Parlamento

Il diritto di voto a 16 anni? «Non ora, ma in futuro sarà realtà»

Il Consiglio nazionale ha deciso di archiviare la proposta di Sibel Arslan (Verdi) di concedere il diritto di voto a chi non è maggiorenne - Nel Canton Ticino è ancora pendente un’iniziativa dell’MPS: è in attesa di essere trattata da quattro anni
© KEYSTONE / PETER KLAUNZER
Luca Faranda
28.02.2024 20:00

Era il 2019 e quasi ogni venerdì, nelle principali città svizzere, centinaia e poi migliaia di giovanissimi scendevano in piazza per il «Fridays for Future». I movimenti di «sciopero per il clima», promossi dall’attivista svedese Greta Thunberg, avevano fatto il giro del mondo, toccando inevitabilmente anche la Svizzera e il Ticino. Ma anche Basilea.

Questa spinta ecologista, nel marzo di cinque anni fa, era stata presa al balzo dalla consigliera nazionale Sibel Arslan (Verdi/BS), anche di fronte alla possibilità di allargare la base dei simpatizzanti con i potenziali (ma solo futuri) elettori.

La deputata renana dei Verdi ha così rilanciato il dibattito: bisogna concedere il diritto di voto a partire dai 16 anni? L’iniziativa parlamentare, dopo un infinito tira e molla tra il Consiglio nazionale e la sua Commissione delle istituzioni politiche, è definitivamente naufragata oggi pomeriggio, quando il testo è stato discusso per la quarta volta in aula.

Sviluppo pericoloso

Le posizioni sono ormai fossilizzate, ma a variare questa volta sono stati i rapporti di forza: la maggioranza borghese, uscita rafforzata dalle urne lo scorso ottobre, non ha lasciato scampo all’ala rossoverde: per 106 a 84, l’iniziativa è stata stralciata dal ruolo. Tradotto: almeno per questa legislatura (verosimilmente) non si tornerà a parlare del voto ai sedicenni.

«Sono molto delusa», ci spiega Sibel Arslan, che critica in particolare la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale: «È insolito che una commissione ignori più e più volte la richiesta del Parlamento. È uno sviluppo politicamente pericoloso». Per ben tre volte, infatti, la Camera ha dato il suo appoggio all’iniziativa. Ma non è bastato: la commissione - anche dopo aver tastato il polso del Paese attraverso una consultazione - ha deciso di non presentare alcun progetto e ha chiesto nuovamente al Parlamento di archiviare la proposta. Detto, fatto. Gli elettori non aumenteranno.

Da 20 a 18 anni

Dalla fondazione della Confederazione nel 1848 fino a oggi, la quota di aventi diritto di voto è passata dal 23% circa della popolazione al 65%. Il momento più significativo è tuttavia stata l’introduzione del diritto di voto (e di elezione) per le donne nel 1971. Vent’anni più tardi, nel 1991, ha avuto luogo l’ultimo grande cambiamento: l’abbassamento, a livello nazionale, dell’età di voto da 20 a 18 anni.

E ora? «Ritengo che in futuro sarà realtà: dovremo abbassare l’età a 16 anni», continua Arslan. Sarà da vedere in che forma: «Vogliamo dare fiducia al Parlamento, anche se ora è chiaramente visibile la maggioranza borghese. Tra un paio d’anni potrebbe esserci un nuovo slancio», aggiunge l’ecologista basilese, senza nascondere la possibilità di presentare un nuovo atto parlamentare in vista della prossima legislatura. L’alternativa? «Lanciare un’iniziativa popolare. Il tema è e rimane d’attualità».

Nel cassetto a Bellinzona

Il voto a partire dai 16 anni non diventerà realtà a livello federale, ma anche nei Cantoni fatica a imporsi: solo Glarona, in seguito ad una decisione della Landsgemeinde del 2007, ha concesso il diritto di voto ai 16.enni. A livello internazionale, solo Austria (dal 2007) e Malta (dal 2018) lo permettono.

In Ticino, la proposta è sul tavolo dal giugno del 2020: a lanciarla è stata il Movimento per il socialismo (MPS) - con Angelica Lepori come prima firmataria - e chiede di concedere «il diritto di voto e di eleggibilità in materia cantonale e comunale a ogni cittadina e ogni cittadino svizzero di sedici anni».

Eppure, dopo quasi quattro anni, l’iniziativa parlamentare, allestita nella forma generica, figura ancora «non evasa» sul sito del Canton Ticino.

Il Consiglio di Stato è contrario

Il Consiglio di Stato, però, ha già dato la sua opinione sul diritto di voto a 16 anni. E lo ha fatto nel dicembre del 2022 rispondendo alla consultazione dell’iniziativa parlamentare di Arslan. Come altri 14 Cantoni, anche il Ticino si è detto contrario alla proposta.

Per il Consiglio di Stato i punti critici sono numerosi. Dapprima, il fatto che – ad eccezione di Glarona – l’idea è stata finora respinta finora in tutti gli altri cantoni in cui si è tenuta una votazione (nel 2022, ad esempio, a Berna e Zurigo), «perlopiù con una grande maggioranza di voti contrari».

Diritti e doveri

I 18 anni rappresentano una tappa importante chi si affaccia all’età adulta. Non solo per il diritto di voto, ma anche per tutta una serie di diritti e di obblighi che si ottengono solo con la maggiore età, come le disposizioni in ambito penale e civile, come la possibilità di sposarsi o di avere la piena libertà contrattuale. Non è, dunque, solo una questione di sostegno popolare.

«È naturale che l’età per l’esercizio dei diritti politici sia allineata a quella che nel diritto civile viene considerata la soglia per la quale si ritiene che il giovane abbia acquisito una maturità sufficiente per partecipare autonomamente alla vita giuridica e per acquistare diritti e contrarre obbligazioni con atti propri», scriveva il Consiglio di Stato nel 2022. Per il Governo ticinese non è sufficiente dimostrare che vi siano molti sedicenni considerati abbastanza maturi per permettere a tutti di recarsi alle urne.