Coronavirus

Chi non si mette in quarantena rischia fino a 10 mila franchi di multa

Dal 6 luglio chi entra in Svizzera in provenienza da 29 destinazioni deve restare a casa per dieci giorni - Fra queste c’è (ed era prevedibile) anche la Serbia - «La decisione fermerà molti miei connazionali», dice il rappresentante della comunità del Paese balcanico in Ticino - LA CARTINA
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Dal 6 luglio chi entra in Svizzera in provenienza da 29 Stati e regioni deve mettersi in quarantena per dieci giorni. Fra queste figurano: Argentina, Brasile, Israele, Russia, USA, Sudafrica e Svezia. Ma anche nazioni balcaniche come Kosovo, Macedonia del Nord e Serbia (QUI trovi la lista completa). Per chi violerà la nuova regola sono previste sanzioni.

Le persone che entrano in Svizzera e che in un momento qualsiasi nei 14 giorni precedenti hanno soggiornato in uno Stato o una regione con rischio elevato di contagio da coronavirus sono obbligate a recarsi al proprio domicilio (o un altro alloggio adeguato) immediatamente dopo l’entrata. La lista delle zone a rischio, preannunciata dal Consiglio federale mercoledì, è stata pubblicata giovedì in serata, assieme alla relativa ordinanza, fornendo così maggiori dettagli sulle norme in vigore da settimana prossima.

Ci si autoannuncia

L'ingresso da un Paese o territorio con un maggiore rischio di infezione non differisce più di quel tanto dall'ingresso da un altro Stato. Le persone interessate (bambini compresi), scrive il Governo, saranno informati in aereo o in pullman che dovranno mettersi in quarantena. Inoltre saranno raccolti i dati di contatto per garantire la tracciabilità in caso di passeggeri contagiati a bordo. Questi dati potranno poi essere utilizzati anche per verificare il rispetto della quarantena. Le compagnie aeree e le imprese di trasporto in bus non potranno prendere a bordo passeggeri malati.

All'inizio della quarantena, ogni persona interessata deve comunicare la sua entrata in Svizzera all'autorità cantonale competente entro due giorni e seguire le sue istruzioni. Chi si sottrae alla quarantena è punibile con una multa che può giungere fino a 10.000 franchi.

Se a causa della quarantena non è possibile continuare a lavorare, non sussiste alcun diritto a indennità. Tuttavia, sottolinea l’Esecutivo, se un datore di lavoro invia un dipendente in un’area a rischio può essere costretto a continuare a pagare il salario.

La comunità serba: «Molti hanno rinunciato a partire»

Come viene presa la decisione da parte delle comunità coinvolte, che non potranno andare in vacanza nel Paese d’origine? Lo abbiamo chiesto a Vladimir Miletić, rappresentante di Comunità serba in Ticino e direttore del progetto Serbinfo.ch. La decisione presa mercoledì dal Governo ha già avuto un effetto sulla comunità serba in Ticino e in Svizzera ancor prima che la lista fosse pubblicata, ci dice. Molte sono state le speculazioni e i messaggi corsi sul web fra mercoledì e giovedì sera in cui serbi hanno indicato di non pianificare vacanze in Serbia, ci dice . «Tante persone con cui ho avuto contatto ha cambiato idea e ha deciso di rinunciare a un viaggio in Serbia».

Che la nazione finisse sulla lista dei Paesi problematici era prevedibile. Recentemente l’Ufficio federale della sanità aveva segnalato dei casi importati dal Paese balcanico. Inoltre mercoledì il Governo ha comunicato che è previsto che la Svizzera si allinei, dal 20 luglio, all’UE revocando le restrizioni d’entrata per 15 Stati. Eccezion fatta proprio per la Serbia.

A fermare i viaggi, Miletić ne è convinto, è stato proprio l’obbligo di quarantena. L’attaccamento alla terra d’origine è forte. «Molti membri della nostra comunità quando incontrano un connazionale chiedono “quando vai a casa?”. Casa per loro è giù». Cosa che vale soprattutto per le generazioni più anziane, spiega Miletić. Senza una decisione da parte di Berna «niente li avrebbe fermati» dal visitarla anche quest’anno. Nemmeno il virus.

Resta una domanda: per andare in Serbia basta viaggiare con la carta d’identità. Esattamente lo stesso documento che basta per andare in Austria o in Italia (non sulla lista), i due Paesi dai quali bisogna passare per giungere alla meta. Chi rientra dalla Serbia in auto potrebbe insomma fingere di essere stato in uno dei due Paesi confinanti.

A Berna ad ogni modo si starebbe ancora discutendo sulla concretizzazione delle nuove misure. Oggi è possibile siano comunicati ulteriori dettagli.

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