Ma chi acquisterà aerei Boeing, in Svizzera, per ingraziarsi Trump?

Sì, le aziende private svizzere investiranno «nell'acquisto di aerei Boeing». O, meglio, questa è la volontà espressa dai loro rappresentanti, secondo quanto dichiarato in conferenza stampa, ieri, dalla segretaria di Stato Helene Budliger Artieda. Detto in altri termini: l'abbassamento dei dazi statunitensi sulle importazioni svizzere – dal 39% al 15% – passerà da non poche concessioni. Fra cui, appunto, l'acquisto di aeroplani del costruttore nordamericano.
L'acquisto di velivoli Boeing toccherà alle aziende private «e non al Governo federale», ha precisato Budliger Artieda, senza tuttavia fornire ulteriori dettagli. Le domande, inevitabilmente, iniziano ad accavallarsi. Chi comprerà questi aerei? E quanti ne comprerà? Parlando di aziende, e venendo nello specifico all'aviazione, le compagnie commerciali che potrebbero soddisfare questo impegno sono, o meglio sarebbero, Edelweiss e Swiss, eventualmente Chair Airlines ed Helvetic. Di sicuro non il ramo elvetico di easyJet, da sempre abbonata ad Airbus.
I dubbi, in ogni caso, sono tanti. Swiss, ad esempio, è una compagnia quasi esclusivamente a trazione Airbus. Dispone, per il lungo raggio, di 12 Boeing 777-300ER e, quindi, potrebbe valutare di acquistare il 777X quando, finalmente, verrà messo sul mercato. Dettaglio: l'età media dei 777 attualmente utilizzati da Swiss è di appena 8,5 anni. Detto in altri termini, parliamo di velivoli «giovani» e destinati, ancora, a molti anni di servizio. Di più, la compagnia – come noto – ha appena abbracciato il primo di dieci Airbus A350, velivolo che consentirà al vettore elvetico di rivoluzionare la sua offerta intercontinentale. Certo, il dossier dazi potrebbe sconvolgere i piani di Swiss, ma giova ricordare che questo ordine è stato concordato con la casa madre, Lufthansa. E così, se caso, sarà anche in futuro. Pure Edelweiss, la compagnia delle vacanze, ha puntato con forza sull'A350: ne ha ricevuti già tre, salutando al contempo il primo dei suoi storici A340, e ne sta aspettando altri tre. Anche in questo caso, riesce difficile pensare che, nel breve, venga piazzato un ordine per aerei Boeing. Chair Airlines, in passato, ha operato con un 737 e, quindi, eventualmente potrebbe entrare nel discorso: ma parliamo di un vettore che gestisce pochi velivoli, mentre Helvetic da tempo ha virato sugli Embraer. Swiss, per contro, potrebbe impegnarsi ad acquistare velivoli americani da «girare», poi, al Gruppo Lufthansa. In alternativa, fondi svizzeri potrebbero intervenire nell'acquisto di aerei Boeing da parte di lessor, ovvero società di leasing: in questo caso, l'utilizzatore finale degli apparecchi non necessariamente sarebbe elvetico.
Boeing, sia quel che sia, sta beneficiando e non poco della cosiddetta diplomazia commerciale di Trump. Il costruttore, desideroso di riprendersi da una crisi di fiducia e di qualità senza precedenti, ha beneficiato e non poco della politica aggressiva dell'attuale amministrazione, assicurandosi contratti di fornitura con molti Paesi i quali, in cambio, si sono visti abbassare i dazi. Il Giappone è stato fra gli ultimi a stringere un patto con Boeing: 100 nuovi aerei come parte di un accordo commerciale più ampio con la Casa Bianca. Un accordo del genere, secondo esperti e analisti, potrebbe essere siglato con la Cina.
Di sicuro, Donald Trump ha apprezzato e apprezza chiunque si rivolga a Boeing – al di là delle sue critiche all'azienda per come ha gestito la questione nuovo Air Force One – e interpreta questi impegni nei confronti del costruttore come un segno di buona volontà. Non solo, l'acquisto di velivoli americani rappresenta una via molto rapida e diretta per riequilibrare i rapporti commerciali con Washington. E Boeing in questi mesi è diventata, non senza soddisfazione, lo strumento di esportazione predefinito per gli Stati Uniti. Questi accordi, influenzati dall'attuale contesto e dalla mannaia dei dazi, potrebbe dare una notevole spinta al portafoglio ordini e ai ricavi del costruttore.
Boeing, concludendo, aveva «servito» anche le precedenti amministrazioni: nel 2011, per dire, l'allora presidente Barack Obama si vantò dell'acquisto da parte dell'Indonesia di oltre 200 aeromobili in quello che, «se non sbaglio», è «il più grande accordo che la Boeing abbia mai concluso». Le cifre, tornando alla Svizzera, saranno evidentemente più basse. Prima di tutto, però, bisognerà capire chi, davvero, si impegnerà ad acquistare aerei americani...
