Un altro morto per il virus del Nilo, ma la Svizzera (per ora) resiste

La scia dei contagi da West Nile virus si allunga nella vicina Penisola, e preoccupa anche la Svizzera. L'ultimo bollettino diffuso dalle autorità italiane parla di 44 contagi registrati nel solo Lazio, dove c'è il principale focolaio. Salgono a tre invece le vittime accertate, di cui una in Piemonte e due in provincia di Latina.
Un uomo di 72 anni, con patologie croniche, è deceduto questa mattina in ospedale a Roma per insufficienza respiratoria, si legge sul Corriere della Sera. Aveva contratto il virus una settimana fa e da due giorni era ricoverato con una febbre molto alta (sopra i 40 gradi).
La concentrazione nella provincia di Latina si spiega, secondo le autorità italiane, con le caratteristiche del paesaggio paludoso e con la presenza di acquitrini che favoriscono il proliferare delle zanzare. Finora in Svizzera non si registrano casi, né di animali né di persone infette. Ma secondo l'UFSP, che monitora attentamente la situazione, in futuro il virus potrebbe valicare il confine con il Ticino e penetrare nella Confederazione.
È quanto si legge sulla pagina del sito dell'Ufficio federale di salute pubblica dedicata alla malattia. Al momento, oltre che in Italia, in Europa gli unici casi di contagio si sono registrati in Ungheria, ma non è da escludere che presto possano arrivare anche in Svizzera, al pari di altre malattie infettive a trasmissione animale come la peste suina africana.
Mentre quest'ultima però - altamente diffusa negli allevamenti della Pianura Padana, ma non ancora entrata in Svizzera - non è trasmissibile all'uomo, il virus West Nile può colpire l'essere umano con conseguenze anche gravi, come dimostrano i due decessi in Italia. La peste suina attualmente è bollata in rosso tra le malattie monitorate dall'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), con un «elevato rischio» che l'epizoozia si manifesti in Svizzera.
Il virus del Nilo Occidentale è classificato in giallo («rischio medio»), e le misure di protezione degli animali non vengono prese sistematicamente ma «a seconda delle situazioni». L'UFSP ricorda che nell'uomo circa l'80 per cento degli individui infetti non manifesta sintomi visibili, mentre circa il 20 per cento presenta sintomi lievi. In meno dell’1 per cento delle persone infette il virus attacca il sistema nervoso causando encefalite o meningite.
Il virus viene trasmesso da zanzare o da zecche infette e gli uccelli sono tra i vettori più a rischio. L'UFSP raccomanda a chi viaggia in zone dove sono presenti focolai - in Italia le regioni interessate, oltre al Lazio, sono in particolare Campania e Piemonte - di fare attenzione a proteggersi dalle punture di zanzare, con spray appositi e coprendo il corpo adeguatamente.