Il caso

Guardia svizzera accusata di antisemitismo, avviata un'indagine interna

Il portavoce Eliah Cinotti conferma la segnalazione di un «episodio litigioso»: «L'indagine interna resta riservata, il servizio deve essere prestato sempre con il massimo della professionalità»
© KEYSTONE (EPA/RICCARDO ANTIMIANI)
Red. Online
07.11.2025 09:51

«È stato segnalato un episodio litigioso in uno dei punti in cui c'era il servizio e, come accade in queste occasioni, è stata avviata una indagine interna. È una procedura standard perché il servizio deve essere prestato sempre con il massimo della professionalità». Sono le parole di Eliah Cinotti, responsabile media della Guardia Svizzera Pontificia, interpellato dall'Ansa in merito al presunto episodio antisemita avvenuto a piazza San Pietro la mattina di mercoledì 29 ottobre. Quanto ai contenuti dell'indagine, Cinotti spiega che «è un'indagine interna e resta riservata».

La denuncia, come vi abbiamo riferito ieri, è arrivata da Michal Govrin, scrittrice, poetessa e direttrice di teatro israeliana, figlia di una sopravvissuta alla Shoah e di un uomo che fuggì ai pogrom in Ucraina. Nel suo racconto al sito informativo della Chiesa austriaca Kathpress, Govrin ha dato la sua versione degli eventi: «Mentre io e una collega varcavamo un ingresso laterale di Piazza San Pietro come parte di una delegazione internazionale di ebrei, un membro della Guardia Svizzera Pontificia ha visibilmente fischiato verso di noi con profondo disprezzo “les juifs”, gli ebrei. Ci siamo guardate, completamente scioccate». A questo punto l’altra donna si sarebbe rivolta alla guardia: «“Hai detto les juifs”, “No, non l’ho detto”, ha mentito sfacciatamente la guardia. Per tutta risposta, la guardia ha fatto il gesto di sputare nella nostra direzione con evidente disprezzo». Il comandante delle Guardie svizzere – allertato, pare, dai gendarmi avvisati da altri membri del gruppo – «si è scusato profondamente e ha detto che la guardia sarebbe stata indagata. Ma l’incidente ha sicuramente lasciato il segno».

A piazza San Pietro, proprio la mattina di mercoledì 29 ottobre, papa Leone XIV denunciava l’antisemitismo. E la sera prima aveva presieduto una commemorazione della dichiarazione Nostra Aetate con la quale il Concilio vaticano II ha rilanciato i rapporti con gli ebrei.

L'increscioso episodio, avvenuto all'ingresso dell'Arco delle Campane (sul lato sinistro della facciata della Basilica di San Pietro), è stato raccontato anche dal teologo Gregor Maria Hoff dell'Università di Salisburgo sul settimanale austriaco Die Furche.

Repubblica sottolinea che «le versioni non collimano» e c'è anche chi racconta che vi sia stata da parte dei visitatori una richiesta di fotografia, pratica piuttosto diffusa per i turisti che si avvicinano ai varchi dello Stato pontificio, e che i militari in servizio possono – in alcuni casi devono – rifiutare. Le verifiche in corso potrebbero riguardare l’analisi delle immagini video come la raccolta di testimonianze.

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