La crisi

Penuria di energia? Alcuni prodotti potrebbero mancare nella spesa

I punti vendita studiano diversi scenari in vista dell’inverno per garantire l’approvvigionamento alimentare - Tra le possibilità anche una riduzione della merce surgelata e dei prodotti da forno - L’esperta: «Per abbassare i consumi è consigliabile diminuire l’offerta»
© Shutterstock
Martina Salvini
22.09.2022 19:00

Meno varietà di pane e meno merce surgelata nei supermercati. Addirittura, una minore offerta di prodotti tra cui scegliere. Nei prossimi mesi, la crisi energetica potrebbe modificare le abitudini dei consumatori, costretti a fare i conti con scaffali più vuoti e frigo ridotti. Sì, perché gli effetti della penuria di elettricità potrebbero toccare da vicino anche negozi e supermercati, che proprio in queste settimane si stanno preparando per limitare i contraccolpi e ridurre, dove è possibile, i consumi.

Dove si interviene

«I consumi maggiori, nei supermercati, si registrano per far funzionare frigoriferi e congelatori», spiega Giuseppina Togni, fisica e membro di comitato dell’Agenzia svizzera per l’efficienza energetica (SAFE). Nei negozi, infatti, il consumo di elettricità è così distribuito: 50% per il freddo, 20% per la luce e 10% per la ventilazione. «Di conseguenza, ridurre gli orari di apertura dei supermercati non permetterebbe di ottenere un sensibile risparmio di energia. O meglio, consentirebbe di risparmiare unicamente sulla bolletta della luce, visto che i negozi sono illuminati anche durante il giorno», spiega Togni. Come fare, dunque? «Sarebbe importante chiudere gli sportelli dei banchi frigo e dei surgelati, perlomeno di notte. Un frigorifero o un congelatore aperto consuma tre volte di più rispetto a uno dotato di sportelli chiudibili. Inoltre, un congelatore vecchio consuma circa il doppio rispetto a un apparecchio nuovo». Risparmiare energia, quindi, sembrerebbe piuttosto facile. «Già, i supermercati dovrebbero dotarsi di apparecchi nuovi e chiudere gli sportelli. Eppure, molti negozianti sono ancora dell’idea che questo scoraggi i consumatori nell’acquisto della merce, di conseguenza in alcuni supermercati ci sono ancora banchi frigo completamente aperti. In questo caso, sarebbe consigliabile perlomeno riuscire a sigillarli di notte, utilizzando delle tende che impediscano al freddo di fuoriuscire».

Non a caso, da noi contattati, i supermercati svizzeri già da tempo si stanno muovendo per ottimizzare le risorse. «Negli ultimi anni - spiega l’ufficio stampa di Aldi Suisse - abbiamo investito molto nell’ammodernamento delle infrastrutture, realizzando così un potenziale di risparmio prezioso». Dove un tempo c’erano le lampadine tradizionali, ad esempio, oggi si trovano sorgenti luminose a LED, e i supermercati si sono dotati di sistemi combinati di raffreddamento e riscaldamento, «che sfruttano il calore residuo generato dal raffreddamento delle merci per riscaldare le filiali, mentre in estate permette di climatizzare i punti vendita». Una tecnica, questa, utilizzata anche da Lidl. «Sia nelle filiali, sia nei magazzini sfruttiamo il calore residuo dei nostri scaffali frigo per il riscaldamento, risparmiando quindi energia». Sulle misure di risparmio sta agendo anche Coop. «Le insegne luminose, così come l’illuminazione interna e quella dei posteggi, vengono spente dopo la chiusura dei negozi. Inoltre, le temperature sono state ridotte di due gradi, sia negli uffici, sia nei negozi e nei magazzini». Più in generale, ribadisce Coop, «rispettare il nostro mandato di approvvigionamento ha la massima importanza per noi». In caso di penuria, quindi, «stiamo sviluppando i relativi piani di emergenza».

I prodotti nel mirino

A consumare energia, ricorda Togni, non sono però solo i prodotti surgelati. Tra gli alimenti «energivori» troviamo anche la carne e il pane. «Un chilo di carne, ad esempio, corrisponde circa a un kilowattora di elettricità consumata per la sua conservazione. A pesare, dal profilo energetico, non è solo la conservazione al supermercato, ma l’intera catena del freddo, dalla produzione al trasporto». Per quanto riguarda i prodotti da forno, l’esperta ricorda che «il consumo più elevato di elettricità si ottiene per generare calore. Il forno, in proporzione, consuma di più rispetto al banco frigo». Di conseguenza, in un periodo di penuria energetica, «sarebbe consigliabile preparare il pane in maniera centralizzata e non scaldarlo nuovamente nelle filiali». E questo, in effetti, è uno degli scenari previsti da Migros. «In generale - osserva Luca Corti, responsabile del servizio di comunicazione di Migros Ticino - è possibile che si verifichi una contrazione degli assortimenti. Ad esempio, potrebbero esserci meno prodotti o l’assenza totale di articoli caldi finiti in negozio e ‘‘ready to eat’’. O, ancora, «potrebbe esserci una riduzione di quelli refrigerati o surgelati». Non solo. Potrebbe esserci una minore varietà di pane, «con l’interruzione della produzione e della cottura in filiale». Il nocciolo delle questione sta proprio qui, secondo il parere dell’esperta. Per ridurre i consumi sarebbe auspicabile ridurre l’offerta, limitando la varietà dei prodotti. «In questo modo, ad esempio, sarebbe possibile eliminare due o tre banchi frigo, limitando i consumi di energia. I grandi supermercati non possono permettersi di rinunciare all’elettricità, pertanto dovranno capire come muoversi».

Correlati