Chiesa e abusi sessuali, la questione del fondo di risarcimento per le vittime

La Chiesa cattolica, in Svizzera, è un'azienda miliardaria. Lo scrive il Blick, spiegando come – principalmente attraverso le tasse versate da fedeli e aziende – l'istituzione ogni anno riesca a raccogliere oltre un miliardo di franchi. Nel dettaglio, 782 milioni arrivano dalle imposte ecclesiastiche da parte di persone fisiche, altri 172 dalle imposte ecclesiastiche da parte di persone giuridiche e 105 milioni quale contributo del settore pubblico.
Numeri, questi, precisa il Blick, che rappresentano i valori medi dal 2016 al 2021. Per un totale, appunto, di 1,059 miliardi all'anno. Per tacere delle entrate provenienti dal vasto patrimonio immobiliare della Chiesa. Patrimonio che, secondo le stime di Ansgar Gmür, teologo nonché ex direttore dell'Associazione svizzera dei proprietari di case, «vale almeno tre miliardi di franchi».
Certo, all'equazione bisogna aggiungere le spese. Mantenere chiese e centri parrocchiali è costoso. Lo stesso dicasi per il personale. Detto ciò, il Blick sottolinea come i pagamenti corrisposti alle vittime di abusi sessuali, a oggi, appaiano molto modesti, se non peggio. Nel cosiddetto fondo di risarcimento per le vittime di abusi, infatti, sono stati accumulati solo 2,5 milioni di franchi. Di più, finora sono stati risarciti complessivamente due milioni di franchi per abusi prescritti. Tradotto: massimo 20 mila franchi per vittima, spesso pure meno.
Lo studio dell'Università di Zurigo, che coinvolge anche la diocesi di Lugano, potrebbe far emergere alcuni casi non prescritti. Con tutte le conseguenze del caso (anche) sul fronte economico. A maggior ragione se consideriamo che, in alcuni Cantoni, la responsabilità dello Stato si estende alla Chiesa. Significa, banalmente, che le parrocchie sono responsabili dei propri dipendenti.
Un concetto che, all'estero, è diffuso. Il Blick, al riguardo, cita la Germania, dove c'è un numero di cattolici dieci volte maggiore rispetto alla Svizzera. La Chiesa cattolica tedesca finora ha versato oltre 38 milioni di franchi alle vittime di abusi sessuali. L'arcidiocesi di Colonia, di recente, è stata condannata a risarcire oltre 280 mila franchi a una vittima di abusi.
Venendo al Ticino, durante la conferenza stampa di ieri la giudice Fabiola Gnesa, presidente della Commissione diocesana di esperti per la gestione di casi di abusi sessuali in ambito ecclesiale, ha rivelato che dal 2019 sono giunti cinque casi all'attenzione della citata Commissione. In due circostanze è stata avviata una procedura di risarcimento. In generale, ha detto, «le vittime sono state ascoltate e accolte». E ancora: «Tutte le persone coinvolte erano consapevoli che raccontare nuovamente l’abuso subito poteva portarle a rivivere questo dolore». Il fatto che in due casi la Commissione nazionale abbia riconosciuto un risarcimento alle vittime «non ha risolto le loro sofferenze, ma le ha aiutate». Quanto agli altri tre casi, uno si è risolto con una lettera di scusa da parte del vescovo, come richiesto dalla vittima; un altro con un incontro con il vescovo e una lettera di scuse da parte della Chiesa; un altro, legato a un parroco del Locarnese, trasmettendo l'incarto all'autorità penale civile.