La pandemia

In autunno avremo un nuovo vaccino?

La società farmaceutica Pfizer ha inoltrato a Swissmedic la domanda di estensione dell’omologazione - Che ripercussioni avrà sulla campagna vaccinale? Il punto con il professor Alessandro Ceschi
Martina Salvini
02.08.2022 19:56

1. Perché è importante poter disporre di un vaccino adattato?

Perché il vaccino che viene attualmente somministrato, in Svizzera come nel resto del mondo, è un prodotto basato sul ceppo originario del virus, la prima versione di Wuhan. Finora, questo vaccino ha garantito una buona protezione. Tuttavia, si è notato che le nuove sottovarianti di Omicron - BA.4 e BA.5 - tendono a sfuggire al vaccino, in particolare nella capacità di limitare la trasmissione e prevenire malattie sintomatiche, anche se è mantenuta una certa efficacia contro i decorsi gravi o letali. Di qui l’esigenza di adattare il prodotto. «Premesso che i i dati clinici dovranno confermarlo, ma è probabile che il vaccino adattato, o bivalente, permetterà di contrastare meglio le nuove varianti», spiega il professor Alessandro Ceschi, primario e direttore medico e scientifico dell’Istituto di scienze farmacologiche dell’EOC e membro della taskforce di Swissmedic sulla sicurezza dei vaccini anti-COVID.

2. Quali aziende farmaceutiche hanno già depositato una richiesta di estensione dell’omologazione in Svizzera?

Sia Moderna che Pfizer hanno sviluppato una versione adattata del proprio prodotto. Il vaccino bivalente, sottolinea Swissmedic, «contiene acido ribonucleico messaggero (mRNA) sia per la proteina spike del ceppo di Wuhan sia per quella della variante Omicron». Pertanto, «la composizione adattata promette una maggiore efficacia contro la variante Omicron del coronavirus». Moderna si è mossa in anticipo: la richiesta a Swissmedic per estendere l’omologazione è stata inoltrata il 24 giugno ed è in fase di valutazione. Di oggi, invece, la notizia che anche Pfizer ha fatto domanda per ottenere la nuova omologazione. L’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici ora si occuperà di svolgere tutte le verifiche necessarie prima di dare il via libera.

3. Ma quanto tempo ci vorrà prima di poter ottenere l’autorizzazione necessaria?

«Il via libera potrebbe arrivare nel giro di qualche settimana», dice Ceschi. Tutto dipenderà dai dati a disposizione e dalla loro completezza. «È ipotizzabile che per settembre-ottobre avremo a disposizione il nuovo vaccino adattato».

4. Il via libera del nuovo vaccino cosa comporterà?

«Se dovesse essere ritenuto efficace e sicuro, il vaccino adattato potrà venir utilizzato per la somministrazione della seconda dose di richiamo», dice Ceschi. In base all’evoluzione epidemiologica, poi, le autorità federali saranno chiamate ad adeguare le raccomandazioni. «In sostanza, quindi, si tratterà di capire se il vaccino adattato alla variante Omicron verrà proposto solo alle persone anziane e ai malati cronici, e possibilmente agli operatori sanitari, o se invece verrà raccomandato all’intera popolazione».

5. E chi ha già ricevuto adesso la seconda dose di booster con il ‘‘vecchio’’ vaccino?

Nelle scorse settimane, le autorità sanitarie federali hanno già chiarito che «è probabile che gli ultraottantenni che si fanno vaccinare ora (con il ‘‘vecchio’’ vaccino, ndr) necessiteranno di un’ulteriore vaccinazione di richiamo verso fine anno». Di conseguenza, per gli anziani e le persone a rischio si prospetta un’ulteriore somministrazione.

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