Il punto

Lo scalo «dimezzato» spera nella primavera

L’aeroporto di Zurigo-Kloten, dopo un periodo nero causato dalla pandemia, si prepara a una nuova stagione contraddistinta da un recupero del numero di passeggeri ai livelli precedenti la crisi da coronavirus (video e dati)
Jona Mantovan
07.03.2022 19:00

Il cinquanta percento, anche meno. Una metà scarsa. È questo il crollo che ha dovuto subire l’aeroporto di Zurigo-Kloten. Lo scalo numero uno in Svizzera. Uno dei migliori al mondo per qualità e servizi ai passeggeri. È infatti di ottobre la notizia della vincita, per il diciottesimo anno di fila, del premio di migliore aeroporto europeo ai World Travel Awards. Progetti, espansioni… poi la pandemia. Insomma, provateci voi a camminare su una gamba sola. Oppure ad allacciarvi le scarpe senza usare due mani. Difficile, eh? Ecco, questo è il livello di partenza di una sfida calata come un velo su tutte le strutture aeroportuali a livello mondiale. Un momento di buio attraversato a testa alta e senza paura, come si percepisce dal tono della voce di Bettina Kunz, portavoce della Flughafen Zürich AG, società che gestisce lo scalo. Che, in collegamento video dalla sua abitazione (l’intervista è stata registrata prima del “giorno della libertà” dichiarato dal Consiglio federale a metà febbraio), conferma i dati dell'Organizzazione internazionale dell'aviazione civile, secondo i quali la metà delle persone ha volato nel 2021 rispetto al 2019, a causa della continua pandemia di coronavirus.  «Nel dicembre 2021, abbiamo registrato 1.059.386 passeggeri passati qui dall'aeroporto di Zurigo – dice Kunz, sottolineando però che la tendenza è in forte crescita –. Questi numeri rappresentano un aumento del 198,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Tuttavia, rispetto a dicembre 2019, la quota del numero di passeggeri è del 45,4%» (guarda il video allegato a quest'articolo).

«Se ci concentriamo sul numero di voli, siamo al 45% circa. Il numero di destinazioni è rimasto lo stesso anche rispetto al periodo precedente alla pandemia, ma con aerei più piccoli e con una frequenza minore». Kunz fa poi il punto sulla distanza rispetto ai livelli del 2019: «L'anno scorso, in primavera, eravamo al 20% del volume di passeggeri. Durante l'estate e l'autunno abbiamo raggiunto circa il 50%. I certificati Covid, riconosciuti in tutta Europa, hanno riportato la fiducia nei viaggi. Tuttavia, la variante Omicron e le relative restrizioni all'ingresso (prima la quarantena, poi i test per tutti) hanno nuovamente turbato i passeggeri. I viaggi sono diventati molto a breve termine, rendendo più difficile la pianificazione. La diffusione di Omicron ha contribuito a prolungare la crisi». Il periodo natalizio, secondo quanto dichiara Kunz, ha visto una media di 40.000 passeggeri al giorno, mentre nel 2019 erano 85.000. «Per quel periodo eravamo poco sotto il 50%, al 47% per la precisione».

I DATI — La panoramica del 2021, con il dettaglio dei mesi di novembre e dicembre confrontati al 2019 e al 2020
I DATI — La panoramica del 2021, con il dettaglio dei mesi di novembre e dicembre confrontati al 2019 e al 2020

I dati, tuttavia, riservano comunque qualche sorpresa. Per esempio, durante l’estate… «Sì—afferma la portavoce—, l’aumento che abbiamo visto la scorsa estate è stato davvero notevole. Da giugno a luglio, il numero di passeggeri è passato da -78,5% a -56,7%. In altre parole, sono quasi raddoppiati in un mese, passando da 621.117 a 1,365 milioni».

[DATI — Traffico luglio 2021 (flughafen-zuerich.ch)]

L’aeroporto di Zurigo non è mai stato chiuso, nemmeno durante il periodo peggiore della pandemia. «Abbiamo sempre rispettato le disposizioni del Consiglio federale—premette Bettina Kunz—. C’è stato il periodo di semiconfinamento, in cui abbiamo chiuso le varie offerte ‘collaterali’. C’era un’atmosfera particolare, con intere aree dedicate alla ristorazione e all’accoglimento dei passeggeri rimaste desolatamente vuote. Una situazione difficile che abbiamo anche documentato pubblicando alcuni filmati sui nostri media sociali. Ma l'aeroporto di Zurigo è sempre stato aperto. Perché oltre ai viaggi praticati dalle persone, dobbiamo anche pensare all’approvvigionamento della Confederazione, ai voli di rimpatrio e ai voli medici».

I DATI — I numeri del 2020 rispetto al 2019
I DATI — I numeri del 2020 rispetto al 2019

Siamo verso la fine della crisi? Il peggio è passato? «Saremmo contenti se fosse finalmente finita. Certamente lo speriamo. Nessuno può prevederlo in questa fase. Ma è un nostro grande desiderio», dice la portavoce. «Come aeroporto internazionale dipendiamo naturalmente anche dalle aperture in altri Paesi. A novembre, ad esempio, Singapore ha riaperto ai vaccinati, come pure gli Stati Uniti. Sono passi molto importanti verso la normalità. Ma non dipendono solo da noi. Presumiamo che ci sarà una ripresa, in primavera. Ma quanto intensa sarà, dipenderà dalle varie limitazioni ai viaggi».

Tutti pronti per partire, quindi. Ma attenzione, ragguaglia Kunz. Che ne approfitta per lanciare l’appello: «Consigliamo a tutti i passeggeri di controllare molto attentamente le condizioni per i viaggi all’esterno. Se è richiesto un test e, se sì, quale, per quanto tempo. È necessario conoscere quale sia la durata massima del test, come pure se sia necessario un modulo di ingresso specifico per il Paese che si vuole raggiungere», conclude la portavoce.

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