Sanità

«Infermieri, venite in Svizzera»: parla l'Ospedale di Aarau

Il portavoce del Gruppo KSA prende posizione dopo le polemiche generate da un annuncio pubblicitario comparso a Roma: «Il reclutamento in Italia è solo una delle tante misure adottate»
© CdT/Gabriele Putzu
Marcello Pelizzari
11.11.2022 18:30

Sì, l’Ospedale cantonale di Aarau cerca, al più presto, dieci infermieri di chirurgia. Vanno bene anche neolaureati. Questo, in estrema sintesi, il succo di un annuncio pubblicato dal nosocomio. Apparso, oltreché su Linkedin, anche in Italia e nello specifico a Roma.

Ohibò, che succede? In realtà, da tempo gli ospedali del nostro Paese sono confrontati con una penuria di personale infermieristico. Già prima della pandemia, per intenderci, erano stati lanciati allarmi in questo senso. Particolarmente colpita, ad esempio, è la pediatria nel nord della Svizzera.

Rovesciando la questione, lavorare nella Confederazione rappresenta un richiamo molto forte per i lavoratori italiani nel settore sanitario. Basti pensare che, lungo il confine con il Ticino, le associazioni di confine vogliono frenare quella che definiscono una «fuga». Logico, dunque, che anche un Ospedale come quello di Aarau abbia rivolto il proprio sguardo a sud.

A pesare, in queste settimane, sarebbero d’altro canto anche i tanti casi di influenza registrati in corsia nelle varie strutture elvetiche e il basso tasso di vaccinazione antinfluenzale fra il personale. Molti, fra medici e staff infermieristico, devono rimanere a casa e curarsi. Il risultato? In alcuni cantoni, come il Vallese, sono stati rimandati gli interventi programmati. Proprio come durante le fasi più acute del coronavirus.

L'annuncio pubblicato. 
L'annuncio pubblicato. 

Da noi contattato, il portavoce dell’Ospedale cantonale di Aarau (KSA) Boris Rauscher ha contestualizzato l’annuncio e commentato le strategie del nosocomio: «L’assunzione di specialisti stranieri è una fonte comune di reclutamento in molti ospedali, cantonali e non» ha detto. Pertanto, «il reclutamento in Italia è una delle oltre dieci misure utilizzate dal Gruppo KSA. L’Italia – ha ribadito Rauscher – offre buone condizioni perché il diploma di infermiere è riconosciuto in Svizzera. Per contrastare l’attuale carenza di personale, negli ultimi mesi il Gruppo KSA ha attuato diverse misure a favore dei dipendenti».

D’accordo, ma quali? Ancora il portavoce: «Ad esempio, l’aumento delle retribuzioni per i fine settimana, le notti e i giorni festivi, 5 settimane di ferie anche per gli Under 40. E via discorrendo. Allo stesso tempo, sono stati avviati o sono in fase di sviluppo diversi progetti per sgravare il più possibile il personale infermieristico dal lavoro amministrativo, in modo che possa concentrarsi sul fulcro del proprio lavoro, l’assistenza ai pazienti. Come accennato, il Gruppo KSA sta anche contrastando attivamente la carenza di lavoratori qualificati con il suo programma di reinserimento per gli infermieri, con la formazione continua e l’aggiornamento dei lavoratori qualificati e con altre misure».

A Rauscher chiediamo se, per l’Ospedale di Aarau, il discorso influenza (e vaccini) sia un problema. «Attualmente, è vero, c’è un ritardo nella consegna delle vaccinazioni antinfluenzali, ma questo non ha alcuna influenza sul problema della carenza di personale».

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