La piscina «senza stranieri» di Porrentruy nel mirino della Confederazione

Le piscine, di solito, in estate servono per rinfrescarsi. Quella di Porrentruy, nel Giura, all'improvviso è però diventata bollente. Il motivo? Dopo alcuni comportamenti tutto fuorché ortodossi, attribuiti a clienti francesi, il Comune ha deciso di consentire l'accesso alla struttura soltanto ai residenti in Svizzera. No, insomma, ai frontalieri del Lido: per loro, la piscina dal 4 luglio è diventata off limits.
La vicenda, evidentemente, ha fatto il giro del Paese e, soprattutto, ha varcato i confini. La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, giurassiana, ha preferito non esprimersi come scrive il SonntagsBlick. La Commissione federale contro il razzismo (CFR) – che rientra nel suo Dipartimento – ha invece criticato e non poco quanto deciso dal Comune. «Un divieto generalizzato di balneazione per gli stranieri è problematico e irritante» ha dichiarato la CFR sempre al SonntagsBlick. «L'autorità locale deve verificare se il divieto generalizzato sia davvero proporzionato e se non vi siano misure meno radicali, come ad esempio divieti individuali di balneazione per le persone che ripetutamente non rispettano le regole».
Anche il Canton Giura ha criticato quanto deciso da Porrentruy. Così un portavoce del governo cantonale: «A breve avremo dei colloqui con il Comune di Porrentruy». Il Cantone si aspetta che l'autorità locale sospenda il divieto di balneazione per i non residenti «il prima possibile e non appena la situazione lo permetterà, e non solo il 31 agosto». Allo stesso modo, il divieto di balneazione per i cittadini francesi non deve essere inserito in modo permanente nel regolamento comunale: sarebbe «intollerabile» per il Cantone.
Il Cantone ha offerto il suo aiuto per trovare «una soluzione a medio termine a questa situazione eccezionale». Il governo cantonale ha pure parlato di un «attacco all'immagine del marchio» ma, allo stesso tempo, ha difeso il Comune dalle critiche: «Non vediamo alternative a breve termine senza il rischio di discriminazioni, che tengano conto della realtà sul campo e delle risorse disponibili. Speriamo che la situazione migliori presto, grazie soprattutto alla fine dell'ondata di caldo».
La deputata socialista del Giura, Mathilde Crevoisier, ha dichiarato di auspicare che il Comune di Porrentruy si dimostri presto conciliante: «Il divieto è sproporzionato. Ci sono certamente dei problemi, ma i divieti generalizzati non sono una soluzione. Viviamo nel cuore dell'Europa e non vogliamo discriminazioni».
Come il SonntagsBlick ha appreso da fonti diplomatiche, l'ambasciata francese a Berna – infine – sta valutando la forma del suo intervento contro il divieto. Secondo il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), né l'ambasciata svizzera a Parigi né il DFAE a Berna hanno ancora ricevuto un reclamo.