e ogni stagione sono differenti. Sappiamo, ma lo sapevamo anche prima, che a Natale, Pasqua o in determinati momenti estivi le compagnie aeree applicano prezzi più elevati».

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