Il caso

La «senatrice» dei Verdi che si batte per il clima è volata in Oman: scoppia la polemica

Céline Vara, prossima all'addio al Consiglio degli Stati per entrare nell'esecutivo del canton Neuchâtel, è stata fortemente criticata per una vacanza nel Sultanato
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Red. Online
03.05.2025 09:00

La polemica è servita. Anzi, ha letteralmente preso il volo. Céline Vara, «senatrice» dei Verdi prossima all'addio al Consiglio degli Stati e futura consigliera di Stato del canton Neuchâtel, si è trovata suo malgrado nel mezzo di una bufera politico-ambientale. Il motivo? Una vacanza che la quarantenne si è concessa in Oman, con la famiglia. Nulla di strano, sin qui, se non fosse che Vara – per ovvie ragioni, vista la distanza – ha scelto l'aereo quale mezzo di trasporto. Apriti cielo: c'è chi, senza mezzi termini, ha accusato la neoeletta di incoerenza. Già, perché mentre rincorreva una poltrona nell'esecutivo cantonale, in campagna insomma, Vara ha difeso con forza la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo nei confronti della Svizzera, rea di non aver protetto abbastanza i suoi cittadini di fronte al cambiamento climatico. Di più, ha definito la protesta del Consiglio degli Stati contro la sentenza «una vergogna» per la Confederazione. Allargando il campo, i Verdi stanno facendo di tutto – politicamente parlando – per rendere i voli meno attraenti. Il partito ecologista, ad esempio, auspica l'imposizione di una tassa sui biglietti aerei per finanziare le misure climatiche o, ancora, il divieto di voli a corto raggio. Per tacere dei jet privati.

Vara, dicevamo, ha scelto l'Oman e, parallelamente, l'aereo. L'obiettivo, secondo quanto scrive il Blick, era riprendersi dalle fatiche della campagna elettorale. Ne è nato un pasticciaccio politico che, da giorni, sta facendo discutere la Svizzera francese. Il quotidiano zurighese, in un articolo dedicato alla vicenda, ha snocciolato più di un dettaglio. Dando, innanzitutto, il nome dell'hotel, lo Shangri-La di Al Waha, vicino alla capitale Muscat, con spiagge sabbiose, ristoranti, bar e parco giochi acquatico. Un resort a cinque stelle. Non finisce qui: il Blick ha fatto anche alcuni calcoli. Il Sultanato dell'Oman, scrivono i colleghi, dista 5.200 chilometri dalla Svizzera. Per raggiungerlo, serve un volo di 9 ore. Le conseguenze, a livello climatico, sono pesanti: secondo il calcolatore myclimate.ch, per un viaggio di quattro persone le emissioni di CO2 si situano fra le 7 e le 9,5 tonnellate. A titolo di confronto, le emissioni medie di un cittadino dell'Unione Europea sono di 7,2 tonnellate all'anno. 

Vara, a proposito di polemiche, è stata bacchettata non soltanto per aver scelto di viaggiare in aereo ma per aver puntato sull'Oman, uno Stato petrolifero regolarmente criticato da Amnesty International per la sua scarsa, anzi scarsissima difesa dei diritti umani. La stessa Amnesty ha parlato di arresti e detenzioni arbitrarie. La libertà di espressione e di stampa, per contro, sono fortemente limitate. Esistono, poi, leggi contro la diffamazione e la blasfemia. Le donne, infine, sono svantaggiate in tantissimi ambiti, dal divorzio all'eredità. A precisa domanda, la neoeletta in Consiglio di Stato ha preferito glissare, ribadendo che quel viaggio è una questione puramente privata. A scatenare il caos è stato un turista svizzero che, al buffet della colazione, in hotel, ha riconosciuto Vara. «Ci viene chiesto di compensare i nostri voli e ci fanno sentire in colpa quando voliamo» ha commentato il diretto interessato, amaramente. Ricordando come l'hotel scelto da Vara non sia propriamente ecologico e, di certo, non sia in linea con il partito ecologista. «Se vuole combattere per la sua causa, dovrebbe portarla avanti fino in fondo».