Controlli su social ed e-mail dei viaggiatori negli USA: «Ripercussioni pure sui turisti svizzeri»

Le misure restrittive proposte da Washington che andrebbero a colpire i viaggiatori stranieri intenzionati a recarsi negli USA preoccupano la Svizzera. La proposta, pubblicata mercoledì 10 dicembre dall'agenzia doganale statunitense (CBP), prevede che ai turisti provenienti da Paesi beneficiari del sistema ESTA (quindi pure i cittadini elvetici) sia domandato l'accesso a informazioni e dati aggiuntivi rispetto a quelli sinora richiesti nel formulario elettronico che garantisce una permanenza di 90 giorni senza visto. La cronologia delle attività social degli ultimi cinque anni, ad esempio, ma anche gli indirizzi e-mail utilizzati negli ultimi dieci anni dal richiedente, i suoi dati biometrici e informazioni dettagliate sui suoi familiari.
Come detto, la questione ha sollevato dubbi anche a Berna, tant’è che il consigliere nazionale ticinese Simone Gianini (PLR) ha depositato quest’oggi un’interpellanza rivolta al Consiglio federale.
«Il Governo degli Stati Uniti (U.S. Customs and Border Protection) ha annunciato lo scorso 10 dicembre 2025 l'intenzione di sottoporre in futuro i viaggiatori provenienti dai Paesi aderenti al programma Visa Waiver (tra cui la Svizzera) che richiedono il cosiddetto visto ESTA (Electronic System for Travel Authorization) all'obbligo di fornire, tra l’altro, la cronologia degli ultimi 5 anni dei propri social media, i loro indirizzi e-mail degli ultimi 10 anni e il luogo di nascita e residenza di genitori, marito o moglie, fratelli e figli». Secondo Gianini, se la misura - attualmente in consultazione - venisse introdotta «comporterebbe rilevanti ripercussioni anche per le cittadine e i cittadini svizzeri che viaggiano negli Stati Uniti».
Il consigliere nazionale ha dunque chiesto al Governo svizzero se intende valutare eventuali contromisure per tutelare la privacy dei cittadini elvetici. Di seguito le domande poste da Gianini al Consiglio federale:
1) Come valuta le modifiche annunciate (in particolare l’obbligo di mettere a disposizione le informazioni concernenti le attività sui social media degli ultimi 5 anni) alla luce dei diritti civili e di protezione dei dati delle cittadine e dei cittadini svizzeri?
2) Quali conseguenze concrete si attende per le turiste e i turisti svizzeri, per i viaggiatori d’affari (incluse le delegazioni di PMI), nonché per gli organizzatori di eventi (ad esempio di fiere, congressi, ecc.), qualora le nuove disposizioni venissero effettivamente introdotte? Dispone di stime o studi su una possibile riduzione dei viaggi e sui costi aggiuntivi?
3) Come valuta la compatibilità delle previste richieste di dati (tra cui la cronologia dei social media, indirizzi e-mail, dati biometrici estesi, metadati IP) con il diritto svizzero e con gli standard internazionali di protezione dei dati e quali misure intende raccomandare o adottare per garantire la protezione delle cittadine e dei cittadini svizzeri?
4) Quali misure intende adottare per informare in modo rapido, comprensibile e capillare i viaggiatori svizzeri sui nuovi requisiti e per fornire assistenza consolare in caso di problemi (ad esempio sul rifiuto di una domanda, sull’uso improprio dei dati e sui tempi di verifica più lunghi)?
5) Intende manifestare preoccupazione presso le autorità statunitensi (a livello bilaterale o tramite organismi multilaterali), rispettivamente adoperarsi per il rispetto dei principi di proporzionalità e non discriminazione dei cittadini svizzeri? Valuta l'introduzione di eventuali contromisure per la loro tutela?
