Svizzera-Italia

Ma quanto lavorano veramente i frontalieri?

Finora l'Agenzia delle Entrate italiana ha accettato delle auto-dichiarazioni sui giorni effettivi lavorati in Svizzera - Ma chiede a Berna uno scambio di dati
©Gabriele Putzu
Red. Online
29.07.2025 20:00

I frontalieri in Svizzera - e in Ticino in particolare - sono tanti, e quindi lavorano tanto. Ma quanto, esattamente? Difficile dirlo. Perlomeno, l'Italia non lo sa. E nel quadro del nuovo accordo fiscale entrato in vigore a luglio 2023, ora le autorità della vicina Penisola vogliono vederci più chiaro. 

Il problema riguarda il numero di giorni effettivamente lavorati ogni anno, in Ticino o in altri cantoni, da parte dei titolari di permesso G. L'Agenzia delle Entrate italiana, l'ente che si occupa della riscossione dei tributi per conto di Roma, ha sottolineato la presenza di un «vuoto strutturale» nella tassazione dei nuovi frontalieri che, in base all'accordo tra Italia e Svizzera, devono ora dichiarare i redditi oltre confine (la cosiddetta dichiarazione 730) e pagare su una parte le aliquote italiane, notoriamente salate. 

Il fisco italiano non è a conoscenza dei giorni lavorati e si sta affidando, per il momento, a delle autodichiarazioni fornite da parte degli stessi frontalieri, in sede di dichiarazione d'imposta. Tra i dati trasmessi annualmente dal fisco svizzero «non figurano né i giorni di lavoro né le date di inizio e fine contratto» ha dichiarato l'Agenzia delle Entrate al quotidiano economico Italia Oggi. Una scelta che secondo l'ente viene «interpretata in modo tassativo da parte della Svizzera». 

È l'ennesima divergenza - un'altra riguarda i nominativi dei vecchi frontalieri - insorta sull'asse Roma-Berna, e passa inevitabilmente dal Ticino. Il tema è stato discusso a metà luglio nel corso di un tavolo tecnico tra l'Agenzia delle Entrate e il Consiglio nazionale dell'Ordine dei Consulenti del lavoro italiani, e il quotidiano parla di un «limite oggettivo» dell'accordo fiscale. Nel corso dell'incontro l'Agenzia ha ammesso che «in assenza di tali informazioni non è possibile per l'amministrazione reperire il dato da altre fonti» se non i frontalieri stessi. 

Ma dei frontalieri e delle loro autocertificazioni, evidentemente, l'Agenzia delle Entrate non si fida troppo: ha infatti annunciato - riferisce sempre Italia Oggi - l’intenzione di proporre, nei prossimi tavoli bilaterali con il Dipartimento delle Finanze e con le autorità svizzere, l’estensione dello scambio dati per includere anche il numero di giorni di lavoro, a partire dall’anno d’imposta 2025.

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