Swiss abbraccia il suo primo Airbus A350: atterraggio «con doccia» a Zurigo

Eccolo. Finalmente, verrebbe da dire. Accolto con tutti gli onori del caso, a cominciare dal tradizionale getto d'acqua dei pompieri. Il primo Airbus A350 di Swiss (registrazione HB-IFA) è atterrato all'aeroporto di Zurigo-Kloten, in provenienza da Tolosa, la sede principale del costruttore europeo, con decollo alle 12.56 e atterraggio alle 15.26 secondo i dati condivisi da Flightradar24. Il velivolo, il primo dei dieci che la compagnia di bandiera elvetica integrerà nella sua flotta per, letteralmente, «rivoluzionare» il lungo raggio, si è fermato al Terminal B dello scalo zurighese, in prossimità della terrazza di osservazione. Terrazza dalla quale tanti, tantissimi curiosi e appassionati hanno potuto salutare il nuovo «bestione» dei cieli.
L'A350 arrivato oggi a Zurigo è quello «tutto colorato», con una livrea che trasuda svizzeritudine pur proiettando il velivolo in una dimensione globale, ammirato mesi fa proprio a Tolosa, mentre i tecnici di Airbus stavano ultimando i preparativi per Swiss. È un aereo figlio del domani, ancorché pensato per l’oggi. È grande, grandissimo. Basti pensare che il motore, ci avevano spiegato in Francia, è grande quanto la fusoliera del mitico Concorde. Pare incredibile, ma è così.
Detto dell'arrivo di oggi, il prossimo 25 ottobre l'A350 effettuerà il suo primo volo con passeggeri: da Zurigo a Palma di Maiorca e ritorno, come annunciato dalla compagnia. I primi impieghi del nuovo Airbus avverranno volutamente su rotte a corto raggio, per consentire ai piloti della compagnia di completare rapidamente la loro formazione su questo velivolo. Il 20 novembre, verosimilmente, l'A350 (battezzato «Losanna») effettuerà invece il suo primo volo a lungo raggio, trasportando passeggeri da Zurigo a Boston.
Ah, dicevamo della livrea speciale. Si chiama Wanderlust e caratterizza come detto l'A350 atterrato a Zurigo. Il nome di questa livrea, realizzata dall’artista Frédéric Siegel, richiama il vocabolo tedesco che indica l’irrefrenabile (e romantico) desiderio di viaggiare. Lungo la fusoliera si alternano immagini legate a doppio filo al nostro Paese, fra tradizione e modernità. C’è spazio anche per il Ticino, con il Pardo del Locarno Film Festival. Di sicuro, il film andato in scena oggi assomiglia a un capolavoro.