Il punto

Tredicesima AVS, che cosa succederebbe senza fare nulla?

L'eventuale mancanza di soluzioni per compensare dal principio la nuova mensilità si ripercuoterebbe sul Fondo di compensazione, che garantisce la liquidità –La copertura scenderebbe sotto il 100% già nel 2027
©Chiara Zocchetti
Giovanni Galli
05.03.2024 06:00

La nuova rendita AVS sarà versata a partire dal 1. gennaio 2026 a 2,5 milioni di pensionati (le rendite per superstiti, figli e invalidità non sono interessate). È probabile che il versamento avverrà sotto forma di dodici supplementi mensili dell’8,3% anziché di una tredicesima, perché una mensilità separata comporta alcune difficoltà pratiche. Chi pagherà? Il costo supplementare stimato a partire dal 2026 è di 4,1 miliardi di franchi. La maggior spesa è poi destinata a crescere con l’aumento del numero dei pensionati. La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha promesso che entro la fine dell’anno sottoporrà ai colleghi un progetto per il finanziamento della 13. AVS, separato da quello già previsto per la stabilizzazione del primo pilastro. Secondo i promotori dell’iniziativa, nei primi anni non sarebbe necessario trovare nuove fonti di finanziamento, perché le risorse possono essere attinte dal Fondo di compensazione, che oggi ammonta a circa 50 miliardi di franchi.

Su questo fondo, che è il patrimonio dell’AVS, vengono accreditati tutti i contributi degli assicurati, del datore di lavoro e della Confederazione, nonché i relativi interessi, e vengono addebitate tutte le prestazioni. L’importo non può scendere sotto il valore di una spesa annua. Il fondo ha lo scopo di compensare eventuali oscillazioni del reddito nel breve termine dovute al sistema di ripartizione e alla situazione economica. Se i pagamenti annui dell’AVS superano i redditi dello stesso anno, le prestazioni possono continuare a essere erogate grazie al fondo di compensazione.

Secondo le stime di Berna, se non si farà nulla, il risultato d’esercizio chiuderebbe in rosso già dal 2027, perché l’AVS spenderebbe più di quanto incamera. Il deficit toccherebbe i 3 miliardi nel 2030 e i 7 miliardi nel 2033. Il livello del fondo scenderebbe nel 2030 a 49 miliardi e poi a 32 nel 2033. Anche la copertura diminuirebbe sensibilmente. Per garantire le rendite bisognerà vendere quote del patrimonio. «Decidere pensioni più alte senza definire il finanziamento è pericoloso» aveva dichiarato sulla NZZ del 5 febbraio il direttore di Compenswiss Eric Breval. Calando il patrimonio, diminuirebbe anche il reddito degli investimenti. Certo è che più si resta senza una soluzione sul finanziamento (nell’ipotesi di continui veti politici incrociati) più il fondo si svuoterà. Verso gli anni Quaranta si esaurirebbe e si creerebbe un debito.

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