UBS, la maxi-cauzione è confermata

PARIGI - La Corte di cassazione di Parigi ha definitivamente convalidato oggi la cauzione di 1,1 miliardi di euro (1,3 miliardi di franchi) imposta a UBS nell'ambito dell'inchiesta che vede la banca svizzera accusata di riciclaggio aggravato del provento di frode fiscale. Lo rende noto l'agenzia di stampa afp, citando fonti concordi.
La garanzia ultra-miliardaria era stata confermata il 22 settembre scorso dalla Corte d'appello di Parigi. Per bocca del suo avvocato François Sureau, l'istituto elvetico ha fino all'ultimo contestato questo versamento, adducendo che i fatti contestati sono stati interamente commessi in Svizzera e che la giustizia francese non è competente.
Secondo UBS, l'ammontare della cauzione - che rappresenta "due volte il budget delle operazioni esterne della Francia" e "la metà di quello destinato alla cultura" - assomiglia molto a una "pressione per obbligare (la banca) a violare la legge svizzera" fornendo agli inquirenti francesi le informazioni coperte dal segreto bancario nella Confederazione.
Inoltre, la garanzia è stata calcolata fondandosi su "motivi ipotetici" e per deduzione di quanto è successo per vicende analoghe negli USA, il che - secondo il legale della banca - è pregiudizievole. L'ammontare è stato stabilito "sulla base della plausibilità, all'insegna del 'possiamo ben immaginare che', ha sottolineato Sureau, adducendo "l'assenza di elementi sufficienti per l'accusa di riciclaggio aggravato del provento di frode fiscale".
Respingere il ricorso
Dal canto suo, il ministero pubblico ha chiesto di respingere il ricorso in cassazione, precisando che la cauzione è stata "fissata nel rispetto delle regole legali in vigore". Secondo la procura francese, la cauzione di 1,1 miliardi di euro non è "per nulla sproporzionata", considerato "il patrimonio della persona giuridica perseguita" o il "provento ricavato dall'infrazione".
L'istituto elvetico è accusato di aver consentito per diversi anni - dal 2004 al 2012 - ad alcuni suoi agenti commerciali di recarsi dai più facoltosi clienti in Francia, in violazione della legge, per proporre loro meccanismi con cui occultare parte dei loro depositi oltre frontiera. Per nascondere le transazioni sarebbe stata messa in campo anche una doppia contabilità.
In luglio, la banca è stata incriminata per riciclaggio aggravato, in francese "mise en examen". Si tratta del provvedimento adottato dal giudice istruttore nei confronti di un indagato contro cui esistono indizi gravi o concordanti di partecipazione a fatti suscettibili di costituire un reato. Non è ancora l'incriminazione formale con rinvio a giudizio ("mise en accusation").
Le indagini contro UBS sono state avviate all'inizio del 2012.